Interessante intervento radiofonico per Maurizio Bartocci, coach di Barcellona Pozzo di Gotto, prossima avversaria della Virtus Roma, nel corso dell’ultima puntata di “Timeout”. Queste le parole del tecnico:
SULLA VIRTUS ROMA – Giovedì sera ero a Reggio Calabria per vedere la partita. Roma ha disputato un’ottima gara, precisa e pulita, non ha sbagliato nulla. Caja sta facendo un ottimo lavoro, la squadra è rigenerata rispetto ad inizio campionato. Dovremo fare molta attenzione, non potremo concedere ai loro giocatori più esperti di fare la partita che vorranno; dovremo essere forti in difesa.
SU BARCELLONA – Noi sappiamo che il nostro roster dovrà lottare fino alla fine per salvarsi; abbiamo una squadra giovane, con pochi giocatori con esperienza. E’ un campionato in salita, in cui l’atteggiamento mentale e l’intensità faranno la differenza. Da quando abbiamo cominciato, solo nel primo match contro Agropoli siamo stati al completo. Dopo questa partita, Smith si è rotto il menisco ed è rientrato da poco; rientrato lui, abbiamo perso Migliori. Queste assenze, in una squadra come la nostra, pesano molto su alcune situazioni in campo. Abbiamo sempre giocato e lottato fino all’ultimo e lo faremo ancora, indipendentemente dall’avversario. Domenica scorsa a Ferentino ci siamo trovati di fronte una delle squadre più forti del campionato.
SU DAVID LOUBEAU E LENZELLE SMITH JR.– Loubeau è un giocatore che abbiamo seguito per tutto Agosto e ci sta dando tanto, è una sorpresa per tutti noi. Lo abbiamo preso dalla serie B israeliana e negli ultimi 2 anni ha sempre viaggiato a circa 20 punti e 9/10 rimbalzi di media. È un ragazzo super, serio e disponibile; si merita quello che sta facendo. E’ cresciuto in Texas A&M, un ottimo college ed una grande scuola; ha ottime mani e sa giocare a pallacanestro. Come Smith d’altronde, che viene da Ohio State, dove Amedeo Della Valle gli faceva da cambio. E’ un giocatore di grandissima qualità e l’infortunio al ginocchio lo ha tenuto fuori per un mese; deve ancora esprimersi al meglio, ha tanta qualità e personalità ed al college aveva ottime cifre. Su questi due giocatori riponiamo una gran parte della responsabilità della squadra.
LA COPPA ITALIA 2006 VINTA CON NAPOLI DA VICE DI BUCCHI – Fu un successo fondamentale, contro la Roma di Pesic ed Hawkins. Disputammo quella Coppa Italia non pensando di arrivare in fondo. Il nostro percorso passò per Milano, per Treviso e poi per Roma in finale. Fu una partita intensissima, con grande voglia di vincere da parte di entrambi. Credo sia stata una delle ultime vere coppe italia. La qualità delle squadre in quell’annata fu superiore rispetto a quella di tante edizioni degli anni successivi.
STRUTTURA E FORMULA DELL’A2: PROBLEMI E SOLUZIONI – Negli ultimi 5/6 anni credo siano cambiate più formule che dirigenti dei vertici delle nostre istituzioni. Siamo passati dalla DNA, visto come campionato di sviluppo dei giovani, alla Gold e Silver alla A2 unica, e chissà a cosa in futuro. Per me il discorso non è legato solo alle formule, ma ad una programmazione seria che viene sempre smantellata. Per far giocare un americano a gettone al posto di Smith ho dovuto spendere 10 mila Euro di tesseramento; è costato più questo che il giocatore in sè. Queste cose fanno scappare i proprietari, le tasse sono talmente elevate che incidono su piccole società come la nostra ed incidono molto sui budget delle squadre. I proprietari fanno fatica a fare investimenti, a costruire un settore giovanile su cui investire, a trovare finanze perchè sono quasi tutte assorbite dalla prima squadra. Sono poche le società storiche che lavorano sul settore giovanile, producendo qualcosa. Dovremmo pensare di essere più elastici e di non sopprimere con tasse e multe le società, bisogna invogliarle a lavorare tanto sui giovani, a produrre, a creare un qualcosa. Con 32 squadre per una sola promozione è una follia totale costruire un team per salire; a fine stagione chi si è posizionato meglio potrà vincere. Ci sono troppe cose che non vanno: dalla tassazione esagerata sulle società all’assenza di una programmazione pluriennale che non sia legata alla formula. Questa cambia, ma i giocatori ed i giovani in grado di giocare non ci sono. E’ grandissimo il rischio di un’estinzione del campionato o di un abbassamento della sua qualità e dello spettacolo.
Matteo Buccellato