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Niente più intoccabili, pressing alto e nuovi arrivi: il francese è tornato al centro del mondo giallorosso

MILANO — Tre mosse chiave, come in una partita a scacchi. Se poi riuscirà anche nello scacco matto è da vedere. Di certo, però, con quelle tre mosse lì Rudi Garcia si sta pian piano riprendendo la Roma. A livello di autorevolezza, appeal e presa sul gruppo.

GERARCHIE — Il primo passo per tornare ad essere visto dal gruppo come il vero condottiero Garcia lo ha fatto azzerando di fatto le gerarchie. La scorsa stagione era stato “accusato” di far giocare i suoi prediletti, a prescindere da tutto e da tutti. L’esempio più lampante, l’utilizzo di Gervinho. Quest’anno, dopo il pari di Verona, ha capito che qualcosa doveva cambiare. (…)
MENTALITA’ — C’è un altro passaggio che ha riavvicinato il gruppo al suo tecnico. È stato un colloquio molto franco, arrivato dopo le due sconfitte (larghe come risultato e come modi) incassate nelle amichevoli estive contro Sporting Lisbona e Barcellona. Lì la squadra ha chiesto maggiore spregiudicatezza, di giocare con una mentalità più offensiva.
AUTOREVOLEZZA — In più, quasi all’ultimo giro di mercato sono arrivati Lucas Digne (“Con Garcia ho iniziato a giocare tra i professionisti, la Roma ha dimostrato di volermi davvero”, ha detto a Canal Plus) e William Vainqueur, due francesi chiesti esplicitamente dal tecnico. Il che, ovviamente, lo ha riabilitato davanti al gruppo anche come status societario.

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