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MILANO – Quando si dice che non è mai detta l’ultima parola fino al fischio finale nel calcio, si intendono quei momenti in cui hai una gara in totale controllo ma non riesci a portarla a casa: a Milano è andata in scena una delle sfide più incredibili dell’epoca recente fra Milan e Juventus con il risultato che, ad oggi, tutto è ancora aperto…almeno sulla carta.

In questa calda serata di luglio, con stadio ancora a porte chiuse e alla presenza solo delle dirigenze, è andata in scena quella che potremmo definire “LA LUCIDA FOLLIA DI SARRI” rifacendoci al titolo dei giornali il giorno dopo del famigerato derby Torino-Juventus 3-2 del marzo 1983: stavolta cambia il risultato ma le assonanze sono fin troppe. Pioli adopera il suo solito 4-2-3-1 mutato in 4-3-1-2 a 10′ dal termine

[Donnarumma;

Conti (82° Calabria)-Kjaer-Romagnoli (cap.)-Hernandez;

Kessie’-Bennacer;

Rebic (82° Krunic)-Paqueta’ (46° Calhanoglu)-Saelemaekers (59° Leao);

Ibrahimovic (67° Bonaventura)]

mentre Sarri adopera il classico 4-3-3 rimaneggiato solo per quanto concerne gli uomini nel finale pur dovendo fare a meno di quasi tutti i difensori ad eccezione di quelli in campo e Sandro in panchina oltre a dover rimpiazzare Dybala

[Szczesny;

Cuadrado (77° Sandro)-Rugani-Bonucci (cap.)-Danilo;

Bentancur (90° Muratore)-Pjanic (69° Ramsey)-Rabiot (69° Matuidi);

Bernardeschi-Higuain (69° D.Costa)-C.Ronaldo].

Questa rientra nella categoria delle partite a 2 volti: 1° tempo bloccatissimo con, solo, l’ammonizione di Paqueta’ a danno di Bentancur e quella di Bennacer (entrato in diffida) sul medesimo avversario, il gol annullato a Ibrahimovic per fuorigioco netto nel recupero oltre a diverse occasioni pretenziose ed inutili o fuori bersaglio da ambo le parti con suggello di uno 0-0 che aveva visto sugli scudi, almeno alla viglia, la sfida nella sfida fra 2 dei migliori attaccanti del pianeta…Ibra contro CR7…con il risultato che al duplice fischio si era ancora 0-0 e pareva che il vento soffiasse dalla parte dei piemontesi.

Quando si riparte la Juve sembra aver ritrovato la freschezza delle ultime settimane e riesce, con un’azione magistrale di Rabiot (percussione di 50 metri palla al piede) a portarsi sullo 0-1 grazie ad un sinistro magistrale incrociato dal limite dell’area che s’infila nella convergenza dei pali e al 62° sembra arrivare la pietra tombale della serata con un lancio lungo di Cuadrado spizzato male dalla coppia dei centrali milanisti in favore di C.Ronaldo, il quale depone lo 0-2 al volo di destro quando scocca il 62° dicendo, al momento, che i rossoneri sono fuori dall’Europa e i suoi hanno 10 lunghezze di vantaggio sulla Lazio che era crollata a Lecce per 2-1…sembra tutto finito e i padroni di casa appaiono stanchi oltre che disorientati malgrado gli innesti di Calhanoglu con Leao e con Rebic che si aggiunge agli ammoniti. Il tutto cambia radicalmente al 62°, quando Bonucci devia, accidentalmente e senza aumentare il volume del corpo, un colpo di braccio dello stesso Rebic durante una mischia in area…contro ogni previsione Guida viene richiamato dal VAR e assegna rigore+cartellino giallo al capitano sabaudo (unico sanzionato dei suoi) consentendo ad Ibrahimovic di insaccare l’1-2 spiazzando l’incolpevole portiere juventino in modo da cambiare totalmente il corso degli eventi: quelli che seguono solo 5 giri di lancetta apocalittici durante i quali gli uomini di Sarri perdono totalmente il controllo consentendo a Kessie’ di fare 2-2 al 66° sfruttando una deviazione di Danilo a chiudere una triangolazione Leao-Ibra-Kessie’ e dopo 60” ecco il 3-2 di Leao con un velenoso contropiede su cui Rugani commette un fallo a danno di Rebic non fischiato per il vantaggio e mette il tocco decisivo con lo stinco riaprendo i giochi dello scudetto diminuendo il proprio bottino fino a +7 in classifica; a questo punto i capolisti non hanno più nulla da difendere e caricano all’attacco a testa bassa cambiando 5 uomini nella speranza di dare maggiore mobilità alla manovra ma ormai le gambe non vanno più e le occasioni si contano sulle dita di una manovra cui la maggiormente nitida è uno stacco imperioso di Rugani da corner di Pjanic su cui Donnarumma è miracoloso…da qui vediamo una Juve affannata e disorientata che prova a piazzare l’assedio non creando, in vero, nulla di clamoroso a livello di occasioni mentre il Milan appare rinato riuscendo a chiudere i giochi al 79° grazie ad uno scellato errore da principiante di Sandro (appena entrato) che spiana la strada a Bonaventura, rapidissimo nel servire Rebic per il 4-2. Nel finale ci sarebbe da raccontare l’ammonizione di Conti per un’entrataccia su Costa oltre ad un gol annullato per un netto off-side di C.Ronaldo da assist di Bernardeschi…ma la realtà è che prima o poi la squadra torinese doveva perdere e perdere in casa milanista in campionato (non accadeva dall’1-0 dell’ottobre 2016 firmato Locatelli) ma il fatto che sia accaduto proprio stavolta ci dice delle cose precise: il Milan è rinato, e non solo per Ibrahimovic (sforante i 172 gol in Italia), ritrovandosi a poter tirare la volata europea assieme al Napoli avendo schiantato le migliori in 3 giorni con 2 prove magistrali intanto che i bianconeri si leccano le ferite per questo k.o. tecnico inaspettato nei modi ma prevedibile sulla carta dovendo fronteggiare un altro impegno molto ostico contro l’Atalanta…mantenere il vantaggio di 2,5 match sarebbe fondamentale per poter restare a comandare la sfida a distanza in vista di sfide maggiormente agevoli.

Si torna in campo fra 3 giorni ma questo turno deve ancora dirci molto…sediamoci e vediamo cosa uscirà fuori.

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