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I fratelli Ciofani al raduno di Pasqua degli Atleti di Cristo

Calciatori in missione per conto di Dio. Nel momento più delicato per la corsa alla salvezza, quella dell’anima nel giorno di Pasqua, ma anche quella del campo con il Frosinone che si prepara al rush finale per restare nel paradiso del calcio: la Serie A. I fratelli giallazzurri Daniel e Matteo Ciofani, bomber il primo, difensore il secondo, hanno scelto quest’anno di partecipare in prima persona al raduno pasquale degli Atleti di Cristo, l’organizzazione che riunisce sportivi ad alto tasso di spiritualità fondata negli anni Ottanta in Brasile e sbarcata anche in Italia in seguito alla diaspora degli atleti sudamericani, l’ex romanista Paulo Sergio in testa.

E così, dopo aver guidato i compagni giovedì scorso al precetto pasquale nella parrocchia di Santa Maria Goretti, i Ciofani sono volati a Milano per celebrare la Pasqua con una giornata di comunione e preghiera insieme ai colleghi cristiani di mezza Italia. Matteo, il più giovane, era già stato al raduno del 2014, con la compagna. Dopo aver mancato l’appuntamento dello scoso anno è tornato a Milano con il fratello Daniel, al «battesimo» ufficiale con gli Atleti di Cristo. Anche se l’attaccante di Avezzano non è un «novizio» del movimento, essendo già entrato in contatto con l’organizzazione nel suo passaggio a Perugia, dove opera una delle «cellule» – così si chiamano i gruppi locali – più attive sul territorio italiano.

Assenti, in questa edizione, i brasiliani di Roma e Lazio Leandro Castan e Felipe Anderson. Il primo lo scorso anno aveva commosso tutti con il racconto della sua lotta contro la malattia e l’importanza che ha avuto per lui la fede nel ritorno in campo. C’erano invece il centrocampista della Juve, ex biancoceleste, Hernanes e il portiere del Napoli Gabriel. Tra una canzone e una lettura, il Profeta ha trovato il tempo per un commento sulla volata scudetto: «Sarà una sfida fino all’ultima giornata». Nella squadra di Cristo categorie e stipendi non contano e sul palco si sono alternate le testimonianze di tanti sportivi «operai» coordinati dal «capitano» Nicola Legrottaglie, punto di riferimento italiano del movimento. Valentini e Nené dello Spezia, mezzo Akragas, tanti giovani e dilettanti venuti in contatto con gli Atleti di Cristo grazie alle gesta dei testimonial più famosi, da Kakà allo stesso Hernanes. A Milano tra sportivi e familiari erano una novantina, numero fermo da almeno un paio di edizioni. «Perché non cresciamo negli ultimi tempi? Non so, molto dipende anche dall’impatto che riusciamo ad avere – spiega Sergio Di Lullo, tra i fondatori della cellula italiana – ad esempio Legrottaglie quando giocava entrava in contatto con tanti calciatori. Da allenatore un po’ meno. Però quest’anno si sono presentati tanti giovani. Speriamo sia un nuovo inizo».

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