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NAPOLI – Sta per finire l’inverno 1987 e mentre le tv private iniziano la loro sempre più veloce scalata al monopolio italiano, l’Olimpia Milano (sponsorizzata “Tracer”) si avvia a vincere il suo “grande slam” trascinata da campioni a livello di D’Antoni-Meneghin-McAdoo-Premier-Gallinari-Pittis oltre a coach Peterson in panca, negli USA i Los Angeles Lakers di Johnson si giocano il titolo NBA con i Boston Celtics guidati da Bird e a giugno la Grecia vincerà gli europei di basket superando l’URSS ai supplementari intanto che l’Italia si gode il decennio dei “ruggenti anni ’80” pronta a fiondarsi nella decade seguente prospettando un grande futuro.

Sono tempi prosperi per la nostra penisola e la spensieratezza la fa da padrone: lo sport, come l’entusiasmo, è compagno di viaggio quotidiano e il calcio si inserisce nelle menti degli appassionati come la disciplina più popolare…ricordi nitidi tipo le eterne domeniche a trascorrere i 90 minuti con le radioline attaccate all’orecchie se non si poteva andare allo stadio o a vedere le poche trasmissioni che facevano sintesi, risicate, solo di alcuni match. In particolare, per la 22° giornata di Serie A, ci troviamo davanti una classifica incerta dove, a occupare la scena, ci sono soprattutto, Inter-Juventus e Napoli-Roma…i partenopei comandano la classifica con 33 punti a +5 sui torinesi e i capitolini (oltre al Milan) mentre i nerazzurri si trovano in zona coppe a -7 di distacco; indubbiamente si tratta di un torneo che si sta rivelando più che interessante ma che è destinato ad essere privo di verdetti ancora per molto: al “San Paolo” continua ad esistere un labile gemellaggio fra gli azzurri e i giallorossi ma è pure vero che, ormai, i rapporti si stanno iniziando a guastare nonostante l’arrivo di 3000 romanisti a fare da opposizione al “muro” di 60000 (almeno) napoletani presenti, che fanno montare l’incasso a ben 1.850.000.000 di lire (record per l’epoca), da cui bisogna detrarre 15 biglietti (rimasti invenduti causa l’assenza di persone disabili, come riportato dai reportage) e che vedono spiccare le presenze dei presidenti Ferlaino (a bordocampo) con Viola (in tribuna)…entrambi di buon umore da subito e capaci di ironizzare anche su politica o edilizia (relativamente alla questione proprio degli stadi) in presenza delle telecamere della RAI mentre Giampiero Galeazzi li intervista in modo fin troppo colloquiale.

Tutti e 2 si presentano, dal punto di vista delle disponibilità d’organico, nelle migliori condizioni: a parte il capitano della Polonia Boniek, fuori per guai fisici, le rose si basano sui rispettivi credi tattici dei tecnici…il 4-4-2 “a rombo” molto dinamico ma impostato sulla marcatura a uomo per gli uomini di Bianchi, che devono fare a meno di 2 promettenti giovani corrispondenti a Bigliardi/Marino

[Garella;

Ferrara-Ferrario-Renica-Volpecina;

Bagni;

Romano-Caffarelli;

De Napoli;

Maradona (cap.)-Giordano (77° Carnevale)]

i romani, invece, si dispongono con un intelligente 4-5-1 (rimasto tale fino alla fine malgrado l’allargamento di Desideri al momento dell’entrata del mediano Di Carlo) imperniato su una “zona veloce” voluta dal D.T. Eriksson (rappresentato sul terreno di gioco dal vice Clagluna) pur rinunciando ad altri bravi talenti dello stampo di Impallomeni (oggi fra le voci principali dell’emittente “Roma TV”) da sommare al suddetto Boniek

[Tancredi;

Gerolin-Oddi-Righetti-Nela;

Berggreen-Desideri-Giannini-Ancelotti (cap.)-Conti (86° Di Carlo);

Agostini].

Alla presenza di Azeglio Vicini (seduto fra le autorità accanto all’ex azzurro Pesaola), vediamo ben 4 assi di casa nel giro della nazionale, Ferrara/Bagni/De Napoli/Romano/Carnevale, da rapportare con Giannini/capitan Ancelotti (quasi tutti centrocampisti tranne Ferrara…decisamente una delle migliori generazioni di sempre se si parla della zona nevralgica) mentre Giordano con Tancredi/Nela/Conti si sono già ritirati e Desideri/Agostini non hanno ancora finito la trafila giovanile…discorso diverso vale per l’unico straniero dei campani (l’altro cartellino tesserabile venne lasciato vagante), ovvero il capitano dell’Argentina campione del mondo Maradona opposto all’esterno danese Berggreen: entrambi risultati in ottima condizione l’estate passata ai mondiali messicani.

Mentre i capitolini hanno solo un risultato, se vogliono approfittare di eventuali passi falsi da parte di Juventus e Milan (che perderanno, rispettivamente, 2-1 a Milano all’88° e 1-0 a Brescia), i napoletani cercano di essere maggiormente guardinghi annullando tutte le fonti di gioco giallorosse: Ferrario segue Agostini (preferito ad un Pruzzo in condizioni decisamente deficitarie) ovunque e Renica fa lo stesso con il sostituto di Boniek, Desideri (i 2 centrali del Napoli saranno i migliori in campo per distacco) mentre Bagni si annulla reciprocamente con Ancelotti, De Napoli controlla saggiamente Giannini al netto di un Oddi che non lascia mai solo Giordano imitando splendidamente il lavoro di Righetti su Maradona (arretrato di almeno 10 metri per fungere da regista aggiunto)…la difesa ospite si cerca di tutelare come può riuscendo , per tutto il 1° tempo, a ridurre i pericoli a conclusioni da lontano senza troppe velleità (soprattutto Bagni con De Napoli si faranno spazio in tal senso) alternate con uscite facili da parte di Tancredi per sgominare le varie mischie venute a crearsi con le innumerevoli palle da fermo giocate da capitan Maradona…in tutti i primi 45 minuti solo Gerolin, sfruttando un doppio rimpallo su Volpecina e Ferrario, riesce a rendersi pericoloso per i suoi, ma Garella blocca facile a terra permettendo anche di evidenziare anche 2 fasce molto poco affollate, in cui Volpecina (rimpiazzo di Bruscolotti) spinge poco perchè intimorito da Berggreen, così come Ferrara, che viene schiacciato da Conti ma entrambi gli esterni della Roma non ricevono il necessario supporto dai rispettivi terzini, troppo impegnati a tamponare le scorribande degli esterni partenopei (Nela-Romano e Gerolin-Caffarelli).

Quando Magni comanda la ripresa del gioco il copione cambia: il Napoli, sapendo che l’Inter ha segnato al 42° con Fanna e che il Milan è sotto con timbro di Gritti, decide di provare a chiudere i giochi alzando il baricentro…ne viene fuori un 2° tempo in cui la Roma non esce mai dall’area a parte un contropiede terminato con un cross di Conti (32 anni compiuti per lui il venerdì addietro e festeggiati nel dopogara) bloccato da Garella; per 45 giri di lancetta sono gli uomini di Bianchi a farla da padrone: Bagni tira al volo fuori di mancino sfruttando un errata alzata di fuorigioco, Giordano centra (letteralmente) per 2 volte Tancredi, Maradona si fa ipnotizzare dallo stesso Tancredi in un altro paio di occasioni mentre De Napoli prima con Romano poi spediscono fuori…l’innesto di Carnevale per Giordano al 77° a fare da unica punta, il decentramento di Desideri per far spazio in mezzo a Di Carlo quando i minuti sono 86, a ridosso del pareggio 1-1 di Garlini a Milano al 75° e del 2-1 firmato Serena all’88°, fanno da contorno al più classico degli 0-0, ormai annunciato e ben voluto da ambo le parti: con un turno in meno il Napoli rimane a +5 sulla Roma nonchè a +6 sul trio Inter-Juventus-Milan potendo prendere una boccata d’ossigeno intanto che pensa al 1° scudetto (sempre vicino ma che ancora non è nitido).

Per il 5° anno consecutivo i giallorossi tornano imbattuti dal capoluogo della Campania (2 vittorie seguite da 3 pareggi) ma allungano a 2 le sfide in cui non hanno segnato dinanzi agli uomini di Bianchi…Maradona non ha ancora avuto la meglio sui “lupacchiotti” quando gioca “a casa sua”, e questo è un dato decisamente significativo!

A fine anno Napoli si tinge di tricolore per festeggiare il 1° tricolore della sua storia (con annesso esordio assoluto in Coppa dei Campioni), a discapito dell’Inter (come si rivelerà in seguito) assieme alla 3° Coppa Italia, ottenuta a spese dell’Atalanta (dopo un percorso netto di 13 vittorie su 13, record ancora oggi imbattuto)…nessun team del sud (escluso il Cagliari del 1970, ma lì si trattava di zona insulare) era mai salito sul tetto del paese e nessuno, sempre nel “Mezzogiorno”, aveva mai calato il “double”: tutto sembrava andato per il meglio, ma pochi ricordano, ancora oggi, che quella stagione nacque sotto la stella maledetta dell’eliminazione nei trentaduesimi di Coppa Uefa dinanzi al Tolosa (vittoria napoletana a Fuorigrotta per 1-0, sconfitta con il medesimo tabellino in Francia e suicidio ai rigori per 3-4 dopo essere stati in vantaggio fino al 3-2) per errore determinante dello stesso Maradona (dal dischetto il fuoriclasse colpirà il palo interno, il palo che porterà via il sogno del possibile “tris” ai suoi); la Roma, da parte propria, in seguito all’essersi ritrovata, la settimana successiva a Napoli-Roma 0-0, a soli 3 punti dai capolisti, cederà di schianto rimediando 2 punti su 16 in 8 sfide rimaste (2 pareggi+1 sconfitta in casa, 4 batoste in trasferta) potendo dire di aver fatto l’ultimo risultato positivo lontano dalla capitale proprio in casa dei migliori dovendosi adagiare ad un 7° piazzamento che la farà fuori dalla zona coppe per la 2° volta in 3 annate, uscirà negli ottavi di coppa nazionale per mano di un Bologna militante in Serie B avendo pareggiato ambo le dispute ma subendo una rete di troppo all'”Olimpico”: 2-2 a Roma, 1-1 in Emilia-Romagna…risultato beffardo quasi come l’altro doppio pari rimediato con il Parma l’anno passato e il bilancio pessimo verrà chiuso con l’estromissione ai sedicesimi di Coppa delle Coppe con il Real Saragozza sempre dal dischetto (trionfo per 2-0 in Italia, 0-2 in Spagna tramite 2 rigori “generosi” in 180″ e 3-4 con rimonta uguale ai campani per i 2 sbagli di Ancelotti/Boniek).

La 1° tappa del viaggio di avvicinamento a Napoli-Roma si chiude qui…ma l’itinerario è appena iniziato!!!!!

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