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ROMA – È il freddo inverno del 1989 quando Bertolucci riceve 9 Oscar con il film “L’ultimo imperatore”, nasce ufficialmente il partito della “Lega Nord”, la Banda della Comasina a Milano e la Banda della Magliana a Roma si ritrovano a soccombere contro la nuova criminalità emergente nelle grandi città mentre la Serie A riparte dopo una settimana dall’Epifania con il XIII° turno e i match più interessanti sono lo scontro al vertice Napoli-Inter, lo scontro-Europa Fiorentina-Juventus, il derby Lazio-Roma di nuovo in massima lega dopo 4 anni solari (non si giocava dal 24/3/85 quando finì 1-1 sempre “in casa” dei biancocelesti). 

Lo stadio “Olimpico” non registra il “sold out” e ci si accontenta “solo” di 45.000 presenti poiché è in corso la ristrutturazione per i mondiali dell’anno seguente e gli ospiti dovranno accontentarsi di mezza curva oltre a dover sfruttare la “Tribuna Tevere” per la coreografia di inizio gara conseguentemente ai gravi scontri della mattinata in cui un ventenne verrà accoltellato e se la caverà con una prognosi di 10 giorni oltre mettere sul bilancio 20 feriti con 10 arrestati…solito corredo deprecabile di comportamenti immancabili pure se inaccettabili. 

Calleri e Viola siedono in “Tribuna Montemario” mentre Materazzi con Liedholm sono in panchina a mettere dentro tutti gli stranieri disponibili: Sosa, Dezotti contro Portaluppi, Voller (Gutierrez e Andrade sono infortunati)…ad arbitrare ci sta D’Elia mentre i moduli sono speculari e ricalcano il classico 4-3-3 di scuola italiana prima di divenire un 4-5-1 per i laziali oltre al 4-5-1 a zona per i romanisti che mutera’ in 4-4-2 e 3-5-2 rudimentale nel finale:

{Fiori;

Beruatto-Piscedda [cap.]-Marino-Monti;

Icardi-Acerbis-Pin;

Sosa (87° Muro)-DiCanio-Dezotti (89° Greco)} 

da un lato e

{Tancredi;

Tempestilli-Collovati-Nela-Oddi (82° Gerolin);

Policano-Desideri-Portaluppi (46° Conti)-Giannini [cap.]-Massaro;

Voller}

dall’altro. 

Da subito la gara evidenzia una Lazio in palla e una Roma molto contratta a causa di Massaro (ala offensiva con licenza da II° punta), Portaluppi (costruttore di gioco dalla trequarti avversaria in su ma totalmente anarchico da qualunque compito di ripiego), Giannini (mediano di spinta in alternativa a regista), Desideri (ala destra con poca capacità da mediano) schierati a formare un’unica linea nevralgica con Policano pur essendo quasi tutti in ruoli che non prediligono in un gioco a cui non riescono a destreggiarsi troppo e in cui le assenze di Manfredonia, DiMauro, Signorini incidono più di Gregucci, Bergodi, Gutierrez forse anche per la sconfitta nella settimana precedente contro la Juventus per 1-3 ancora nella capitale…trascorrono 25 minuti ed è 1-0: Acerbis serve Sosa sulla sinistra e arriva puntuale il cross basso a centro area con DiCanio che realizza suscitando parecchia tensione venendo a esultare sotto lo spicchio giallorosso in segno di sfida con il dito puntato quasi come fece Chinaglia 15 anni addietro; da allora seguono poche occasioni unite ai cartellini di Piscedda, Sosa e Policano, Desideri ma all’intervallo tutto resta uguale. 

Al rientro Liedholm butta dentro Conti (che rimediera’ presto il giallo) per Portaluppi cercando di sfondare di più sulle fasce avvicinando Massaro a Voller ed allargando Policano assieme al neo-entrato ma la reazione si esaurira’ in un miracolo di Fiori su Voller ed una traversa ancora del bomber tedesco (sempre troppo isolato) ma il tabellino non cambia più lasciando spazio solo al nervosismo ed alle sostituzioni conclusive. 

A fine gara 3/4 dell'”Olimpico” gioisce in piena estasi: dopo 10 anni la Lazio rivince la stracittadina, non accadeva dal 18/3/79 (Roma-Lazio 1-2) mentre l’ultima vittoria casalinga degli “aquilotti” era datata 28/11/76 (Lazio-Roma sempre 1-0) mentre la Roma si lecca le ferite con una crisi sempre più palpabile (non vince da Roma-Napoli 1-0 del 31/12/88 e fra Juventus, Lazio, Milan tutte e 4 in casa rimedierà appena 2 punti su 8…) sommata ad un ciclo glorioso ormai terminato. 

Nel giugno seguente (torneo finito tardissimo causa olimpiadi di Seul nel settembre 1988) gli aquilotti raggiungono relativamente i propri obiettivi: X° posto in campionato e salvezza ottenuta in discreto anticipo (a pari punti ma con migliore differenza-reti a discapito di Verona, Ascoli, Cesena, Bologna) con Coppa Italia finita nei quarti contro l’Atalanta mentre i lupacchiotti piangeranno lacrime di fuoco a causa dello spareggio-Uefa perso a Perugia il 30/6/1989 contro la Fiorentina grazie ad una rete di niente poco di meno che…Roberto Pruzzo (al suo ultimo gol fra i professionisti) ed VIII° piazzamento in Serie A da aggiungere a una Coppa nazionale chiusa in settembre nel girone con Ancona, Pisa, Pescara ed una Coppa Uefa con uscita agli ottavi al cospetto della semifinalista Dynamo Dresda.

La storia ci riserverà altre gare bollenti di Lazio-Roma…magari anche nell’immediato futuro. 

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