Le parole del tecnico giallorosso nella conferenza della vigilia
LA SEMIFINALE E’ POSSIBILE – Vietato pensare al derby, le energie mentali devono essere focalizzate alla gara di domani contro il Barcellona in cui la Roma dovrà rimontare un passivo di 4 a 1 per garantirsi il passaggio del turno: «Dobbiamo credere in qualcosa di importante e affrontare la partita con amore. Domani è l’occasione di dimostrare di voler fare qualcosa di importante. Dobbiamo sperare di fare il miracolo. Sarà difficilissimo, ma abbiamo il dovere di provarci. Domani ci sarà la miglior formazione, poi penseremo al derby». Ecco le parole di Eusebio Di Francesco alla vigilia della partita contro il Barcellona.
I TIFOSI – «È sempre una responsabilità, dobbiamo giocare al meglio per questa maglia. Dobbiamo dare una risposta a tutti dopo il 4-1 dell’andata. La gente può essere la nostra arma in più ma dobbiamo trascinarli con una prestazione emotiva, sportiva e tecnica».
GLI ALLENAMENTI – «Colgo l’occasione per chiarire, perché a Roma è facile mettere tutti contro tutti. Il mio pensiero era all’ultimo allenamento in cui ero arrabbiato. Abbiamo fatto un allenamento sulla conclusione in porta e facevamo pochi gol. Le cose che possono sembrare facili e semplici le riporti in partita. Il fatto che si dica che la squadra non faccia ciò che voglio non è vero».
IL DERBY – «Questa partita va affrontata con i migliori, poi penseremo al derby. Dobbiamo credere in qualcosa di importante. Dobbiamo affrontarla con amore, domani è l’occasione di dimostrare di voler fare qualcosa di importante. Dobbiamo sperare di fare il miracolo. Sarà difficilissimo, ma abbiamo il dovere di provarci. Domani ci sarà la miglior formazione, poi penseremo al derby».
MESSI – «È giusto crederci, in casa siamo stati una squadra, fuori abbiamo concesso di più. Anche il Barcellona magari fuori ha fatto meno bene. Cercheremo di togliere le linee di passaggio a Messi, in qualsiasi posizione di campo si trovi».
L’AMBIENTE – «Della città non parlo, la mentalità si costruisce dentro casa nostra, a Trigoria. Bisogna dare continuità ad un pensiero. Sento parlare di mentalità vincente, ma qui si è vinto pochissimo e c’è stata poco in passato. Si crea col tempo, creando senso di appartenenza, cercando di non andare dietro all’atteggiamento generale. La gente si trascina con i risultati e non con le chiacchiere. I risultati sono sempre stati discontinui, dobbiamo migliorare tutti. Non dobbiamo dare adito alle scuse delle radio, dei giornalisti».
SCHICK, UNDER E PEROTTI – «Schick può esserci. Ha nel DNA la possibilità di segnare, può essere lui o Under. Oggi lo valuteremo definitivamente, sarà tra i convocati se dovesse star bene oggi. Perotti non verrà convocato, difficile vederlo al derby ma c’è speranza».
METTERE IN DIFFICOLTA’ IL BARCELLONA – «Sbagliano poco, ma in tante situazioni li abbiamo portati all’errore senza approfittarne. È stato un nostro merito, ma poi il demerito di non finalizzare. Noi i nostri errori li abbiamo pagati, bisogna abbassare quasi a zero il margine di errore. Più ce li portiamo di qua e meno sbagliano. Dobbiamo voler fare la partita, senza prendere gol per mettere in bilico la qualificazione. Può succedere anche che qualche decisione sia sbagliata a nostro favore, qualcosa deve girare così per poterla indirizzare».
LE POSSIBILITA’ – «Bisogna far rivedere alla squadra la partita col Chelsea. L’atteggiamento è andato bene, ma i particolari fanno la differenza. Non hanno mai perso, la legge dei grandi numeri prevede che possano perdere, magari è questa. Giochiamo contro un’armata. Osano tanto a campo aperto, con grande mentalità. Ma il Barcellona non è stato costruito oggi, ma da tanti anni. Dalla Cantera. La mentalità si è creata negli anni, non in cinque giorni».
CAMPIONATO E CHAMPIONS – «Bisogna avere stimoli ogni partita e allenamento. Non voglio pensare che lo stimolo sia più importante».
COME SI TENTA IL MIRACOLO – «Se facciamo una grande difesa e stiamo attaccati sotto la traversa è difficile fargli male. Non abbiamo una squadra di grandi contropiedisti. La fase difensiva dev’essere fatta al meglio, anche dall’altra parte».
LA MENTALITA’ VINCENTE – «Io non sono nessuno, mi sento il signor nessuno. Porto avanti la mia idea, mi sento di fare il mio meglio, con grande passione amore, pregi e difetti, con scelte giuste e sbagliate. Devo sbagliare molto meno nelle scelte. La squadra ha dimostrato quello, ma il risultato di 4-1 dice che è stata preparata male. Siamo mancati nella concretezza sotto porta. Dire che non le abbiamo preparate senza voglia di vincere non è corretto. Abbiamo fatto prestazioni peggiori che con la Fiorentina e abbiamo vinto. Si passa attraverso un lavoro e un’idea».
