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NAPOLI – È la seconda estate del nuovo millennio e Roma è appena stata sede del Giubileo.

Tra i nomi importanti della stagione vi sono ancora una volta il Napoli (neo-promosso dopo 3 anni di serie cadetta) e la Roma (capolista del torneo); nel girone di andata è finita 3-0 per i giallorossi…quando le 2 squadre si ritrovano di fronte domenica 10/6/2001 è la 33° nonche’ penultima giornata di  campionato e 10,000 romanisti hanno percorso i 200 chilometri che separano le città per festeggiare con la squadra una settimana prima; vi sono 49 punti di differenza: i partenopei sono in lotta per la salvezza ma alla fine retrocederanno e capitolini conquisteranno solo 90 minuti dopo il loro 3° scudetto…ma quel giorno il campo disse che spesso non è sufficente confermare i pronostici, bisogna cercare di ribaltarli.

Gli allenatori sono Mondonico (subentrato a Zeman) e Capello mentre in campo troviamo elementi come Fresi, Saber, Moriero, Amoruso, Pecchia, Jankulovski da un lato e Samuel, Zago, Tommasi, Emerson, Cafu’, Totti, Delvecchio, Batistuta dall’altro…l’inizio di partita è contratto e risente molto della guerriglia avvenuta fuori campo prima del match fra le tifoserie ma già dopo 10 minuti Amoruso porta in vantaggio i suoi ridando fiato e senso alla lotta in fondo alla classifica ma è una gioia che durerà fino al 42° minuto, quando “Batigol” pareggia e riporta la “Lupa” a un gol dal sogno ridando speranza a tutti i propri supporters attaccati alle radio, alle tv, ai megaschermi. Inizia il secondo tempo e dopo 15 giri di orologio proprio Totti, capitano e bandiera dei capitolini, fissa il tabellino sull’1-2 dando l’illusione di aver ormai cucito quella tanto agognata coccarda sulla maglia di porpora e oro adornata…ma come in tutte le storie che non riguardano i grandi club, la gara non è finita finché l’arbitro non fischia: gli uomini di “Don Fabio” non riescono a incrementare il vantaggio e subiscono il tragico 2-2 che li condanna ad aspettare la giornata successiva all’82° su punizione di Pecchia. Il risultato resta congelato fino al triplice fischio e nemmeno l’ingresso del 12° uomo Montella regala la segnatura della vittoria (anzi, allenatore e giocatore si insulteranno pubblicamente davanti alle telecamere dirante il riscaldamento di quest’ultimo, in chiaro contrasto con il mister averlo fatto partire dalla panchina).

Quel giorno fu la prova, per tutti i presenti, che il campo e l’unico vero sovrano del verdetto finale…l’augurio per tutti gli spettatori di Napoli-Roma è che le 2 squadre, anche stavolta, diano uno spettacolo enorme sul terreno di gioco rimembrando il loro passato e strappando applausi reciproci a fine partita non solo per gioco espresso, ma anche per tifo e civiltà su spalti e social.

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