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ROMA – Manca solo una settimana alla Pasqua del 1990, l’Italia è già piombata nel tipico clima primaverile in cui le giornate soleggiate la fanno da padrone e fra un mese partirà il “Giro d’Italia” in cui l’italiano Bugno otterrà la maglia rosa, Marco Pantani arriva 3° al “Giro d’Italia dilettanti” e iniziano a diffondersi i primi gadget del mondiale previsto in giugno da noi.

Intanto, però, il nostro è un paese che si sta godendo gli anni del benessere e lo sport era uno dei maggiori svaghi per tutti fra cui non erano rare le occasioni in cui gli appassionati si recavano a vedere prima il calcio e poi il basket nel caso in cui coincidessero gli incontri casalinghi dei propri team…proprio di una bella giornata di sport parliamo oggi: per la 31° giornata di Serie A, ultima post-sosta delle nazionali, abbiamo una classifica assai corta in cui quasi tutto è ancora incerto…Bologna-Milan e Atalanta-Napoli vedono i milanesi con i napoletani in testa pure se con i nordici a +1 mentre gli emiliani con i bergamaschi stanno cercando di risalire la zona coppe, tanti sono gli scontri di bassa classifica ma, di sicuro, il big-match, sulla carta, è rappresentato da Roma-Fiorentina…i giallorossi sono in piena zona Europa malgrado una recente crisi di risultati a cavallo fra gennaio-febbraio che li ha estromessi di forza dalle lotte per il vertice mentre i toscani si stanno tirando fuori a fatica dalle sabbie mobili della retrocessione causa un’annata in cui hanno dato spazio solo al cammino di Coppa Uefa e in cui sono arrivati in finale proprio il martedì addietro facendo fuori i tedeschi del Werder Brema a seguito di 180 minuti complicati (1-1 a Brema e 0-0 sul neutro di Perugia causa la ristrutturazione dell'”Artemio Franchi”).

Di sicuro non è il confronto fra le compagini che resterà di più negli annali, ma certamente si parla di tanti incroci ed emozioni particolari: il mister della Roma Radice (già sicuro di andarsene a fine anno per motivi contrattuali) ha avuto un passato sulla panchina viola 14 anni prima mentre il nuovo allenatore degli ospiti Graziani, oltre ad esordire quella domenica stessa in rimpiazzo dell’esonerato Bruno Giorgi (a cui era stato dedicato il famoso coro ironico dei suoi stessi supporters, ormai stanchi della sua direzione <<SALTA LA, SALTA LA, SALTA LA PANCHINA…BRUNO GIORGI…SALTA LA PANCHINA!>>), ha vissuto i suoi anni migliori in casacca romanista proprio nella decade scorsa successivamente al suo soggiorno sulle rive dell’Arno nelle vesti di giocatore.

Gli spettatori del “Flaminio”, come da consuetudine in questa stagione di transizione per le strutture capitoline, sono 26.500 di cui 500 sono i fiorentini in trasferta assiepati nella parte alta della tribuna adiacente al settore coperto e delle autorità…medesimo settore dove prendono posto l’ingegner Dino Viola e il duo Pontello&Righetti (ormai prossimi alla cessione della società con Cecchi Gori primo interessato); la situazione è relativamente buona dal punto di vista dell’ordine pubblico e i problemi arrivano solo da estemporanei striscioni della curva di casa in forte protesta con il proprio patron a causa di voci di mercato o presunte tali uscite da poco ma già date per fondate pur con 2 mesi di anticipo tipo <<IERI GRAZIANI, CEREZO, ANCELOTTI…OGGI NELA, GIANNINI…VIOLA COLPISCE ANCORA>>…decisamente una scritta che vale più di qualsiasi altra espressione o maldicenza.

L’arbitro è l’esperto figlio d’arte Lo Bello e i capitani sono Giannini con Battistini (prossimo acquisto interista): il fischio iniziale sarà puntuale alle 15.00 per rispettare la contemporaneità su tutti i campi e gli assetti si faranno subito molto chiari…da un lato ci sta il tradizionale 4-4-2 a uomo (poi 4-3-2 con variabile di 4-4-1 per ripiegamento di Rizzitelli a partita in corso) di scuola italiana dei lupacchiotti

[Tancredi;

Tempestilli-Berthold-Comi-Nela;

Conti (68° Desideri)-Di Mauro-Giannini (cap.)-Gerolin;

Rizzitelli-Voller]

da confrontare con l’altro 4-4-2, trasformato in 5-4-1 in prossimità della chiusura

[Landucci;

Malusci-Pioli-Battistini (cap.)-Dell’Oglio;

Nappi-Dunga-Kubik-Di Chiara (61° Callegari);

R.Baggio-Buso (88° Pin)].

I nazionali azzurri che faranno parte della nazionale ospitante in estate sono appena 2 ma vengono considerati i più talentuosi dell’intera nostra rappresentativa assieme al doriano Mancini: si tratta del regista Giannini e del metronomo Baggio mentre le stelle degli altri paesi equivalgono al duo tedesco che si laureerà campione Berthold-Voller battendo nei quarti il cecoslovacco Kubik intanto che il brasiliano Dunga si fermerà agli ottavi venendo battuto dall’Argentina, futuro comune anche dei nostri in semifinale con la differenza che la sfida sudamericana si chiuderà 1-0 nei 90 minuti regolamentari mentre noi soccomberemo ai rigori…resta fuori dal match solo il deludente argentino Dertycia, alle prese con un infortunio tosto oltre che con un credito della piazza sotto lo 0. Per quanto concerne gli indisponibili vediamo una Roma che sta recuperando i pezzi ma che deve fare lo stesso a meno del portiere titolare Cervone, infortunatosi gravemente al ginocchio da circa 4 turni, il mediano Manfredonia ritiratosi a causa di un grave problema cardiaco dopo l’ultimo turno del girone d’andata; la Fiorentina deve sopperire, oltre all’assenza del suo bomber titolare, anche alla degenza dei difensori Volpecina e Iachini.

L’accoglienza per i 2 tecnici al fischio d’inizio è invidiabile e i 2 ne approfittano per ricordare i tempi andati: quando Radice era il commissario tecnico dell’ultimo Torino scudettato nel 1975/76 con Graziani che ne era uno degli artisti di punta assieme al partner offensivo Pulici; da subito si nota un’insolito gioco di marcature leggermente meno asfissianti da quello che i team ci hanno abituato a vedere: Berthold segue Buso così come Pioli (futuro tecnico dei gigliati fino a pochi anni fa) si incolla Voller mentre i 2 fantasisti vengono lasciati a sfidarsi in un appassionante duello 1vs1 all’ultimo dribbling intanto che Dunga si trova spesso a contatto con Di Mauro e Kubik è controllato da un Tempestilli maggiormente in mezzo al campo che nella sua zona di competenza. Succede così che le giocate decisive sono poche e quasi tutte da fermo: Tancredi compie una gran parata su punizione di Kubik concessa per un brutto fallo di Nela a danno di Baggio punito con il giallo…Landucci decide di imitare il suo collega e salva su un’altra bordata di Conti da tiro franco venendo poi ammonito per proteste; i minuti della prima frazione scorrono è a salire in cattedra è sempre il “divin codino” (ormai in procinto di andare all’odiata Juventus mentre a Firenze infuriano rivolte popolari quasi ogni giorno proprio a tal proposito): prima viene atterrato in area da Comi ma il direttore di gara non rileva gli estremi del fallo, poi subisce un colpo alla mano venendo soccorso dai suoi medici sociali ma adesso vediamo un episodio controverso…i 2 entrano sul terreno di gioco senza autorizzazione rimediando l’espulsione da parte dell’arbitro per un caso decisamente più unico che raro a coronamento di 45 giri di lancetta monotoni e interrotti solo da un’altra legnata dello scatenato Kubik infrantasi sotto la traversa ma rimasta giocabile.

Alla ripresa si vede che la Fiorentina, forse galvanizzata dalla coppa, o forse maggiormente in palla a livello fisico, sta molto meglio della Roma e, infatti, a parte un destro di Tempestilli deviato provvidenzialmente dall’ottimo Landucci, la scena è tutta dei gigliati…al 64° l’imperterrito Baggio viene steso dal medesimo Tempestilli all’ingresso in area costringendo l’arbitro a decretare il tiro dagli 11 metri e suscitando le vive proteste di Gerolin, che viene ammonito, mentre Giannini viene espulso per aver applaudito la decisione con fare più che ironico: oltre a dover uscire anzitempo e dover saltare la trasferta di Cremona, si becca pure il rimbrotto di un Nela vivacemente alterato. Dal dischetto abbiamo l’episodio decisivo della sfida e uno dei momenti storici dell’epoca recente nel nostro torneo: Baggio, fin lì, aveva segnato tutti e 16 i suoi penalty durante 4 annate…ma prima o poi le lunghe strisce si devono interrompere e, infatti, Tancredi lo ipnotizza riuscendo a capire che avrebbe incrociato di destro verso sinistra ma senza angolare troppo, fattore che risulta fatale per consentire all’estremo difensore di bloccare la sfera di cuoio intanto che lo stadio esplode per un’azione rimasta nella leggenda: Tancredi è il 1° portiere del nostro campionato a parare un rigore al “Maradona di Caldogno”. Da qui vediamo un Radice che corre ai ripari inserendo un interprete muscolarmente impeccabile come Desideri per fare densità in zona nevralgica al posto dello stanco Conti potendo contare su un trio Desideri-Di Mauro-Gerolin completato dai ripiegamenti difensivi di Rizzitelli in fase di copertura a sinistra mentre Graziani sceglie di lasciare invariato l’assetto poichè sono sempre i suoi ad aver il pallino del gioco con Tancredi ancora impegnato da Kubik in un ulteriore miracolo poco prima che il libero Pin vada rimpiazzare l’evanescente Buso mutando radicalmente la disposizione dei compagni in favore della difesa a 5 lasciando il solo “divin codino” a fare reparto d’attacco.

Al triplice fischio è 0-0: tutti sono contenti di aver preso un punto e di poter perseguire i propri scopi con maggiore fiducia facendo affidamento sul fatto di aver mosso la classifica con un turno in meno davanti intanto che giungono notizie incoraggianti oltre che sorprendenti dagli altri scontri: entrambe le capoliste hanno pareggiato ma per i giudici sportivi potrebbe non essere ancora finita specie su quello che riguarda Atalanta-Napoli…

In maggio si avrà un bilancio relativamente buono per ambo le parti ma non si potrà essere completamente soddisfatti: la Roma si piazza 6° dietro a Napoli/Milan/Inter/Juventus/Sampdoria ottenendo l’obiettivo di qualificarsi per le coppe mentre la Fiorentina si adagerà da 12° a pari punti con la coppia Cesena-Lecce ma con 1 misera lunghezza di vantaggio sulle retrocesse Udinese/Cremonese/Verona/Ascoli; la coppa nazionale vedrà i lupi battuti in semifinale dai futuri vincitori della Juventus e i viola fatti fuori da ultimi nel girone a 3 dietro Napoli/Bologna; per quanto concerne l’Europa i fiorentini avranno molto da ridire, sentendosi defraudati di una Coppa Uefa (ultima finale internazionale loro, ad ora) persa in malo modo all’ultimo atto di un “derby” tutto italiano (il 1° “derby” nella storia di tutte le competizioni Uefa) con gli stessi juventini dopo la sconfitta in Piemonte per 3-1 al termine di una rissa continua e con uno 0-0 contestato ad Avellino (Firenze aveva l’impianto in ristrutturazione per i mondiali mentre Perugia era stata squalificata in seguito all’invasione di campo dei toscani per festeggiare il passaggio del turno a discapito del Werder), tradizionale feudo bianconero del sud.

Finita la 1° tappa nella passato di Roma-Fiorentina: salite e seguiteci fiduciosi nelle prossime soste!

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