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VERONA – Storicamente le partite più belle provenienti dal calcio italiano corrispondono a quelle fra le squadre che hanno vinto di più, ma proprio per questo può succedere (e neanche troppo raramente) che il maggiore fascino finisca per arrivare da gare fra chi ha vinto e chi ha maggiore tradizione: è questo il caso di Verona-Roma, un match che adesso dice poco e nulla o suscita interesse solo a sfondo di tifoserie rivali oppure di ordine pubblico senza dare sguardi al campo o al quoziente tecnico globale in gioco; vi fu però un tempo in cui Verona-Roma divenne, pure se per un ristretto lasso di anni, un match d’alta classifica o addirittura una finale. In attesa del I° confronto fra le compagini dopo ben 24 mesi, ripercorriamo con un piccolo viaggio nel passato l’epoca di gloria e i confronti migliori fra i veronesi e i romani.

E’ il freddo inverno del 1983 (27 anni prima del mitico Juve-Roma 1-2 con gol di Riise al 93° del 2010 in rimonta) e, mentre Giovanni Falcone inizia a collaborare con il procuratore americano Rudolph Giuliani nel tentativo di sgominare la Mafia, Michele Sindona che sconta i suoi ultimi momenti in carcere negli USA prima di essere instradato in Italia senza dimenticare che Venditti è uno dei cantanti più in voga del momento, sappiamo che il campionato di Serie A è entrato nella I° fase del girone di ritorno con la XVII° giornata e la contesa di maggiore interesse è rappresentata dallo scontro di vetta fra gli sponsor Barilla-Canon in casa dei secondi in classifica (incredibile matricola neo-promossa dopo almeno 4 stagioni di cadetteria) Verona-Roma ma con Juventus e Inter a tallonare subito dietro.

I presenti al “Marcantonio Bentegodi” rasentano i 41.000 e il tutto esaurito sapendo però che i romanisti in trasferta sono almeno 8000 (miglior incasso dei gialloblù per l’annata corrente) e gli scontri pre-gara saranno tanti oltre che lunghi come da perfetto copione di quegli anni: l’assenza dei presidenti Guidotti e Viola viene compensata dal grande talento disseminato fra le formazioni e tra le scelte dei tecnici Bagnoli con Liedholm intanto che Bergamo spiega prima di entrare in campo l’accettazione di eventuali proteste esclusivamente dai capitani Tricella-DiBartolomei (liberi difensivi di giornata, tra l’altro).

I moduli ripercorrono la prudenza delle 2 scuole tecniche sfruttando il 4-5-1 a uomo casalingo contro il 4-4-2 di pura zona mista ospite al netto delle indisponibilità del portiere titolare Garella (infortunatosi nel riscaldamento), il centrocampista polacco Zmuda da un lato con il fenomeno brasiliano Falcao (per espulsione dovuta ad una gomitata rifilata a Marchetti del Cagliari nel I° turno di ritorno fra le mura amiche a seguito di 3 calci subiti in pochi secondi 7 giorni addietro) rimpiazzato con Valigi dall’altro:

[Torresin;

Oddi-Spinosi-Tricella (cap.)-Marangon;

Guidetti-Volpati-Dirceu-Fanna-Sacchetti;

Penzo (66° Sella)],

[Tancredi;

Nela-Vierchowod-DiBartolomei (cap.)-Maldera;

Conti-Prohaska-Valigi-Ancelotti;

Iorio-Pruzzo].

Le assenze di metà degli stranieri riducono pesantemente i numeri dei giocatori più noti a livello internazionale: un altro carioca (Dirceu, fuoriclasse assoluto ma riserva a causa del talento sovrabbondante della propria rappresentativa), un austriaco (Prohaska), 3 italiani tutti di scuola ospite ma 2 campioni mondiali (Vierchowood, Conti con l’aggiunta di Ancelotti).

Da subito la ragnatela del possesso palla estremo viene tessuta con cura dai giallorossi e solo 2 miracoli dell’estremo difensore scaligero su Ancelotti con Pruzzo riescono a salvare il risultato poco prima che lo stesso Pruzzo non costringa Torresin a rifugiarsi sulla traversa interna per evitare danni peggiori; siamo appena al 26° quando una respinta maldestra dell’ex di giornata Marangon non arriva comoda sul destro di Iorio il quale, dal limite dell’area, si esibisce in un pallonetto spettacolare con il piatto destro al volo che si infila in rete assieme all’estremo difensore in goffo tentativo di sventare la minaccia dando l’illusione che il distacco sia ormai aumentato a +4 ma mai dare per scontato ciò che non lo è neanche quando si è vicini al triplice fischio: trascorrono solo 120″ (28° sul cronometro) e Volpati mette un rasoterra chirurgico in area romanista per Dirceu che devia di tacco sul primo palo allungando verso Penzo permettendogli di depositare l’1-1 da pochi passi di distacco riequilibrando subito tutto e dando inizio ad una fiera di occasioni sprecate dagli ospiti fra cui altre 2 buone respinte dell’esordiente veneto oltre alla punizione di “Diba” che si stampa sul montante sinistro in chiusura di frazione.

Quando riparte il II° tempo sono i padroni di casa ad attaccare maggiormente intanto che i capitolini cercano più di addormentare il gioco che altro ma l’episodio che potrebbe rimescolare le carte arriva al 55° circa: cross dalla destra di Sacchetti per Penzo che si trova da solo davanti a Tancredi ed approfitta di un’uscita errata del portiere tirando a porta quasi sguarnita da molto vicino ma ancora Tancredi fa muro con il corpo essendo quasi già per terra e blocca la sfera riuscendo a far rimanere tutto uguale; l’innesto di Sella (altro ex nonchè compagno illustre di Conti e DiBartolomei nella mitica “Primavera” che nel decennio passato aveva toccato i più alti vertici della storia giovanile per ciò che concerne i lupacchiotti) proprio per il bomber dei gialloblù al 66° serve più a dare maggiore equilibrio che a sperare nell’affondo decisivo intanto che il confronto si avvia verso la conclusione, prontamente fischiata da Bergamo al 90° esatto senza ulteriori sussulti che esulino da ordinarie mischie sui calci piazzati o azioni tessute in maniera sterilmente prolungata senza adeguate finalizzazioni.

A fine match gli applausi di tutto lo stadio premiano una gara che ha regalato un buon numero di emozioni senza però sforare nella supremazia di una tecnica scriteriata piuttosto che in un tatticismo esasperato in una domenica che ha evidenziato una media inglese pressoché totale in vetta poiché tutte le prime 4 hanno pareggiato lasciando immutata la graduatoria (la Juve ha impattato 2-2 ad Avellino e l’Inter si è dovuta accontentare di uno scarno 0-0 in casa dell’altra neo-promossa terribile: la Sampdoria).

A fine anno il Verona si gode un ottimo IV° posto (miglior piazzamento di sempre fino ad allora ma che si migliorerà poco dopo…) dietro a Roma, Juventus, Inter oltre a rimpiangere il sogno di una finale di Coppa Italia (la I° di 2 consecutive) persa con una bruciante rimonta subita dalla Juventus a Torino per 3-0 allo scadere dei supplementari in seguito al trionfo per 2-0 nell’andata pur essendo consapevole che un piccolo ciclo era ormai cominciato in quella zona della Pianura Padana; a 900 km di distanza, invece, si festeggerà il II° scudetto su 3 della storia romanista davanti ai piemontesi pur facendo fronte all’eliminazione nei quarti di coppa nazionale contro i futuri vincitori e nei quarti di Coppa Uefa contro i finalisti del Benfica.

Verona-Roma richiama i tempi andati…ma quali saranno le prossime immagini di questo album fotografico così tradizionalmente vintage? Staremo a vedere…

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