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NAPOLI – Il calcio è da sempre una delle maggiori fonti di business e passione dell’Italia producendo partite restanti nella memoria degli appassionati soprattutto per bacheche e continuità di vittorie, ma non tutte sono sinonimo di prestigio e tradizione, vi sono infatti alcuni match che entrano nell’epica avendo palmares di medio livello ma tifoserie e giocatori di alta caratura…uno di questi è Napoli-Lazio: ciucci contro aquile, azzurri contro biancocelesti, l’orgoglio contro la voglia di emergere.
Le origini di questa disputa risalgono al 1926,quando il Napoli nacque dalla fusione fra i 2 club esistenti nella propria città (FC Naples e US Internapoli) e la Lazio aveva già circa 26 anni di storia alle spalle ma non si parlerà di trofei fino agli anni del “boom economico”, quando il club capitolino vincera la sua I° Coppa Italia nel 1958 e il Napoli la eguagliera’ nel 1962…questa partita era solo una pallida e sporadica controfigura del “Derby del Sole” Roma-Napoli con soli risultati fini a sé stessi.
Solo a partire dagli anni ’70 vedremo un alzamento del livello tecnico e di risultati da ambo le parti: I° scudetto romano nel 1973/74 con personaggi come Lenzini, Maestrelli a dirigere una banda scatenata e divisa in clan comandati da Chinaglia opposto a Wilson e bis napoletano in coppa nazionale nel 1975/76 ma le epoche d’oro non sono ancora iniziate malgrado cornici di pubblico e un calore sempre più che degni di sfide al vertice.
Fino alla seconda metà del decennio seguente non vi saranno notizie di evidenza apparte feroci scontri fra le curve rivali dovuti soprattutto al gemellaggio dell’epoca fra i partenopei e i romanisti (amicizia rottasi ufficialmente nel 1988 favorendo un alleggerimento dei rapporti nella disputa in questione) ma anche al fatto che tale match si sia tenuto per almeno 3 volte all’ultima giornata di campionato: 1972/73, 1989/90, 2014/15.
Nel I° caso (20/5/1973) si narra una leggenda da parte dei romani: la loro squadra si stava giocando il tricolore da neo-promossa con Juventus e Milan (meneghini davanti con le altre 2 compagini a pari punti e a una lunghezza di ritardo) ma con una loro vittoria si sarebbe certamente andati allo spareggio con una delle 2…mentre i bianconeri vinceranno a Roma e i rossoneri perderanno a Verona, i biancocelesti si troveranno davanti un Napoli estremamente voglioso di giocarsi tutto malgrado una stagione senza ulteriori vincoli (si dice che avessero ricevuto un premio a vincere da qualcuno) e a un minuto dal termine arriva il gol di Damiani che sentenzia: 1-0 e inizio del concitatissimo post-match con una bagarre negli spogliatoi che durerà per alcune ore (fra i più esagitati si suppone ci fossero Chinaglia, Wilson e proprio Damiani, Juliano), vedrà coinvolti quasi tutti i presenti in campo oltre a duri contatti sugli spalti.
Nel 1985 inizia il periodo più glorioso del club campano sotto la presidenza di Ferlaino e le guide tecniche di Bianchi, Bigon: 2 scudetti (1986/87 e 1989/90), 1 Coppa Italia (1986/87, saranno l’unico team del “mezzogiorno” a riuscire nel “double”) 1 Supercoppa Italia (1990), 1 Coppa Uefa (1988/89), 2 secondi posti (1987/88,1988/89), 1 terzo posto (1985/86), 1 finale di Coppa Italia persa (1988/89) ammirando campioni come Krol, Ferrara, De Napoli, Bagni, Alemao, Maradona, Giordano, Careca, Carnevale (dai nomi dei 4 attaccanti nascerà l’acronimo di “Napoli Ma.Gi.Ca“) mentre gli avversari dovranno far fronte ad una dura regressione che li porterà a passare parte del decennio precedente e quasi tutto quello corrente in serie cadetta (retrocessioni nel 1979/80 per il calcioscommesse e nel 1984/85 per meriti sportivi) con un lento ritorno nell’elite’ solo nel 1987/88 ma Napoli-Lazio assumerà comunque ancora il connotato di una gara decisiva: è il 29/4/1990 e gli azzurri, vincendo 1-0 con gol di Baroni all’ultima giornata, si laureano per la II° volta (e ultima) campioni nazionali.
Tra gli episodi più incresciosi nelle relazioni fra le tifoserie di fine decade va ricordato ciò che accadde nell’estate del 1987 quando le aquile si trovarono a giocare gli spareggi per non retrocedere in III° serie in un triangolare con Campobasso e Taranto: i confronti si sarebbero giocati in una Napoli ancora festante per il suo I° tricolore vinto il 10 Maggio ma ciò non basterà a tenere tranquilli gli animi…il 27/6/1987, dopo la partita Taranto-Lazio 1-0, i numerosi pullman dei supporters capitolini vengono presi a sassate e incendiati (si suppone dagli abitanti locali) in un’atmosfera più calda per il tifo che per il clima con conseguenti cariche della celere.
Gli anni ’90 e la prima decade del 2000 sortiranno l’effetto contrario: in riva al Volturno arriveranno momenti bui che culmineranno nella doppia retrocessione del 1997/98, 2000/01 e il fallimento nel 2004 con risalita dalla Serie C alla massima categoria solo nel 2007 mentre in riva al Tevere si vivrà il ciclo migliore degli aquilotti, grazie a un presidente presente come Cragnotti e allenatori tipo Eriksson a guidare un “All Star Team” con nomi meno fortunati (Signori, Casiraghi, Gascoigne) e gli autori del miracolo di fine secolo (Mihajlovic, Veron, Simeone, Almeyda, Nedved, Stankovic, Salas, Boksic da tutto il mondo e capitan Nesta, Vieri, Mancini, Inzaghi II°, Dino Baggio come migliori esponenti del bacino di utenza romano per la nazionale)…Un ciclo fatto di 1 scudetto (1999/2000), 3 Coppe Italia (1997/98, 1999/2000, 2003/2004), 1 Supercoppa Italia (2000, per l’unico club del centro in grado di conquistare il tris a livello territoriale nello stesso anno), 1 Coppa delle Coppe (1998/99), 1 Supercoppa Europa (1999), 1 secondo posto (1998/99), 2 terzi posti (1994/95, 2000/01), 1 finale persa di Coppa UEFA (1997/98) ma un periodo che costerà carissimo riverberando inquietanti riflessi a metà del decennio con il crac del gruppo “CIRIO” facendo finire la Lazio sull’orlo del baratro fallimentare assieme ai rivali (salvata però da un decreto controverso di cui beneficeranno in pochi nelle stesse condizioni dopo la stagione delle follie) abbassando, però, paurosamente le pretese di tutto l’ambiente specialmente dopo il coinvolgimento del neo-presidente Lotito nella vicenda di “Calciopoli” emersa nella primavera del 2006.
Fino al 2010 vi sarà solo un piccolo colpo di coda della Lazio con le 2 coppe nazionali vinte nel 2008/09 (Coppa Italia e Supercoppa Italia) ma per vedere il ritorno delle contendenti da comprimari a protagonisti assoluti tocca aspettare il 2011: da allora transiteranno nelle città vari nomi di caratura e fra i più vincenti dei propri team come De Laurentiis e Lotito dietro ai soli Ferlaino e Cragnotti; Benitez, Sarri e Inzaghi II° in panchina; il capitano Hamsik, Lavezzi, Cavani, Albiol, Koulibaly, Callejon, Mertens, Higuain e Hernanes, Klose, Lulic, Parolo, Candreva in campo…nomi capaci di regalare alle proprie bacheche 3 Coppe Italia (2011/12 e 2013/14 per il Napoli e 2012/13 per la Lazio), 2 Supercoppe di lega (2014 per gli azzurri e 2017 per i biancocelesti) oltre a 3 secondi posti dei partenopei, posizioni più che dignitose dei capitolini, confronti pirotecnici fra cui il vero e proprio spareggio all’ultimo turno del 2014/15 in cui i padroni di casa dovettero cedere l’accesso alla Champions agli ospiti con un sofferto 2-4 (al ritorno nell’Europa dei grandi dopo 7 anni).
Da qualche tempo Napoli-Lazio ha evidenziato connotati tipici di una grande classica con gare vietate ai deboli di cuore e affascinanti storie di doppi ex (Giordano, Manservisi, Vinazzani) in una rivalità che divide metropoli meravigliose come Napoli e Roma anche in ambiti tipo il cibo e la musica…ma solo 2 cose non cambiano mai per nessuno e sono l’amore per i propri vessilli oltre ai colori che aumentano esponenzialmente il fascino di ogni occasione: Napoli-Lazio…tante storie ma 2 soli colori, l’azzurro e il bianco.
Vedremo domenica prossima se verrà rispolverato il passato rendendo lo spettacolo ancora una volta fra i più avvincenti nella storia del calcio italiano.

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