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ROMA – Mancano 2 settimane al Natale 1982 e gli “ABBA” si sono sciolti da sole 24 ore dopo 10 anni di carriera e una fama riconosciuta in tutto il mondo, il gruppo “Fininvest” si fa sempre più spazio al punto da contendere il monopolio televisivo di stato alla “RAI”, il nostro paese ha ancora Craxi a presidente del consiglio dei ministri e in settimana le Marche saranno sconvolte dalla peggiore frana nella storia della città di Ancona.

Ora, però, è arrivato il weekend, e la domenica, a quell’epoca, ha un solo significato: vedere come procedono i campionati sportivi…soprattutto il calcio: per la 12° giornata di Serie A, nel periodo della contemporaneità totale di domenica alle 15,00, il match di maggiore prestigio è sicuramente Roma-Inter, scontro diretto fra le uniche 2 ancora in lotta per le coppe europee assieme alla Juventus data l’uscita di Fiorentina/Napoli per mano di Università Cracovia/Kaiserslautern in Coppa UEFA, e racchiude in sé tanti significati come quello che i giallorossi vincono contro i nerazzurri in sfide di campionato da 3 tornei senza contare che l’imbattibilità dura da 4.

I romanisti comandano la classifica a quota 16 precedendo la coppia Inter-Verona a 15 e la Juventus a 14…l’occasione è ghiotta per allungare, sapendo che, se la Juventus ospiterà il Catanzaro battendolo 3-1 in rimonta, i veronesi vinceranno faticando con il Torino per 1-0 ma la volata la tirano ancora i capolisti (reduci da sole vittorie fra campionato e coppe fra le “mura amiche”) al netto di un team nerazzurro che non ha ancora mai perso in trasferta (3 trionfi e 3 pari); sappiamo, inoltre, che i padroni di casa hanno speso moltissime energie nel ritorno degli ottavi di Coppa UEFA andato in scena mercoledì 8/12/1982, sempre nella capitale, e conclusosi 2-0 all’ultimo minuto per mano di Iorio-Falcao a discapito del Colonia su un campo pesantissimo rendendo vana la sconfitta per 1-0 subita in Germania Ovest 2 settimane addietro mentre, invece, i meneghini, partecipando alla Coppa delle Coppe (non lo sanno ancora ma sarà l’ultima volta della loro storia), hanno avuto un turno in meno e torneranno in campo direttamente da novembre a marzo: si scontreranno con il Real Madrid intanto che la Roma fronteggerà il Benfica.

All'”Olimpico” accorrono 65000 persone e i gli ospiti sono appena 5000, anche se la vicinanza fra le tifoserie, non essendo ancora previsti i settori ospiti, rischia di generare parecchi scontri soprattutto per la rivalità fra Roma e Milano, ma anche e soprattutto per il contrasto sulle idee politiche (interisti notoriamente frangia di Destra e romanisti di orientamento riconducibile alla Sinistra come alla corrente socialista)…nel frattempo Viola e Fraizzoli si accomodano in tribuna con il desiderio di capire come l’esperto arbitro Bergamo (colui che aveva arbitrato Juventus-Roma 0-0 del 10/5/1981, giorno del gol annullato a Turone) dirigerà una sfida così importante.

Sappiamo che le scuole tattiche sono diametralmente agli antipodi: la “zona” di Nils Liedholm (a quei tempi unico straniero a sedere su una panchina del nostro campionato), fatta di possesso palla esasperato e verticalizzazioni improvvise con la difesa su un’unica linea ma priva della giovane riserva Righetti (infortunato seriamente e da parecchio) come del veterano della mediana Giovannelli (troppi posti già occupati in panchina)

[Tancredi;

Nela-Vierchowod-Di Bartolomei (cap.)-Maldera (81° Nappi);

B.Conti-Prohaska-Falcao-Ancelotti;

Iorio-Pruzzo]

un assetto fin troppo spregiudicato, per allora, ma da confrontare con l’altro 4-4-2, disposto con una sorta di “rombo” da Rino Marchesi con l’intento di giocarsela senza remore dal punto di vista offensivo, ma poi tramutato in 4-5-1 adoperando marcature “a uomo” pur senza pressare alto sapendo che bisogna fare a meno del bomber brasiliano Juary causa squalifica e del centrocampista Sabato, infortunato pure lui

[Bordon;

Bergomi-Collovati-Bini (cap.) (81° M.Pellegrini)-G.Baresi;

Marini;

Bagni-Oriali;

D.Muller;

Beccalossi (46° Bergamaschi)-Altobelli].

Se vogliamo fare un discorso di importanza a livello nazionale, risulta chiarissimo che questa è una sfida che può vantare ben 8 campioni del mondo dell’estate passata: Vierchowod/B.Conti e Bordon/Bergomi/Collovati/Marini/Oriali/Altobelli, da sommare ai pupilli azzurri Ancelotti con G.Baresi, il trequartista tedesco dell’Ovest Muller, giunto 2° alle nostre spalle nel 3-1 di Madrid l’11/7/1982, il mediano (ex di turno) Prohaska, che aveva incantato con la sua Austria venendo estromesso solo nel 2° girone dalla Francia e dall’Irlanda del Nord…per finire, la vera stella degli stranieri, anch’essa eliminata dai nostri, ci sta il beniamino verdeoro Falcao, che aveva abbandonato la competizione in seguito al 3-2 incassato tramite la tripletta di Paolo Rossi.

La scelta di Marchesi di schierare Muller (nel primo torneo con 2 stranieri) allo scopo di sopperire all’assenza di Juary si rivela da subito indovinata e conduce lo stesso tedesco a vedersi respingere un bel colpo di punta mancina da Tancredi in uscita prima di colpire anche un bel palo destro su punizione dal limite a giro di sinistro scaturita da un fallo di Di Bartolomei proprio sul teutonico; la Roma, per nulla intimorita, cerca di giocare come sa riuscendo a far girare veloce il pallone anche se Collovati riesce a limitare Pruzzo come Bergomi annulla Iorio per più di mezz’ora costringendo Falcao, seguito ovunque da Marini, a cercare delle trame che coinvolgano le fasce o il suo partner Prohaska, controllato da Oriali, intanto che pure Ancelotti si trova sempre addosso Bagni…la squadra di casa tiene duro e, dopo aver scampato pure il pericolo del sinistro di Beccalossi terminato fuori avendo attraversato tutto lo specchio della porta da traversone di Bagni stesso, si porta in vantaggio al 34°: Falcao, sfruttando una punizione dalla trequarti distante circa 30 metri dalla porta nonché molto defilata a sinistra, approfitta della distrazione della retroguardia, sicura che il calcio da fermo fosse di seconda, e spedisce in rete a giro di destro sul primo palo lasciando Bordon attonito nell’istante in cui giunge pure la notizia che il catanzarese Cuttone ha portato i suoi in vantaggio in casa juventina (i prossimi avversari dei nerazzurri)…dirà il giocatore carioca, in uno speciale di “SFIDE” a lui dedicato nel 2001 <<QUANDO SONO ARRIVATO SUL PALLONE MI SONO DETTO”IO CI PROVO…” BORDON PENSO’ CHE LA PUNIZIONE ERA DI SECONDA E ALLRGO’ LE BRACCIA VERSO L’ARBITRO DICENDO CHE NON ERA VALIDO, MA IO NON HO INFRANTO ALCUNA REGOLA>> dunque, 2° timbro del brasiliano (saranno 7 in Serie A a fine annata) e vantaggio capitolino che permane fino al duplice fischio.

Alla ripresa, mentre il Verona è in vantaggio sul Toro per 1-0 e i bianconeri si sono portati sull’1-1 con Marocchino, il tecnico ospite inserisce Bergamaschi per un insufficiente Beccalossi riuscendo a dare maggiore solidità al centrocampo e guadagnando un interditore in più intanto che Altobelli, spalleggiato da Muller alle sue spalle, fa reparto da solo…prima Bordon salva su Iorio e poi su Pruzzo precedendo le ammonizioni di Ancelotti e Baresi/Marini (tutti per interventi irregolari), ma il 2-0 è nell’aria e arriva al 67°: Conti verticalizza su Nela e il terzino serve Iorio al limite dell’area, il quale stoppa di destro e rientra per poi sferrare un destro che Bordon tocca ma non riesce a respingere (3° gol per il duttile uomo offensivo della Roma); a questo punto, dato che la Juventus è già 3-1 e il vantaggio di Sacchetti resiste a Verona, la formazione dei lupi cerca di “fare accademia” costringendo Bordon a salvare di nuovo su Conti ma la contesa non ha quasi più nulla da dire se non che all’81° entra Nappi a sostituire lo stremato Maldera e il sedicenne esordiente Pellegrini (già noto per uno scandalo di finte fasce d’età scoppiato 2 anni prima al “Mundialito Club”) subentra al posto di capitan Bini…Vierchowod, dopo una domenica perfetta, commette un solo errore e si fa anticipare da Altobelli all’89° permettendo al centravanti di fare 2-1 firmando la sua 7° segnatura in tuffo di testa con una pregevole torsione verso il palo opposto.

Al triplice fischio, nonostante il brivido finale, un campo allentatissimo, un meteo decisamente ostile fra pioggia e freddo, capitan Di Bartolomei si dice soddisfatto della prova dei compagni mentre Falcao, a domanda apposita del giornalista Giampiero Galeazzi, risponde <<NEL FUTURO DELLA ROMA COSA VEDO? LA TRASFERTA AD AVELLINO LA PROSSIMA SETTIMANA…PENSIAMO A UNA PARTITA PER VOLTA E VEDIAMO>> lasciando intendere che questo sia un anno importante e che possa davvero accadere qualcosa di grosso ma senza cantare vittoria troppo in anticipo…Marchesi, da parte propria, riconosce la superiorità degli avversari e giustifica i suoi dicendo che più di quanto fatto non si poteva fare.

A fine anno la Roma festeggerà il 2° scudetto della sua storia a 41 anni dal precedente a danno della Juventus intanto che l’Inter si adagerà al 3° posto (43-39-38 punti, rispettivamente) ma sarà la stessa Juventus a rendersi carnefice delle 2 parti in questione in occasione della Coppa Italia che la vedrà vincitrice: i romani verranno rovesciati nei quarti (3-0 a Torino e 0-2 nella capitale per un 5-0 complessivo) e i nerazzurri campioni uscenti in semifinale (2-1 a Torino e 0-0 a Milano)…crudele ma comune il destino europeo, dove la Roma verrà fatta fuori in modo veramente beffardo dai finalisti del Benfica (1-2 con 2 autoreti a in casa e 1-1 con un rigore subito a Lisbona: 0 tiri dei portoghesi in 180 minuti ma 2-3 finale…tutto molto romanista) e l’Inter si vedrà cacciare dagli altri finalisti del Real Madrid (1-1 a Milano, 1-2 a Madrid) sempre nei quarti, inaugurando una striscia di 3 occasioni in 4 anni durante i quali la medesima squadra spagnola sarà artefice delle delusioni meneghine in circostanze fin troppo spesso contestate…

Completato il 1° tratto del nostro viaggio nel passato di Roma-Inter ci aspettano altri ricordi…viviamoli assieme!!

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