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TORINO – Quando si parla della storia del calcio italiano, la prima partita che viene in mente è quella che contrappone la prima e la seconda squadra più tifate del paese…le zebre e i biscioni, i bianconeri e i nerazzurri: Juventus-Inter, “il derby d’Italia”.

Questa gara ha origini antichissime risalendo addirittura al primo decennio del 1900 essendo nate, rispettivamente, nel 1897 e 1908 e negli anni la rivalità ha riguardato non solo il campo ma anche l’importanza delle proprie città: Torino e Milano, i media, la tradizione, il valore economico delle 2 società (comandate per la maggior parte del proprio passato da famiglie leggendarie come gli Agnelli e i Moratti).

La parola “derby” fu coniata nel 1967 da Gianni Brera, il più grande giornalista sportivo del secolo scorso che capì immediatamente la pressione e la tensione che si respira a ridosso di questo match arrivando anche a definirla «classica» essendo stata spesso una gara giocata fra 2 team scudettati pure se con grande irritazione dell’altra compagine milanese: il Milan, che fino al primo lustro degli anni 2000 deteneva una bacheca più ricca dei cugini ritenendosi, quindi, maggiormente degno di essere considerato il rivale numero uno dei piemontesi.

Fino agli anni ’70 questa gara registra un relativo equilibrio negli scontri diretti oltre ad essere vissuta a più riprese come lotta-scudetto o finale di coppa Italia (1959 e 1965) portando anche ad episodi controversi come la ripetizione della gara valevole per la vetta disputata in Piemonte del 1961 che venne sospesa per invasione di campo dei padroni di casa e data per vinta 0-2 a tavolino all’Inter ma in seguito al ricorso degli juventini la federazione (presieduta da Umberto Agnelli, all’epoca massima carica anche delle zebre) dispose la ripetizione del match in cui i meneghini schierarono la primavera per protesta perdendo 9-1 (con I° gol di Mazzola in Serie A, dopo un 6-0 di qualche anno prima che ad oggi sono i risultati più larghi del confronto).

I cicli si alternarono in maniera perfetta fino alla soglia degli “anni di piombo”, quando l’Inter vinse 3 soli campionati in 30 anni cedendo scettro del comando agli odiati nemici ma questo è anche un l’inizio di un’era di grossi campioni da ambo i lati successivamente alle epoche del “trio magico” sabaudo e alla “Grande Inter” degli anni ’60.

L’acredine fra i 2 club rinfocola definitivamente nel 1998 e nel 2002 quando la “vecchia signora” supera la “beneamata” al termine di 2 stagioni tesissime e tirate fino all’ultimo in un decennio che vide la “Triade” Moggi-Bettega-Giraudo duellare con il duo Moratti-Prisco anche a livello politico in federcalcio su questioni tipo diritti televisivi, acquisti di stranieri, avvenimenti estremamente strani come il rigore non dato di Iuliano su Ronaldo e il famigerato «5 maggio» ma il momento di massimo astio deve ancora venire…

Nell’estate del 2006 scoppia lo scandalo di “Calciopoli” ad un anno di distanza dall’unica supercoppa Italia giocata fra i 2 contendenti e tutti i team principali subiscono pesantissimi giudizi a livello sportivo e penale ma il club più falcidiato sarà proprio la Juventus,che verrà declassata in Serie B e penalizzata di 30 punti oltre a vedersi togliere e assegnare lo scudetto di quella stagione proprio ai nemici: fino a quel momento ambo le società erano le uniche a non essere mai retrocesse, da allora l’Inter si tenne questo record che ancora oggi gli appartiene; ciò che risulta oscuro di quel processo è come mai a commissario della federazione venne messo un dirigente con trascorsi nerazzurri (Guido Rossi), ma questa è un’altra storia.

Da quel momento i meneghini inaugurarono il periodo più glorioso della loro storia (2006-2010) che culminerà con il la tripletta del 2010…ma dal 2012 in poi, complice anche la costruzione dello “Juventus Stadium” i bianconeri hanno rialzato la testa e ora tengono la carica di club più forte a livello nazionale complice anche il primato di tricolori consecutivi (7) vinti da allora fino ai giorni nostri con la netta sensazione che questa supremazia non sia ancora finita.

Juventus-Inter non è solo una partita: è storia, leggenda…riassume in sé presidenti storici a livello di famiglie come Agnelli e Moratti; allenatori vincenti come Trapattoni, Lippi, Conte e Herrera, Mancini, Mourinho e poi i dualismi che hanno segnato questa sfida mitologica fra capitani: Boniperti-Picchi, Zoff-Facchetti, Scirea-Bergomi, Del Piero-Zanetti.

I nomi noti questa sfida sono infiniti anche se alcuni non posso essere lasciati fuori sia come nazionali che come doppi ex: Boninsegna, Tardelli, Roberto Baggio, Vieri, Fabio Cannavaro, Pirlo per esempio…infine citiamo quei fuoriclasse provenienti da tutto il mondo che hanno provato l’ebbrezza di vivere queste infuocate battaglie: Charles, Sivori, Platini, Zidane, Nedved, Trezeguet da una parte con Suarez, Matthaus, Ronaldo, Ibrahimovic, Milito, Eto’o dall’altra.

Andrà in scena un’altra puntata di questo racconto infinito fatto di 34 scudetti contro 18, 2 Champions contro 3, 3 coppe Uefa contro 3, 64 trofei a 39…? Juventus-Inter: il derby d’Italia.

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