KishnaIl nuovo esterno è contento dell’arrivo a Roma e sempre più dentro gli ingranaggi di Pioli

C’è una foto che gira da qualche settimana sul web. Si tratta di una maglia della Lazio arancione con l’aquila stilizzata bianca. Niente di ufficiale, solo una proposta suggestiva lanciata da un tifoso biancoceleste, un tributo per la “Laziolanda” che è nata in questa stagione. Già, perché De Vrij, Braafheid, Hoedt e Kishna formano la colonia olandese più numerosa della storia del club. Non che fosse difficile: nei 115 anni di vita della Lazio, prima di loro 4 solo altri 3 olandesi avevano vestito la maglia biancoceleste. O meglio, 2 “e mezzo”. Perché oltre a Stam e Winter, nel calcolo ci finisce pure Renè Van de Kerkhof, uno dei centrocampisti più forti dell’epoca, acquistato nell’estate 1980 e andato via poco dopo a seguito della retrocessione a tavolino: a quei tempi non era possibile tesserare giocatori stranieri in serie B. I quattro orange a disposizione di Pioli, insomma, sono un inedito assoluto. Diretta conseguenza della “svolta olandese” attuata dalla società nell’ultimo periodo, cui va aggiunto l’affidamento dell’Academy al guru Joop Lensen.

Non sorprende dunque che l’ultimo arrivato, Ricardo Kishna, non abbia trovato particolari problemi nell’inserimento: “Ci vuole un po’ per abituarsi, il calcio italiano é completamente diverso da quello olandese. Le tattiche, il campo, ma soprattutto la lingua non sono gli stessi. Per fortuna Hoedt mi aiuta a colmare alcune lacune. Mi sto ambientando bene, sento di aver fatto la scelta giusta”. L’ex Ajax si è innamorato dell’Italia e di Roma in particolare: “Il tempo è bellissimo, il cibo delizioso. Mi sto godendo ogni dettaglio di questa nuova esperienza. Anche a livello professionale ho già giocato molti più minuti di quanto mi sarei aspettato e sono certo che a settembre sarà ancora meglio”. Insieme ai suoi 3 connazionali, forma l’enclave più “popolosa” della rosa (che comprende 7 italiani), davanti ai 3 serbi Basta, Milinkovic e Djordjevic; staccate a 2 le delegazioni spagnole (Keita e Patric), brasiliane (Felipe Anderson e Mauricio) e argentine (Gentiletti e Biglia).

Seguono a uno Francia (Konko), Germania (Klose), Australia (Oikonomidis), Inghilterra (Morrison), Bosnia (Lulic), Romania (Radu), Albania (Berisha) e Nigeria (Onazi). E chissà che a gennaio non possa scendere a un solo elemento pure la rappresentanza argentina: Biglia spinge per una cessione, il Manchester United resta in finestra. La trattativa per il prolungamento del contratto non sarà semplice, insomma. E intanto il giocatore ha chiesto e ottenuto una rettifica ai media argentini che nei giorni scorsi avevano parlato di un accordo raggiunto: “Non ho firmato alcun rinnovo con la Lazio”.