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Al Bernabeu è andata in scena le replica della versione spenta ed indisponente del campionato

IL COMMENTO – Al Bernabeu non entrano in campo le 13 Champions. E’ il Real che, campione in carica, resta la superpotenza europea capace di schiantare qualsiasi avversaria. E anche senza Ronaldo che inizia la sua Coppa con l’espulsione da juventino a Valencia. La Roma, per la sua rosa chiaramente inferiore, si inchina e limita il passivo con la raffica di parate di Olsen. Il 3 a 0 del Bernabeu diventa pesante più per l’atteggiamento che per il punteggio. Non c’è stata partita, a differenza di quanto accadde nell’aprile scorso al Camp Nou, nell’andata dei quarti, quando i giallorossi, pure se sconfitti per 4-1, giocarono alla parti contro il Barcellona.

SENZA STORIA – Di Francesco non riesce proprio a risollevare la Roma. Il 4-3-3 è fragile in difesa, già 10 gol subìti in 5 partite, soprattutto per la precaria condizione atletica di Fazio e Kolarov e, nella notte in cui il confronto è con Modric e Kroos, anche a centrocampo dove De Rossi e Nzonzi hanno lo stesso passo e dove manca la mezzala che garantisca dinamismo e corsa. Il debutto di Zaniolo è la mossa del voglio ma non posso. Il diciannovenne fa la scuola guida in mezzo ai galacticos di oggi, Ma Pellegrini e Cristante, anche se già svezzati, sbandano di solito in serie A. In attacco, intanto, la squadra non è più efficace. Perché, per limitare Carvajal e Marcelo, El Shaarawy e Under si abbassano e al tempo stesso si allontanano da Dzeko. Senza pressing, non si resiste davanti ai campioni di Lopetegui.

TIRO AL BERSAGLIO – De Rossi fa muro come Olsen. La punizione di Isco, fallo al limite proprio del capitano, indirizza il match prima dell’intervallo. Navas nega il pari a Under, Bale colpisce la traversa e subito dopo raddoppia in contropiede. Mariano, esordio stagionale con il 7 di Ronaldo, segna nel recupero. I cambi di Di Francesco non migliorano, dunque, la situazione: Pellegrini per Zaniolo, Perotti per El Shaarawy e Schick per Nzonzi. Il Real si diverte e la Roma, unica delle 4 italiane a cadere in Europa, si arrende. Meglio pensare al campionato, il percorso in Champions dell’anno scorso sembra già irripetibile.

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