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ROMA – È l’inverno del 2001: pochi mesi prima Bon Jovi ha pubblicato il suo nuovo pezzo “It’s my life”, è appena nata la moda del “Tamagotchi” fra i ragazzini, Stream e Tele+ si fanno la guerra per i diritti televisivi sportivi e la Serie A è entrata nel vivo con l’avvio del girone di ritorno.

Per la 21° giornata i riflettori sono puntati tutti su Milan-Parma (spareggio Europa) che si esaurisce nel pomeriggio, ma soprattutto sul posticipo domenicale Roma-Inter: i giallorossi comandano la graduatoria con 6 lunghezze sulla Juventus essendo già fuori da entrambe le coppe dopo un decennio con più sofferenza che gioia e i nerazzurri navigano fra centro-bassa classifica provando a ottenere un posto Uefa dopo un avvio disastroso su tutti i fronti in una stagione ormai compromessa dopo anni di relative soddisfazioni.

All'”Olimpico” si registra il tutto esaurito con 80,000 spettatori, l’arbitro è Collina, i presidenti e primi tifosi sono Sensi e Moratti, le panchine corrispondono a Capello e Tardelli (subentrato all’odiato e insufficente Lippi), i capitani Totti e Zanetti, i campioni in campo sono tantissimi nonostante entrambe siano in emergenza causa impegni molto ravvicinati assieme a infortuni o squalifiche: Samuel, Zago, Tommasi, Candela, Montella, Delvecchio contrapposti a Blanc, Cordoba, Di Biagio, Vieri, Recoba.

Quella sera la chiave di volta del match è tutta nei bomber: i protagonisti assoluti sono “Vincenzino” e “Bobo”, il primo rimpiazza Batistuta per infortunio mentre il secondo deve provare a non far rimpiangere Ronaldo; si capisce subito che il copione non è del gioco e controgioco ma che ambo le parti vogliono i 3 punti. Accade così che all’8° minuto Vieri ha già portato in vantaggio i suoi con un tiro al volo sul primo palo da posizione defilatissima ma non fa neanche in tempo ad esultare che dopo 2 giri di orologio i padroni di casa pareggiano su punizione di Assuncao anche se non si capisce bene ancora oggi chi abbia segnato (il tiratore o Montella di testa), a questo punto la gara si fa più dura e spigolosa anche se a farne le spese finendo sul taccuino dei cattivi sono solo Di Biagio con Delvecchio mentre le occasioni si susseguono con poca sosta…è il 27° e Assuncao ribatte un’altra punizione che si schianta sulla traversa, rimbalza sulla mano di Frey, arriva a Montella che colpisce a porta vuota: 2-1 e sembra che il primo tempo possa terminare così ma il centravanti bolognese dei meneghini non è d’accordo e trafigge il contropiede Antonioli di mancino proprio sul suono della sirena.

Inizia il secondo tempo e il tabellino non si smuove: il 2-2 ha un’anima d’acciaio che non sembra scalfirsi nonostante diverse azioni da gol oltre agli innesti di Di Francesco e Jugovic, Farinos, Sukur per Guigou e Brocchi, Di Biagio, Recoba…già si profila il classico risultato che fa perdere 2 punti a tutti non accontentando nessuno apparte gli avversari incollati alla tv ma in quel preciso istante arriva un segnale chiaro che il destino ha sentenziato: è l’86° e Totti batte un corner sotto la Curva Sud, Samuel fa sponda sul secondo palo rimettendo la sfera in mezzo all’area, Delvecchio con Cordoba e Montella si accalcano per saltare di testa sotto porta e proprio “l’areoplanino”, il più basso dei 3, vola in cielo superando l’estremo difensore dei lombardi dando il 3-2 alla sua squadra! Gli ultimi minuti sono eterni per il pubblico: Aldair sostituisce il match-winner all’88°, al 90° Cirillo si fa espellere per un fallo inutile ma al triplice fischio lo stadio è un catino infernale che ribolle di cori, colori, bandiere: la Roma, con un turno in meno, conserva il vantaggio sui suoi inseguitori e l’Inter deve leccarsi ancora più ferite.

A fine stagione la capitale si tinge di giallo e rosso per il 3° scudetto dei lupacchiotti (atteso 17 anni) mentre i biscioni si dovranno accontentare di un mesto V° posto che garantisce l’accesso all’Europa ma niente più…per entrambe la vera rivalità non è, però, ancora iniziata.

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