Non si smuove, non fa concessioni alla critica e non dà alcuna indicazione sul futuro prossimo degli azzurri. Antonio Conte fa muro come uno stopper vecchio stampo. Una serie di risposte sui singoli equivalenti a altrettanti no-comment, la negazione che contro Malta ci siano stati problemi, un solo sorriso, per una battuta con Buffon, quando problemi tecnici ai microfoni bloccano la conferenza per un po’. E poi un sassolino che si toglie all’inizio.
FIGLI DI NESSUNO — “La Nazionale è figlia di nessuno. Ed essendo figlia di nessuno è soggetta a critiche. Noi dobbiamo stare zitti e con il lavoro toglierci delle soddisfazioni”. Lui non sta zitto, perché non può, ma le seguenti risposte, dopo questo inizio, assomigliano a quegli “tse” tipici di certi picciotti qui di Palermo, o almeno della loro rappresentazione cinematografica. “Della partita con Malta mi tengo tutto, i tre punti e pure la prestazione, perché ogni gara è una tappa di un processo di crescita. Dove possiamo migliorare? Centrare la porta più di 4 volte, su 22 tiri: questo è lo score contro Malta”.
BOTTA E RISPOSTA — La Bulgaria arriva qui praticamente fuori dai giochi, ma anche qui Conte non ci vuole sentire: “Chi gioca contro l’Italia ha comunque grandi motivazioni, anche se non è più in corsa. L’Azerbaigian che ha fermato la Croazia è un monito”. Poi ecco il muro. Formazione? “Valuteremo domani”. Zaza può giocare con Pellè? “Possono giocare insieme o pure da soli”. Florenzi terzino? “Se gioca stabilmente nella Roma, può farlo anche qui”. Pirlo gioca? “Vedrete alle 20.45”. Alternative a Pirlo? “Ce ne sono tante diverse: Marchisio, De Rossi, Montolivo, Valdifiori”. Oh, sia chiaro, i nomi li aveva fatti chi aveva posto la domanda. Insomma, poche parole: se una risposta convincente arrivasse dal campo, davanti ad almeno 17000 palermitani (tanti i biglietti venduti a oggi), potrebbe pure andare bene così.