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MILANO – La storia della nazionale italiana racchiude tante pagine indimenticabili e partite epiche contro Argentina, Brasile, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Spagna soprattutto nelle competizioni ufficiali.

Da qualche tempo, alle “6 sorelle” europee, si è aggiunto anche il Portogallo: una nazionale che ha vissuto a fasi alterne il suo rapporto con il pallone fino alle soglie del nuovo millennio, ma che già dalla prima metà degli anni ’90 del XX° secolo aveva fatto parlare di sé: gli azzurri, ad ora, non hanno mai affrontato i lusitani al di fuori delle amichevoli anche se un precedente importante ci fu…e oggi sono esattamente 25 anni da allora.

Stasera sarà ancora a Milano, ancora il 17/11, ancora Italia-Portogallo. Ripercorriamo insieme quel match tornando indietro nel tempo…è l’ultima giornata delle qualificazioni per “Usa 1994” e all’epoca non vi sono gli spareggi in Europa, o ti qualifichi entro il calendario stabilito o ti vedi il torneo da casa. Le 2 contendenti si presentano ai 90 minuti decisivi appaiate a 20 punti con la Svizzera subito dietro…parliamo di un’Italia nuova e diversa: per la prima volta abbiamo un allenatore con trascorso nei club (Sacchi) e non un tecnico federale, uno spirito aziendale e non familiare fra i giocatori con leadership affidata solo al gioco e non agli effettivi con evidente sacrificio dei grandi nomi in favore di modulo, schemi, tattiche (elementi esseziali, secondo il ct)…la nostra rappresentativa è comunque estremamente competitiva e punta a buoni traguardi essendo reduce dal podio del mondiale precedente pure se ha deluso nelle altre gare e Sacchi è in evidente conflitto con la stampa per aver promesso un bel gioco che raramente si vede: fra i nostri ci si appoggia al massimo al “blocco Milan” (Tassotti, Baresi, Costacurta, Maldini, Evani, Donadoni, Albertini, Massaro) e al “blocco Parma” (Bucci, Minotti, Benarrivo, Di Chiara, Apolloni, Zola oltre a Mussi e Dino Baggio) assieme alle minoranze di Inter, Lazio, Juventus…i gruppi più importanti del campionato e maggiormente conosciuti dall’allenatore. Dall’altra parte troviamo una nazionale ricca di giocatori che hanno avuto relazioni precedenti,contingenti,future con la Serie A come Couto, Sousa, Rui Barros, Rui Costa, Futre e un mister che li allena dal decennio precedente come Queiroz ma non vedono un mondiale dal 1966 se si esclude la performance semi-anonima del 1986 in Messico con eliminazione agli ottavi.

Si gioca su un terreno orribile e sotto una pioggia fastidiosa oltre che incessante ma la gara dimostra subito un copione scontato: i padroni di casa comandano il gioco e gli ospiti sperano di ripartire; i nostri non perdono mai il ritmo e sprecano occasioni a ripetizione con l’ansia che sale sempre di più sapendo anche del risultato positivo degli svizzeri in contemporanea…si profila la beffa del sorteggio per scontri diretti e differenza reti (comunque abbastanza positivi per noi) ma proprio all’83°, nella buia notte lombarda, un raggio di luce illumina il tabellino dei marcatori anche grazie alla complicità di una disattenzione evidente del segnalinee: Dino Baggio ha segnato svirgolando il pallone sul primo palo di destro e siamo in vantaggio; mancano 7 minuti assieme al recupero ma ormai per gli iberici neanche il pareggio basta.

Il direttore di gara polacco fischia la fine e finalmente tutta la penisola può gettarsi in strada a festeggiare senza avere paura nemmeno dell’inverno: siamo ai mondiali!!!

Sappiamo come andrà in America, non entusiasmeremo ma alla fine solo un torrido pomeriggio californiano e un dischetto del rigore maledetto potranno negarci il nostro 4° oro con 12 anni di anticipo davanti al Brasile…

Ma l’augurio più grande è che stasera il cerchio si chiuda permettendoci di partecipare alla prima e storica fase finale della “Nations League” dopo aver battuto il 17 novembre a “San Siro” il Portogallo: i miracoli esistono davvero?

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