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roma fiorentina2Bisogna mettersi nei loro panni, anche se preferiremmo di no. I dirigenti giallorossi ormai saltano su ogni volta che squlla il telefono. O qualcosa di simile. C’è sempre chi chiede un giocatore. Negli ultimi tempi, almeno. Da quando la squadra ha ripreso a scalare la classifica, scivolando, sbucciandosi le mani, aggrappandosi con i denti. E con la fortuna. Però Pjanic orchestra, Nainggolan segna. Manolas conserva.

QUALITA’ – Sembrava fossero tutti diventati schiappe da esposizione. Naturalmente non era così. La rosa è buona: bastava recuperare una briciola di condizione fisica, qualche meccanismo mentale rapido, la sicurezza di sé. E’ accaduto, la Roma è ormai vicinissima a garantirsi il terzo posto, spera di avanzare ancora e qualificarsi direttamente per la Champions League e soprattutto i suoi giocatori hanno ripreso a mostrarsi in giro con tutte le loro qualità. Qui sta il lato oscuro della faccenda. Adesso che il 30 giugno si avvicina – e con quella data la chiusura del bilancio annuale, che vede il club nella necessità di dare una limata al disavanzo – ogni giorno si parla di un giocatore in vendita. Non ne parla la Roma, naturalmente. Ne parlano gli altri. Prima si è fatto avanti il Chelsea chiedendo di Radja Nainggolan e offrendo 32 milioni (per ora di euro, sia ben chiaro, non di sterline), una proposta considerata decisamente da spilorci. Il Bayern di Carletto Ancelotti ha fatto capire di essere pronto a pagare la clausola rescissoria di Miralem Pjanic, begli amici: trattasi di 38 milioni. Ieri dall’entourage di Kostas Manolas hanno mandato a dire che l’Arsenal sta per avanzare una richiesta ufficiale.

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