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TORINO – Coronavirus o no, lo sport italiano, pure in un momento difficile come questo non vuole rinunciare a regalare qualche piccola distrazione ad un popolo falcidiato da un’epidemia terribile come non se ne vedeva dal colera nel Mezzogiorno del 1974.

Per il recupero di questa agognata 26° giornata abbiamo avuto tante emozioni dentro e fuori dal campo…i match andati in scena sono stati 5 (più Sassuolo-Brescia ancora da vedere) con particolare occhio al derby emiliano Parma-Spal delle 12,30 e, ovviamente, allo spareggio Juventus-Inter nel desolato palcoscenico dell'”Allianz Stadium” a porte chiuse in posticipo domenicale delle 20,45.

I padroni di casa dovevano vincere per tornare a +1 sulla Lazio (63-62 potenziale) mentre i nerazzurri dovevano cercare di non perdere per rientrare nella volata tricolore o, al limite, rimanere imbattuti lasciando ai biancocelesti la vetta solitaria: ne esce fuori uno scontro corso sul filo della tensione per più di un tempo e con pochi indisponibili…il solo Demiral (ormai fuori fino al prossimo anno dopo la rottura del crociato in Roma-Juventus dello scorso 12/1) al prezzo di Moses/Sensi (rispettivamente provati da un risentimento alla coscia e un’infrazione allo scafoide che li terranno lontani da campi entro la fine del mese); Sarri, così come l’ex Conte (al suo primo ritorno nello stadio che lo vide vincere 3 scudetti consecutivi nel 2011/12-2013/14), ricorrono ai loro assetti più celebri: 4-3-3 (poi 4-2-3-1 con innalzamento di Ramsey a fare il suggeritore di CR7 ed allargamento degli esterni offensivi) per il primo

[Szczesny;

Cuadrado-Bonucci (cap.)-De Ligt-Sandro (78° De Sciglio);

Ramsey-Bentancur-Matuidi;

Costa (59° Dybala)-Higuain (80° Bernardeschi)-C.Ronaldo]

e 3-5-2 (3-4-1-2 dopo l’innesto di Eriksen) per il secondo

[Handanovic (cap.);

Skriniar-De Vrij-Bastoni;

Candreva (74° Gagliardini)-Vecino-Brozovic-Barella (59° Eriksen)-Young;

Martinez (77° Sanchez)-Lukaku].

Per la verità, nel 1° tempo vediamo una disputa in cui l’Inter si mostra più continua ed organizzata sul piano del gioco ma non riesce a impensierire il portiere di casa se non con un bel diagonale destro a giro rasoterra respinto corto a danno di Brozovic…la Juve, dal canto proprio, vive di sole fiammate riuscendo, però, a impegnare il capitano avversario a più riprese (incornata di De Ligt su corner, blocco su tiro da lontano di CR7, diagonale chirurgico di Matuidi, altro colpo di testa del francese fermato facilmente) nel silenzio risonante dello stadio vuoto se non per l’esigua presenza di addetti ai lavori o dirigenti.

Nella ripresa si vede subito che l’Inter vuole forzare il ritmo per provare a passare in vantaggio, ma paga una totale mancanza di cinismo negli ultimi metri e viene punita al 55° con l’1-0 firmato da Ramsey con deviazione decisiva di De Vrij: Matuidi riesce ad andare via sulla sinistra mettendo dentro la sfera dal fondo, Ronaldo viene anticipato da Bastoni in scivolata e il gallese arriva prima di tutti incrociando di destro senza speranze per l’avversario sloveno (complice, lo ridiciamo, il tocco di tacco del difensore olandese)…ormai la gara si è sbloccata e Sarri lo capisce buttando nella mischia uno smagliante Dybala per l’altalenante Costa riuscendo a sferrare il colpo decisivo sulla fascia mancina dei meneghini facendo affidamento sulle doti del piccolo contropiedista mentre Conte decide di inserire maggiore fantasia nella sua zona nevralgica per far avere maggiore appoggio alle punte con l’entrata di Eriksen come ricambio del claudicante Barella: l’entrata di Dybala ci interessa particolarmente perché sancisce definitivamente la chiusura dei giochi quando riceve al 68° un lancio millimetrico da parte di Brozovic in modo da stoppare a seguire durante lo scatto di rientrata verso il centro per ottenere un’ottima triangolazione con Ramsey che gli consente di fare 2-0 con l’esterno sinistro in scivolata. Il finale vede un giro di sostituzioni che sortiscono il solo effetto di mostrare un affannoso nonché sterile attacco interista (orchestrato con interpreti maggiormente mobili ma in totale balia della retroguardia avversa) e degli sporadici ma efferati contropiedi da parte juventina malgrado l’imprecisione di un Ronaldo appena ammonito (unico dei suoi e per aver buttato via un pallone dopo un intervento irregolare) al confronto dell’espulso Padelli per proteste dalla panchina e dei rimedianti il giallo Skriniar, Vecino, Brozovic.

Al triplice fischio di Guida lo stadio è in festa, se così si può dire, e i vincitori si godono il ritorno al 1° posto con 9 lunghezze di distacco dai lombardi (aventi 1 altra partita da recuperare, contro la Samp in casa, per un potenziale -6) in attesa di capire se questa stagione sportiva avrà futuro oppure no in base al vertice federale fissato per martedì 10/3/2020…gli sconfitti tornano negli spogliatoi consapevoli di aver ancora molto da sapere per poter cercare di impensierire la zona dello scudetto fino a maggio e, nel mentre, si leccano le ferite pensando alla 5° sconfitta consecutiva delle ultime 6 in terra sabauda fra campionato e coppa (7° su 10 giocate fra cui 2 pari) senza contare che non segnano nella tana degli zebrati dall’1-1 del 6/1/2015 (5° ed ultimo timbro per l’ultimo punto portato via).

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro di questo paese…pertanto vi diciamo solo che siamo contenti delle sensazioni provate finora e ci ripromettiamo di sperare nella scelta giusta fatta dagli organi competenti per il futuro di un intero popolo falcidiato da una pestilenza divenuta, ormai, quasi imbattibile ma solo gestibile, se non si trova un modo per stroncarne il contagio al più presto.

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