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TORINO – Nel calcio esistono i buoni giocatori e i campioni… è quello che si è visto in quest’anticipo della ventunesima giornata a cui la Roma chiedeva delle risposte anche per scacciare quell’etichetta che la squadra di Fonseca si porta addosso dall’inizio di campionato: grande con le piccole, piccola con le grandi. L’inizio sembra incoraggiante Juve chiusa a riccio e Roma a comandare il gioco anche se di pericoli dalle parti di Szczesny nemmeno l’ombra. Capita però che al primo contropiede subito arriva il vantaggio bianconero. Cristante viene uccellato da Alex Sandro, la palla arriva al limite dell’area a Ronaldo (che appunto campione lo è) che lasciato inspiegabilmente solo infila Pau Lopez con un colpo da biliardo all’angolino lontano. La Roma si rimette giù a cercare di cucire trame di gioco degne di questo nome ma altro non fa che collezionare calci d’angolo. La prima frazione si chiude con un fallo di Rabiot su Villar in area non sanzionato ne dall’arbitro ne dal Var (perché i giocatori della Roma non protestano mai?) ed una traversa colpita da Ronaldo ancora una volta lasciato libero di stoppare la palla e calciare in porta da un Kumbulla che deve ancora capire che ai grandi giocatori non puoi concedere tutto questo spazio. Nella ripresa la Juve capisce che va bene agire in ripartenza ma farsi schiacciare nella propria area di rigore com’è successo nel primo tempo sembra troppo ed esce un po’ dal guscio. La Roma continua a non fare male in avanti, nonostante la crescita di Mkhitaryan che prova senza costrutto a trascinare i suoi. I cambi fanno il resto: nella Roma entrano 3 ectoplasmi Dzeko, Diawara e Carles Perez mentre Pirlo (più che maestro, stasera è sembrato un Mondonico 2.0) tira fuori dal cilindro Kulusesky e Cuadrado prima, De light poi a risultato acquisito. I cambi fanno tutta la differenza del mondo e proprio da un’iniziativa dell’ex Parma nasce l’autorete di Ibanez che di fatto chiude il match, anche perché il “pentito” Dzeko dopo una buona sponda per Carles Perez al primo pallone toccato, rientra nell’oblio in cui si infilato da un po’ di tempo a questa parte trovando il modo di sbagliare un gol di testa (stessa dinamica del gol fatto da Bonazzoli a Bergamo qualche ora prima… Bonazzoli non Messi) e di arrivare in ritardo su un cross teso in mezzo di Bruno Peres, ben calibrato. Finisce così con la Juve che supera la Roma pure in classifica e per i giallorossi le buone notizie giungono solamente dagli altri campi col pari dell’Atalanta e la sconfitta del Napoli sul campo del Genoa che rendono meno amara l’ennesima sconfitta (9 in 10 gare di campionato) sul campo della Juventus.

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