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Scelte spiazzanti, tattica, psicologia, gestione del gruppo: così il giovane tecnico sta conquistando giocatori e tifosi. E vuole utilizzare Felipe Anderson alla Cuadrado nel 3-5-2

Piano piano, con intelligenza e coraggio, Simone Inzaghi si sta prendendo la Lazio. Ha battuto Oddo spiazzandolo con un modulo che l’amico-rivale non si aspettava, quel 3-5-2 capace di mandare in confusione il Pescara. Ora è consapevole, Inzaghino, che la sfida di domani sera al Meazza contro il Milan è un esame di maturità per lui e la sua Lazio.

Ieri mattina, a Formello, si è complimentato con i i giocatori e – subito dopo il club manager Peruzzi – ha parlato alla squadra: “Mi dispiace per chi è rimasto fuori. In questo momento dobbiamo fare un po’ di turnover, anche se non abbiamo le Coppe. Capisco che chi non ha giocato ci sia rimasto male”. Però poi ha invitato tutti a concentrarsi sulla grande partita di domani: “Recuperiamo le emergie, la sfida con il Milan è tosta. Dimentichiamo gli elogi e diamo seguito alla vittoria sul Pescara”.

Il tecnico biancoceleste sta dimostrando di saper gestire il gruppo. Gioca chi si allena meglio, così nessuno si può sentire escluso, tutti possono avere una possibilità. Compreso Djordjevic, che sembrava ai margini della rosa. Al contrario, chi non dà le risposte giuste, come Kishna, può passare dal posto di titolare alla tribuna. Cambiano le scelte sui giocatori e possono cambiare i ruoli. Per esempio Inzaghi pensa a un Felipe Anderson alla Cuadrado, quando tornerà a giocare con il 3-5-2. Anche il colombiano nasce come attaccante esterno e poi Allegri l’ha trasformato in un cursore di fascia destra con licenza di segnare e confezionare assist. Non sarà facile convincere Felipe, ma Inzaghi ci proverà.

Così come ha fatto capire al gruppo che il modulo cambierà in base alle esigenze della partita. Contro il Milan potrebbe essere il 3-4-3 visto con la Juve, o di nuovo il 3-5-2. E vuole insistere sulla difesa a tre con Bastos, de Vrij e Radu: saranno loro ad affrontare Niang, Bacca e Suso. Lo ha convinto pure il ritrovato Cataldi, bravissimo nei calci piazzati non a caso provati e riprovati a Formello venerdì e sabato mattina. Dovrebbe giocare ancora lui, domani, perché Biglia sta meglio ma non è ancora pronto. Aspettava da tempo l’occasione giusta, il ragazzo cresciuto nel vivaio biancoceleste, e ha saputo sfruttarla.

Di sicuro giocherà questo Milinkovic devastante: “Sono felice per la mia prima rete all’Olimpico”, l’esultanza via social dopo la sua miglior partita da quando è alla Lazio, impreziosita da un gol spettacolare. D’altronde il colpo di testa in elevazione è la specialità della casa. Una rivincita per lui su dubbi e critiche, adesso Inzaghi deve trovare il modo di utilizzarlo con la continuità che merita. Tutto il gruppo segue il tecnico e ora sogna il colpo a Milano, dove la Lazio non batte il Milan in campionato addirittura da 27 anni, dal famoso autogol di Maldini nella sfida del 3 settembre 1989. Ma la vera impresa sarebbe riportare la gente all’Olimpico: lo stadio vuoto mortifica una squadra che invece sa divertire e ha voglia di volare.

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