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La squadra prepara la trasferta contro il Chievo. Rientrato l’allarme per Immobile

ROMA – Dopo l’abbraccio reale di Inzaghi, quello virtuale di Immobile. Ma non vale di meno, anzi: “Io e Keita? Un bell’attacco. Possiamo fare bene già contro il Chievo”, dice il centravanti napoletano, reduce dal bellissimo gol in Nazionale, un diagonale potente e preciso alla Giordano. Lui fa il modesto, sa che è troppo presto per scomodare mostri sacri: “I paragoni con i grandi del passato mi rendono felice, qui nella Lazio hanno giocato tanti attaccanti forti”. Era in Paideia per i previsti controlli clinici, ma l’allarme è rientrato: “Sto bene”. E vuole segnare anche a Verona, come a Bergamo e in Israele. È il suo momento, va vissuto con entusiasmo e senza pause.

Studia anche da leader, Immobile. Significativo, appunto, quell’abbraccio virtuale a Keita. Un modo per sostenere il piano di Inzaghi, orientato a rilanciare il monello senegalese già contro il Chievo. Sì, da titolare. Certo non bastano le scuse e l’impegno dimostrato nei primi due allenamenti settimanali. Gli atteggiamenti devono essere da professionista esemplare ogni giorno fino a domenica. Allora davvero Keita può sperare di trovare posto nella formazione iniziale. Deve riconquistare i compagni, convincere la società. Perché resistenze al progetto di Inzaghi ci sono, è normale. Ne ha combinate di tutti i colori, Keita, in questa tormentata estate biancoceleste. Non si è presentato all’appuntamento con la squadra in partenza per Auronzo, si è chiamato fuori alla vigilia della prima di campionato, il suo procuratore ne ha chiesto la cessione. Roba grave, i senatori dello spogliatoio faticano a perdonarlo. Il club manager Peruzzi media, lui e Inzaghi gestiscono il gruppo e la quotidianità di Formello, Lotito e Tare il resto, mercato compreso. La struttura societaria è più articolata, la divisione dei compiti è una conquista, ma la nuova armonia va consolidata con i risultati.
Possibile che alla fine Keita vada in panchina, conta che torni a sentirsi parte (importante) della Lazio. Convocabile, utilizzabile, magari decisivo a partita in corso. Per il rinnovo del contratto c’è tempo, prima dovrà dimostrare di essere tornato il Keita immarcabile che fa impazzire i laziali: poi la proposta seria arriverà, Inzaghi lo considera tecnicamente indispensabile e spinge la società a blindarlo. Come i tifosi, anche l’allenatore è attratto da quel tridente giovane e imprevedibile: Felipe-Immobile-Keita. Provate a prenderli, in contropiede. Ora che la difesa regge, con Bastos e de Vrij, e il centrocampo fa filtro, con Biglia e Parolo, sarà un piacere sganciare le frecce verso la porta avversaria. Lo sanno anche i senatori che quel monellaccio va recuperato perché può regalare vittorie, per questo sono giorni importanti per l’intera stagione della Lazio.
Un bivio, sì. Bisogna imboccare la strada giusta, tutti insieme. Senza sottovalutare che se la società sul mercato ha preso il sostituto di Candreva (Luis Alberto) ma non quello di Keita, una ragione ci sarà: c’era già la volontà di recuperare il ragazzo alla causa, una volta capito che in giro per l’Europa non c’era nessuno disposto a investire 30 milioni per lui. Allora è la Lazio che deve investire su Keita: se funziona tutto, l’estate prossima varrà il doppio. Quindi è anche interesse del club accontentare Inzaghi e sostenerlo nella linea della pace, rilanciando l’attaccante quanto prima: Verona è già l’occasione giusta.

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