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ROMA – Siamo ormai giunti alla domenica prima di Natale del 1989: mancano 7 giorni esatti alla Viglia nonchè 8 alla festività vera e propria mentre l’europa si appresta a entrare nell’ultimo decennio del 2° millennio…lo shopping infuria in tutta Italia, le stazioni sciistiche vengono già prese d’assalto, da soli 8 giorni si è tenuto il sorteggio dei gironi mondiali che saranno ospitati da noi in estate.

Nel nostro paese si vive un clima di forte distensione durante il dicembre 1989 e ciò viene testimoniato anche da un apparato sportivo che tiene incollati gli appassionati alla radio se non si può andare allo stadio o in attesa fervida di visionare le immagini nel trasmissioni televisive postume: è la 16° giornata su 17 del girone d’andata e vediamo una classifica molto interessante su tutti i livelli a cominciare dalla vetta…i big-match sono, sicuramente, Fiorentina-Inter e Roma-Juventus (i milanesi e i romani sono, rispettivamente, a -3 e -4 dal Napoli capolista mentre i torinesi stanno risalendo la zona coppe giocandosela contro Sampdoria/Atalanta/bologna e i toscani vogliono uscire il prima possibile dalle sabbie mobili della retrocessione) intanto che Milan-Verona è stata rinviata causa l’impegno dei rossoneri in Coppa Intercontinentale.

Nel catino bollente del “Flaminio” si registrano 27.000 presenti su 30.000 di cui appena 500 juventini (arroccati nella parte alta a sinistra della tribuna coperta ma fin troppo esposti a creare problemi d’ordine pubblico specie se si ripensa ai precedenti della decade trascorsa fra le 2 squadre: alla fine non succederà nulla ma sarà soprattutto merito delle forze dell’ordine) mentre, fra le autorità, si registra una vera e propria sfilata di alte cariche: ci sono i presidenti Viola (che non lo sa, ma sarà il suo ultimo Roma-Juventus di campionato…) e Boniperti (che si dimetterà il 5/2/1990 facendosi succedere da Vittorio Caissotti di Chiusano), l’Avvocato Agnelli e il presidente del comitato organizzatore della coppa del mondo Luca Cordero di Montezemolo.

Per quanto concerne le direzioni tecniche, sulle panchine siedono 2 bandiere del calcio italiano e, sopratutto, quello torinese: Luigi Radice e Dino Zoff…il primo deve fare a meno degli infortunati Tempestilli (laterale destro o stopper all’occorrenza)/Gerolin (jolly tuttofare in difesa e zona nevralgica) affidandosi all’ennesima occasione in cui sacrificare Manfredonia da controllore del bomber nemico nel pacchetto arretrato del suo 4-4-2 di zona ma con criteri di marcature a uomo (più semplicemente la “zona mista”)

[Cervone;

Berthold-Manfredonia-Comi-Nela (84° Piacentini);

Conti (81° Pellegrini)-Di Mauro-Giannini (cap.)-Desideri;

Rizzitelli-Voller]

mentre l’ex portiere della nazionale campione del mondo nel 1982 deve sopperire alle assenze dello stopper Bonetti (ex di giornata)/del centravanti nazionale Schillaci (futuro capocannoniere a “Italia 1990” con 6 segnature in 7 apparizioni) ma può contare su quasi tutta la sua rosa titolare, schiarata con un 4-4-2 a rombo poi diventato una sorta di 5-3-2 molto offensivo per gli assalti conclusivi

[Tacconi;

Bruno-Brio (cap.) (81° Napoli)-Fortunato-De Agostini;

Galia;

Alejnikov-Marocchi;

Zavarov (81° Serena);

R.Barros-Casiraghi].

Anche se non stiamo parlando di 2 team tra i migliori del torneo in quegli anni, la caratura delle stelle è molto alta: capitan Giannini da un lato e Tacconi/De Agostini/Marocchi costituiscono il bacino d’utenza da cui attingerà Vicini per giugno mentre Di Mauro/Rizzitelli con casiraghi si stanno mettendo in luce nell’under-21 e Nela/Conti sono ormai fuori dal giro malgrado il terzino sia stato titolare per 3 anni nel 1983-1986 e l’esterno sia stato campione del mondo con Zoff 7 anni addietro…discorso a parte meritano gli stranieri: Berthold/Voller parteciperanno al mondiale italiano tornandone da vincitori dopo aver fatto piangere l’Argentina del capitano napoletano Maradona proprio nel nuovo “Olimpico” al netto del fatto che Barros non parteciperà, essendo stato fatto fuori nelle qualificazioni con il suo Portogallo da Belgio/Cecoslovacchia e il duo Alejnikov/Zavarov guiderà l’U.R.S.S. (vice-campione d’Europa in carica) solo fino ai gironi, in cui ci penseranno Camerun/Romania/Argentina ad estrometterli per differenza reti senza neanche chance di ripescaggio da migliore terza.

La meravigliosa festa di colori che accoglie Agnolin e i 22 protagonisti si può sintetizzare in uno striscione pregno di passione e sportività da parte della curva di casa: “SCIREA: UN UOMO, UN CAMPIONE…ONORE!”, dedicato all’indimenticata leggenda della nazionale (ad oggi miglior difensore italiano di sempre per acclamazione popolare) nonchè ex capitano juventino e vice-mister degli ospiti deceduto in un tragico incidente a Babsk (in Polonia) il 3/9/1989 dopo aver seguito i futuri avversari dei suoi…il Gornik Zabrze (poi eliminato senza problemi al 1° turno di Coppa Uefa) ma ciò che ci interessa maggiormente è sapere che, dopo qualche tempo in cui questa sfida aveva perso minimamente il suo fascino, si è tornati a godere un confronto pieno di emozioni sia sul piano tecnico che su quello della classe anche presidenziale: Galia viene incaricato di seguire Giannini mentre Voller, premiato come scarpa d’argento agli ultimi europei nel pre-match, è affidato al rude capitano Brio intanto che gli scontri fra nemici della stessa mattonella si equivalgono proponendo spettacoli come Di Mauro a insediare Zavarov e Manfredonia a inseguire Casiraghi intanto che Berthold limita pesantemente Barros da un lato…dall’altro è compito di Alejnikov cercare di regalare maggiori sprazzi di gioco assieme a Marocchi pur con grande attenzione a non essere risucchiati nell’imbuto centrale dove il pericolo di incontristi (anche delle zone arretrate) è fin troppo alto. Ne viene fuori un 1° tempo in cui è la Roma a farla da padrone: Desideri imperversa sulla sinistra costringendo Bruno agli straordinari, Conti impegna Tacconi a più riprese e quando non sono gli esterni ad essere pericolosi per il 3° “muro” italiano ci pensano il capitano Giannini, il tuttofare Di Mauro e il redivivo Rizzitelli (a cui viene negato un rigore dopo la mezz’ora per un fallo di Fortunato totalmente inutile, sapendo che il giallorosso era andato incontro ad un cross basso stando spalle alla porta); dal lato opposto Cervone non è da meno del suo collega (molto vispo pure su Voller da dentro l’area o ancora su Giannini in uscita) e si oppone fiero a Zavarov prima toccando un bel sinistro incrociato in controtempo rasoterra dalla lunetta dell’area e su un’altra fantastica conclusione del sovietico con stop a seguire e destro sull’altro palo spizzato appena dal portiere di casa ma, per pochissimo, non deviato sul palo da Comi in scivolata dopo che Casiraghi aveva spedito fuori altre 2 conclusioni…intanto vediamo un lungo elenco di ammoniti, per una disputa così intensa sul piano delle opportunità: Manfredonia viene ammonito per fallo su Casiraghi e Bruno con Fortunato lo seguiranno sempre per gioco scorretto a ridosso del duplice fischio, ovvero quando giunge, da Firenze, la notizia che la Fiorentina è in vantaggio sull’Inter proprio allo scoccare della sirena (segnatura che obbliga ambo le parti a piazzare l’assedio per cercare di sfruttare appieno il vantaggio di situazioni simili sugli altri campi).

Alla ripresa delle ostilità finiscono sul taccuino dei cattivi Marocchi con Desideri, Conti sempre a causa di comportamenti poco regolamentari, a dimostrazione di un confronto senza litigi ma con grosso agonismo…ci si aspetterebbe una Juventus che cerchi di fare maggiormente la partita e una Roma maggiormente accorta a livello difensivo dopo lo sforzo prodotto per 45 minuti, ma invece si riparte con il medesimo copione: i lupi spingono e le zebre si affidano solo ad un tiro-cross di Marocchi o ad un destraccio bloccato facile da Cervone su Alejnikov; dal canto loro, i padroni di casa sentono odore di sangue della preda e si gettano all’assalto facendo affidamento sulle incursioni dalle fasce chiuse, quasi sempre, con colpi di testa da parte di Voller o di Rizzitelli ma Tacconi sembra insuperabile specie ai danni del tedesco…è il 68° quando, su un ribaltone di fronte, Rizzitelli riesce a rientrare sul destro dalla sinistra e mette un cioccolatino sulla testa di Desideri: l’ala svetta di testa sul dischetto anticipando tutti e fa 1-0 con una traiettoria imprendibile all’incrocio. E’ il segnale che dovrebbe far svegliare i piemontesi, sapendo pure che in Toscana si è, ormai, sul 2-2 e bisogna cercare di non perdere troppo terreno dal vertice, ma invece i capitolini riescono a controllare senza troppo affanno il ritorno e, oltretutto, vanno più vicino loro al raddoppio che gli avversari al pareggio; le sostituzioni, operate tutte fra 81° e 85°, servono a poco: la Roma passa prima al 5-3-2 con l’innesto di Pellegrini a fare il 2° marcatore in vista di attacchi che coinvolgeranno pure i difensori bianconeri ma poi Nela si fa male consentendo l’ingresso a Piacentini per il ripristino del 4-4-2 adoperato in partenza al netto di una Juve che resterà invariata o, tutt’al più, avrà una maggiore spinta sui lati con l’entrata di Napoli, Serena: terzini di sostanza ma nulla più.

Al triplice segnale di chiusura lo stadio è una bolgia: la Roma ottiene il suo 1° successo contro una grande in campionato e Desideri può godersi il suo 8° gol in stagione (saranno 10 alla fine) nonchè il 4° ai torinesi per un trionfo atteso dal 28/2/1988 (Roma-Juve 2-0 con sempre doppietta di Stefano “sarciccia” Desideri…) e dei “desideri” di vendetta, da parte dei lupi, sempre maggiori intanto che la classifica consegna ai romani il 2° posto in coabitazione con Inter/Sampdoria e, agli juventini, il 7° piazzamento (in piena zona coppe)…il tutto condito dall’ilarità di Viola e del suo amico Boniperti, che si scambiano battute a colpi di “unità di misura” fra centimetri o metri ricordando, in modo da sdrammatizzarle subito, vecchie ruggini risalenti a 8 tornei addietro…

In aprile (chiusura anticipata per consentire degno allestimento al mondiale nostrano) vedremo una Roma 6° dietro Napoli/Milan/Inter/Juventus/Sampdoria tornare in Coppa Uefa dopo 2 anni mentre la Juve si terrà il suo buon 4° posto e godendosi le gioie maggiori: in Coppa Italia i bianconeri trionferanno in una doppia finale tiratissima con il Milan campione d’Europa e del mondo in carica nonchè dopo aver fatto fuori i romanisti in semifinale (vittoria per 2-0 al “Comunale” e sconfitta per 3-2 nella capitale ma dopo essere stati sotto proprio 2-0 all’intervallo con evidente rischio di supplementari…) ottenendo il loro 8° oro nella manifestazione 7 annate dopo il precedente e in Coppa Uefa si affermeranno per la 2° volta (a 13 tornei dalla 1°) costringendo la Fiorentina a soccombere dopo 180 minuti drammatici (3-1 a Torino e 0-0 sul neutro di Avellino: lo stadio di Firenze era in ristrutturazione per mondiali e Perugia era stata squalificata causa un’invasione di campo dei viola dopo la semifinale suscitando enormi polemiche) e dopo i quali andrà in porto pure la trattativa del mito fiorentino Roberto Baggio, un passaggio che scatenerà un pandemonio in tutto il paese proprio alla vigilia della “Fifa World Cup”…un anno da cui la Juventus uscirà logorata a causa delle 55 sfide disputate (non bastanti per far mantenere la panchina a Zoff) e che le costeranno la batosta per 5-1 a Napoli in Supercoppa Italia ad agosto (1° partecipazione alla competizione).

Altra tappa nel passato di Roma-Juventus completata…ci si rivede nel prossimo viaggio a spasso nel tempo!

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