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TORINO – E’ trascorsa solo una settimana dalla Pasqua del 1990 e il Liverpool si avvia a vincere il suo ultimo campionato del vecchio millennio, i “Queen” sono la band del momento e l’Italia ha ormai finito di preparare il mondiale di calcio che prenderà il via venerdì 8/6/1990 a Milano con la gara Argentina-Camerun 0-1…l’Argentina ospiterà, poi, il mondiale di basket vinto dall’ultima Jugoslavia unita proprio a ridosso dello scoppio della guerra civile.

Abbiamo già analizzato l’annata calcistica italiana 1989/90 vedendo diverse partite, ma quella che stiamo andando a vedere adesso ha un significato più simbolico che di campo: è la 33° giornata, nonché penultima, di campionato ma le squadre hanno dato già tutto presentandosi a primavera ancora ricche di impegni oltre che di gare importanti da giocare…i match che occupano il cartello d’onore sono chiaramente Bologna-Napoli 2-4, Verona-Milan 2-1, Inter-Fiorentina 2-0, Juventus-Roma 1-1. In gioco ci sta praticamente tutto: la coppia Napoli/Milan è appaiata in vetta quota 47 punti con l’orizzonte dello spareggio salvo sorprese, l’Inter deve difendere il suo 3° posto dal ritorno della Juventus intanto che la Roma vuole provare ad insidiare il 5° piazzamento della Sampdoria al netto di un Bologna già salvo ma con le speranze residue di essere ripescato in Coppa UEFA pure da 8° senza dimenticare che la Fiorentina è già salva mentre il Verona rischia seriamente di andare giù.

I gol si susseguiranno per tutti i 90 minuti dando sempre più emozioni sfruttando la contemporaneità…ed è a Torino che si inizierà da subito a vedere tanto bel gioco: i bianconeri sono l’unico team ancora in lotta su 3 fronti assieme al Milan e vengono dalla semifinale di ritorno di Coppa UEFA pareggiata 0-0 in seguito al 3-2 dell’andata a discapito del Colonia che li ha qualificati alla finale con la Fiorentina da disputare a maggio (sarà la prima volta nella storia del calcio europeo in cui 2 compagini dello stesso paese si contenderanno un trofeo continentale) ma non hanno neanche il tempo di tirare il fiato che fra 3 giorni saranno ospiti dei milanisti per il ritorno della finale di coppa nazionale (0-0 in casa a febbraio e 0-1 in Lombardia con timbro di Galia al 17°) intanto che hanno vinto appena 7 volte nel girone di ritorno; i giallorossi, invece, hanno avuto solo una partita a settimana negli ultimi 2 mesi poiché proprio la Juventus li aveva eliminati in semifinale a metà febbraio (batosta 2-0 a Torino e vittoria ininfluente 3-2 al ritorno dopo essersi trovati 2-0 all’intervallo), arrivando in Piemonte forti di un’imbattibilità iniziata a marzo (4 vittorie e 2 pareggi).

Sfortunatamente questa partita segnerà la fine di un ciclo nella storia della Juve e di questa sfida: nell’aberrante cornice di una Torino piovosa e ventosa, con la partita andata in scena su un terreno pesantissimo, si giocherà l’ultima gara di Serie A (per la Coppa Italia si era già finito a febbraio ma per l’Europa toccherà aspettare fino al 2/5/1990) nella storia dello stadio “Comunale” di Torino…teatro di 20 scudetti fra i quali 18 zebrati in 57 anni di storia…da giugno si giocherà, infatti, al nuovo “Delle Alpi”, costruito sfruttando l’occasione di “Italia ’90”. L’impianto contiene 40000 spettatori, ma quel giorno sono presenti in appena 20560: poco più della metà, fra i quali ben 5000 romanisti in curva “Maratona” arrivati con ogni mezzo per l’ultima trasferta dell’anno; sappiamo, inoltre che ci sono sia i fratelli Agnelli che il patron Boniperti assieme all’ingegner Viola, tutti desiderosi di rinfocolare le tensioni pure dall’alto della loro signorilità…la capricciosa primavera reprime anche la voglia di scontri che attanaglia le tifoserie più estreme al punto che si sceglie solo di assistere alla sfida con il legnanese Beschin a dirigere.

Se facciamo un discorso di formazioni, ci troviamo davanti a 2 club che si rispettano giocando con 2 moduli ben diversi pur potendo fare affidamento su tutti i loro migliori: il 4-3-3 atipico dei padroni di casa facenti capo a Zoff (a cui è già stato comunicato l’ingiusto licenziamento in seguito alla cacciata pure di Boniperti e in attesa che inizi il nuovo corso comandato da Vittorio Caissotti di Chiusano assieme a Luca Cordero di Montezemolo), aventi ben 3 difensori indisponibili come Tricella/Fortunato/M.Serena oltre al giovanissimo escluso, per scelta tecnica, Avallone

[Tacconi (cap.);

Napoli-Bruno-D.Bonetti-De Agostini;

Alejnikov (46° Galia)-Alessio-Marocchi;

R.Barros-Schillaci (62° Zavarov)-Casiraghi]

da contrapporre con il 4-4-2 in linea consolidato ma con marcature a uomo dei lupi di Luigi Radice (arrivato a luglio 1989 ma già sicuro di andarsene fra 2 settimane causa un contratto già pronto per il suo successore Ottavio Bianchi e malgrado un rapporto d’affetto che non lo farà mai dimenticare dai suoi tifosi finché non morirà l’8/12/2018 causa una brutta malattia), privi del loro portiere Cervone (rottosi il ginocchio a marzo in casa del Lecce), i mediani Manfredonia (ritiratosi forzatamente a inizio gennaio causa l’arresto cardiaco che lo aveva colpito il 30/12/1989 a Bologna portandolo ad un passo dalla morte)/Piacentini (squalificato per somma di ammonizioni), i giovani Petruzzi/Cucciari/Muzzi (tutti esclusi per carenza di posti in panchina o, se vogliamo, per la disponibilità di quasi tutti gli effettivi più importanti eccetto Manfredonia)

[Tancredi;

Tempestilli-Berthold-Comi-Nela;

Desideri-Di Mauro-Giannini (cap.)-Gerolin;

Rizzitelli (89° Baldieri)-Voller].

Ben 5 i nazionali che andranno con l’Italia a giocare il mondiale casalingo venendo guidati da Azeglio Vicini: capitan Tacconi/de Agostini/Marocchi/Schillaci e capitan Giannini (piazzatisi 3° da super-favoriti pur non avendo mai perso sul campo) oltre ai giovani azzurri come Casiraghi o Di Mauro/Desideri sommati a veterani già fuori dal giro tipo Nela…ben 2 i sovietici vice-campioni d’Europa come Alejnikov/Zavarov (estromessi ai giorni da ultimi dietro a Camerun/Romania/Argentina)…ci sono poi i 2 tedeschi occidentali Berthold-Voller (futuri campioni) e il portoghese non qualificato R.Barros.

Dopo aver celebrato, negli spogliatoi, il 75° compleanno dell’ingegner Dino Viola, apparso molto nostalgico anche lui al pari dei suoi avversari in tribuna, si comincia: la scuola tattica del nostro paese implica dei duelli molto chiari da subito…accade così che Bruno si attacca a Voller e lo stesso fa Berthold con Schillaci mentre a Rizzitelli ci pensa Napoli al netto di un Barros seguito da Comi portando Nela ad agire sia da terzino fluidificante che dal libero largo e un Casiraghi controllato a vista da Tempestilli avendo una zona di centrocampo in cui Gerolin stringe per controllare Alejnikov e Alessio si stabilizza su capitan Giannini spingendo Di mauro a scontrarsi con il redivivo Marocchi, defilato di posizione ma sempre nel cuore del gioco, ottenendo che solo Desideri possa spingere pur trovandosi un cliente pari a lui sul livello di De Agostini. In una situazione simile diventa chiaro che, essendoci solo i portieri privi di compiti da sbrigare, ci sia un continuo annullamento delle parti in causa a favore di un tatticismo esasperato la cui logica conseguenza saranno le ammonizioni dell’ex Bonetti/Marocchi prima di Nela/Di Mauro…sul piano delle occasioni, intanto che a Bologna saremo già 0-3 dopo un quarto d’ora e all’intervallo si sarà segnato su tutti i campi più importanti, vedremo solo il palo colpito appena dopo la mezz’ora, in seguito ad una triangolazione insistita Voller-Giannini-Voller-Rizzitelli, ma il destro del pugliese non è incisivo abbastanza da infrangersi solo sulla base del montante destro per poi andare fuori.

Alla ripresa Zoff toglie uno spento Alejnikov per rinforzare la mediana attraverso un uomo di maggiore fisicità come Galia e il gioco dei suoi ne risento in positivo: prima Tancredi vola a deviare in corner un pregevole tuffo di testa di Casiraghi da cross di De Agostini proveniente dalla sinistra e poi salva su diverse mischie…sembra che adesso l’iniziativa sia tutta dei torinesi, ma al 64° gli ospiti si portano in vantaggio su punizione di Desideri dai 20 metri deviata da Bruno in barriera verso Rizzitelli, che in acrobazia tocca di tacco destro anticipando Tacconi e consentendo a Voller di battere di testa a porta vuota lo 0-1 (13° marcatura su 14 totali in Serie A ma saranno 15 a conti fatti, calcolando anche le 2 in coppa nazionale); lo sblocco del risultato appare come una liberazione, soprattutto calcolando il fatto che al 62° era anche entrato il fresco Zavarov per l’evanescente Schillaci, ma i romani non hanno neanche il tempo di esultare che, al 68° Alessio batte un’ottima punizione in mezzo all’area consentendo a Casiraghi (4° punto messo a segno da lui in campionato ma non sarà l’ultimo fino a maggio…) di scappare alla marcatura sia di Nela che di Tempestilli costringendo a Tancredi a toccare ma senza riuscire a bloccare l’1-1 (errore piuttosto evidente, a dire la verità). Da qui non succede più nulla (le reti dei secondi 45 minuti si erano condensate tutte proprio fra 62°-68°), a parte il fatto che si ascolterà con attenzione ciò che accadrà dalle altre parti e il boato del 2-1 del Verona all’89°, minuto dell’innesto di Baldieri per Rizzitelli, con il Milan in rimonta verrà ripetuto anche in Piemonte, sapendo le rivalità intercorse fra le 2 parti in causa con i rossoneri.

La soddisfazione di Radice per la prestazione di tutti i suoi titolari e la commozione di Zoff per gli applausi del suo pubblico fanno da contraltare ad una gara non bella ma decisamente intensa fra 2 tecnici fin troppo bravi ma mai reclamizzati abbastanza…

Se i conti si faranno solo fra una settimana a livello nazionale, per sapere cosa accadrà a livello continentale bisognerà attendere metà maggio: la Juventus sarà 4° dietro a Napoli/Milan/Inter mentre la Roma si posizionerà 6° alle spalle della Sampdoria riconquistando l’accesso europeo dopo 24 mesi…in Coppa Italia gli juventini otterranno la loro 8° affermazione dopo aver castigato sia Roma che Milan/Sampdoria negli ultimi 3 turni…sul versante della Coppa UEFA ci sarà un’altra gioia per il team di Zoff, che si imporrà 3-1 in casa per poi amministrare il ritorno bloccando sullo 0-0 ad Avellino (campo neutro causa la ristrutturazione dello stadio di Firenze ed una controversa squalifica di quello di Perugia) i fiorentini in modo da godersi la 2° vittoria nel torneo (l’anno seguente avranno comunque accesso alla Coppa delle Coppe consentendo di allargare, nell’annata migliore del calcio italiano, la griglia nostrana di partecipazione alle coppe) prima che l’esordio in Supercoppa Italia si concluda 5-1 in favore del Napoli ad agosto in terra partenopea (maggior scarto mai visto nella storia della competizione)…3 finali di coppa in meno di 100 giorni e arrivo nelle prime 4 in campionato, il modo migliore di omaggiare Gaetano Scirea, indimenticato campione del passato sabaudo morto in un tragico incidente stradale in Polonia il pomeriggio dei domenica 3/9/1989.

Fine del viaggio di avvicinamento a Juventus-Roma…cosa sta per succedere?

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