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VERONA – Siamo nel I° inverno del nuovo millennio: a Roma si celebra il Giubileo intanto che al cinema esce “Monster&Co.”, “American Pie” di Madonna scala le marce come canzone più popolare, “K2” e “FOX KIDS” sono i canali più popolari fra i bambini sulla piattaforma satellitare “Stream Tv”.

Per il VII° turno di campionato il match “testa-coda” si vede rappresentare da Verona-Roma: sono ormai lontani i tempi del Verona vincente applaudito ovunque come un miracolo di provincia in Italia e fuori…adesso parliamo di una squadra che rasenta la retrocessione assieme a Vicenza, Brescia mentre i giallorossi comandano la vetta forti di 15 punti su 18 disponibili di fronte ai sorprendenti Udinese, Atalanta neo-promossa ed a seguito di un decennio difficilissimo.

Fra gli appena 20.000 presenti di un “Bentegodi” zeppo di spazi vuoti troviamo i presidenti Pastorello e Sensi a fronte di 5000 ospiti circa isolati nei 2 anelli superiori del “Settore Nord” intanto che mister Perotti ripiega su un onesto 4-4-2 (poi 3-4-3 a causa dello svolgimento degli eventi) in cui compaiono 3 futuri nomi di campioni del mondo nel 2006: il capitano Oddo, Camoranesi, Gilardino al netto del 3-4-1-2 (poi 3-5-2) classico di Capello:

[Ferron;

Oddo (cap.)-Cvitanovic-Apolloni-Gonnella;

Camoranesi-Colucci-Salvetti (80° Cossato)-Mazzola (58° Adailton);

Mutu (28° Cassetti)-Gilardino],

[Antonioli;

Zebina-Samuel-Zago;

Cafù-Tommasi-Zanetti-Candela;

Totti (cap.) (80° Guigou);

Delvecchio (73° Montella)-Batistuta].

Oltre ai futuri azzurri compagni di capitan Totti 5 estati dopo, annotiamo un grosso numero di stranieri molto noti a livello internazionale: il veterano italiano arrivato II° ai mondiali del 1994 dietro al Brasile Apolloni, lo slavo Cvitanovic con il rumeno Mutu da un lato e i 2 argentini Samuel-Batistuta, i brasiliani Zago, Cafù, i francesi Zebina, Candela (quest’ultimo campione del mondo 3 anni prima in casa propria nonchè vincitore dell’europeo 4 mesi addietro) senza tralasciare gli effettivi in odore di maglia azzurra in quello stesso periodo (Antonioli, Tommasi, Zanetti, Delvecchio…di cui il primo e l’ultimo vice-campioni d’Europa nel luglio passato dinanzi alla stessa Francia) assieme al N.10 degli ospiti.

Sarà un I° tempo intensissimo soprattutto calcolando assenze importanti come quelle di Aldair o Emerson: passano appena 4 minuti quando Camoranesi lancia in contropiede Gilardino che viene falciato da Antonioli in uscita causando rigore+ammonizione del portiere senza indugi da parte del direttore di gara Treossi: Oddo spiazza l’avversario aprendo il piattone destro e sancisce l’1-0 per i suoi; è, però, un fuoco di paglia poiché da quel momento la Roma prende in mano il pallino del gioco con il solo Ferron a salvare 2 volte su Delvecchio e su Delvecchio con Cafù intanto che Mutu s’infortuna lasciando il posto a Cassetti costringendo il tecnico di casa a rivedere i suoi piano dal punto dei vista dell’assetto: 5 occasioni in neanche 30 rintocchi che sembrano incanalare tutto verso una giornata storta per i capolisti ma Candela non è d’accordo e al 38° pareggia con un siluro al volo dal limite dell’area sfruttando pure una deviazione con la schiena decisiva di Camoranesi su respinta da corner (II° gol in 3 settimane ma a segno in 2 gare fuori casa consecutive dopo Brescia su 3 segnature totali a fine anno tutte con il destro) denotando che lo show non è ancora finito, anzi, è appena iniziato…al 44° Delvecchio se ne va sulla sinistra riuscendo a mettere in mezzo con Totti che fa 1-2 (V° centro in 7 partite su 13 a fine campionato di cui 10 nelle prime 17 contese) realizzando un rigore in movimento poco dopo aver subito una manata volontaria da Apolloni che aveva portato all’ammonizione dello stesso e di “Batigol” per proteste.

Al ritorno in campo il copione è scontato: il Verona prova a pareggiare ma senza mai concludere e la Roma riparte risultando chirurgica al II° tentativo (la prima volta Batistuta manderà alto di testa su cross di “Supermarco” Delvecchio)…corre il 58° quando Gonnella falcia uno scatenato Candela al limite dell’area di rigore con Batistuta che non ci pensa su e scarica su punizione un fendente dritto sul palo del portiere per l’1-3 (neanche era stato scoccato il tiro che già dal settore dietro la porta era partito il coro “ohohohohohohohohohohohoh…” con tutti pronti ad esultare) che sembra chiudere i giochi lasciando spazio alle ammonizioni di Camoranesi, Mazzola e Samuel oltre agli innesti disperati di Cossato, Adailton (per un passaggio ad uno spregiudicato 3-4-3) fronteggiati da Montella, Guigou per dare maggiore copertura a centrocampo ma il bomber argentino degli ospiti non ha ancora finito di mettersi in mostra ed al 90° scoccato realizza l’1-4 a porta vuota su contropiede innescato da Tommasi (divenuto sostituto dopo l’uscita di Totti al posto di Guigou, altro nazionale, ma dell’Uruguay, che si metterà in luce con l'”albiceleste pochi mesi dopo in Copa America oltre che l’anno successivo ai mondiali).

A fine gara i romani in trasferta scatenano il loro giubilo: la Roma espugna casa del Verona dopo 8 anni (non accadeva dal II° turno del 1991/92: Verona-Roma 0-1 firmata dal tifoso laziale Roberto Muzzi), consolida la vetta e per la III° volta in 4 trasferte realizza 4 gol avendo Batistuta che, arrivato da pochi mesi, è già venerato come una divinità avendo realizzato 8 reti su 19 totali frutto delle doppiette a Lecce oltre a Verona e della tripletta a Brescia (tutte e 3 decisive per scalare le marce più rapidamente del previsto) mentre la popolazione locale si scatena, anch’essa, ma in una violenta protesta avendo paura di una stagione nata male oltre che sempre più dalle 1000 incognite…

A giugno successivo i veronesi, classificatisi al XIV° gradino conclusivo, si salveranno allo spareggio per non retrocedere grazie al gol in trasferta contro la Reggina (1-0 vittoria in casa e batosta 2-1 in Calabria con marcatura determinate all’85° di Cossato, futuro beniamino dei cugini clivensi nelle annate in divenire) pur lasciando forti dubbi per il match Verona-Parma del 10/6/2001 valevole per la XXXIII° e penultima giornata che, secondo molti addetti, fu truccato in modo da sentenziare in positivo il destino degli scaligeri a fronte di una coppa nazionale finita al II° turno contro il modesto Piacenza retrocesso a Maggio 2000; a Roma si scenderà in piazza per festeggiare il III° e, finora, ultimo scudetto della bacheca romanista (ultimo tricolore alzato fuori dall’asse Milano-Torino) oltre alla I° Supercoppa Italia a discapito della Fiorentina sfruttandoli come ampie consolazioni dalle eliminazioni negli ottavi di Coppa Italia in casa dell’Atalanta e la sconfitta nei quarti di Coppa Uefa dinanzi ai futuri vincitori del Liverpool fra roventi polemiche arbitrali specie nella gara di ritorno in terra britannica (ma senza nulla togliere ad un team che alzerà 5 coppe su 6 disponibili nell’anno solare mancando solo il campionato, terminato al III° posto dietro a Manchester United, Arsenal) pur con il rimpianto di avere Batistuta arrivato solo IV° nella tabella dei cannonieri disponendo del bottino di 20 gol dietro a mostri sacri come Crespo della Lazio a quota 25, Shevchenko del Milan con 24, Chiesa della Fiorentina avente 22 come cifra di attivo.

Verona-Roma…la storia raccontata non attraverso i trofei ma attraverso la tradizione: apriamo il mese di dicembre dando la parola al campo.

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