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GENOVA – Quando si arriva a marzo 1992 l’Italia sta entrando in uno dei momenti più neri della sua storia: da un mese è scoppiato lo scandalo di “Mani Pulite” che durerà un decennio rivoluzionando per sempre il mondo di politica e imprenditoria nazionale sancendo il passaggio fra I° e II° Repubblica coinvolgendo le procure di mezza penisola a causa della corruzione, il 23/5 e il 19/7 i magistrati siciliani Falcone e Borsellino perderanno la vita a causa di 2 attentati esplosivi provocati dalla mafia, la Danimarca sta per vincere gli europei che si terranno in Svezia a giugno e la Jugoslavia inizia ad essere insanguinata dalla terribile guerra civile terminata nel 1995 che porterà alla secessione di 6 stati della confederazione balcanica mentre il calcio prova a unire tutti invece di sfaldare.
Il mondo stava cambiando…e con esso anche il calcio.
Per il XXV° turno di Serie A (quando tutte le partite si giocavano alle 15.00) ci sono 3 match da tenere d’occhio: Napoli-Inter, Torino-Parma e soprattutto Sampdoria-Genoa…tutti sono in lotta per le coppe intanto che fra 3 giorni si giocano gli incontri europei con i sampdoriani impegnati in Coppa dei Campioni contro l’Anderlecht nel girone pre-finale mentre il Genoa farà visita al Liverpool per il ritorno dei quarti di Coppa Uefa (per la prima volta nella storia del calcio italiano entrambe le genovesi rappresentano assieme il nostro paese all’estero).
I presidenti sono ancora Mantovani e Spinelli, gli allenatori corrispondono ai soliti Boskov con Bagnoli oltre agli storici capitani Mancini e Signorini agli ordini di Trentalange davanti ad uno stadio riempito da circa 38.000 spettatori ebbri di gioia e vogliosi di sognare come mai avvenuto prima all’ombra della “Lanterna” grazie a una lunga schiera di campioni nazionali tipo Pagliuca, Vierchowod, Lombardo, Vialli avversi a Braglia, Collovati, Eranio o stranieri a livello di Katanec, Cerezo da un lato con Branco, Aguilera, Skuhravy dall’altro.
Le previsioni della vigilia danno per assodata una partita dalla “X” scontata soprattutto per l’idea di conservare energie in vista della settimana internazionale ma da subito si capisce che non è così malgrado i prudenti 4-4-2 a specchio: passano appena 3 minuti e il capitano dei grifoni sblocca la situazione di testa su corner dando inizio ad una disputa senza schemi che trova un ulteriore protagonista in Katanec, il quale al quarto d’ora pareggia ancora incornando su palla dalla bandierina di Mancini (dopo che Vialli aveva colpito il palo interno di schiena cadendo sull’uscita di Braglia) ma non fa in tempo ad esultare poiché il Genoa guadagna una punizione dai 30 metri al 18° mentre Bortolazzi stupisce tutti (anche l’annunciato battitore Branco) tirando una legnata che si infila a fil di palo senza possibilità di intervento da parte di Pagliuca…appena dopo 20 giri d’orologio ci sono stati 3 gol sommate alle ammonizioni di Invernizzi e Collovati per gioco scorretto e prima della mezz’ora i rossoblu’ reclameranno fortemente per un rigore non dato di Vierchowod su Eranio oltre ai cartellini rimediati da Branco, Bortolazzi ma le emozioni non sono ancora finite poiché al 41° il capitano della Samp riceve palla sulla trequarti sinistra e si porta verso il centro scoccando un tiro di destro che si spegne all’angolo basso della porta di Braglia.
Al ritorno in campo le occasioni si susseguono a ritmo infernale soprattutto con i 2 tandem offensivi che non mollano nulla costringendo gli estremi difensori a miracoli ripetuti (Braglia che sventa su Vialli mentre Pagliuca ferma per un soffio prima su Skuhravy e poi su Aguilera) ma la palla non entra più costringendo anche Boskov a sostituire Ivano Bonetti per Silas passando ad un più offensivo 4-4-2 con un uomo fra le linee a cercare di scardinare i reparti di copertura avversari; ci sarà tempo anche per un brivido finale, quando Vialli segnerà il 3-2 ma se lo vedrà annullare per una presunta spinta ai danni di Collovati appena prima del triplice fischio.
A fine disputa gli applausi sono scroscianti da parte di un pubblico che ha apprezzato ogni singolo momento in quel pomeriggio di fine inverno smentendo totalmente le strane idee di un risultato accordato e noioso ma rispettato solo nel tabellino…anche dagli altri campi arriveranno solo notizie di poste in palio divise e dunque la classifica rimane invariata aprendo più che mai la corsa in Europa.
A fine stagione il bilancio sarà più agro che dolce da ambo le parti: la Sampdoria si classifichera’ VI° arrivando in zona coppe ma perdendo la finale di Coppa dei Campioni al suo esordio in tale torneo contro il Barcellona a “Wembley” (sicuramente la più grande tragedia sportiva della storia blucerchiata e che chiuderà, di fatto, il grande ciclo di vittorie del club) mentre il Genoa si salverà a stento adagiandosi al XIV° posto dopo un orribile girone di ritorno venendo estromesso dall’Europa in semifinale dai futuri vincitori dell’Ajax (il teorema del mitico Genoa si esaurira’ lì, dopo soli 2 anni) mentre il destino in Coppa Italia vedrà entrambe le compagini estromesse dai vincitori del Parma: Sampdoria in semifinale e Genoa si quarti.
Sampdoria-Genoa non è una partita ma l’anima di una città, di un popolo e rappresenta la doppia luce del faro di un porto folkloristico come quello genovese: quale vessillo sarà illuminato in futuro? Lo scopriremo…

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