
TORINO – Gli attaccanti italiani sono sempre stati una categoria di giocatori assai particolare…in pochi sono emersi sempre a prescindere da chi si trovavano davanti o dalla competizione in questione e proprio di uno di loro andiamo a parlare stavolta: Paolo Pulici, “puliciclone”.
Siamo nella primavera del 1950 e l’Italia è in ginocchio dopo la guerra quando a Corbello, in Brianza, viene alla luce uno dei nomi più importanti della storia del Torino…come tutti i suoi coetanei inizia a giocare a calcio per strada assieme gli amici del paese ma lascia subito intravedere un enorme talento con ambo i piedi pur essendo destro naturale avendo molta destrezza con gioco aereo, acrobazie, stacco di testa in area mantenendo infine una freddezza chirurgica sui calci di rigore.
Nonostante venga scartato dall’Inter per essere apprezzato solo dal Legnano (stessa squadra in cui esordì Luigi Riva), vi inizierà la carriera venendo poi comprato dal presidente Pianelli nel 1967.
Rimane in riva al Po per 15 anni sotto le conduzioni tecniche di Fabbri, Giagnoni, Radice in cui vivrà gli ultimi momenti di gloria della società sommando 335 presenze a 135 gol, ottenendo la coppa Italia del 1971, lo scudetto del 1976 essendo partner di Francesco Graziani nella prima coppia di attaccanti soprannominata “i gemelli del gol”, oltre a divenire capocannoniere del torneo per la III° volta dopo il 1973 (in comproprietà con Rivera e Savoldi) e il 1975 con rispettivamente 17, 18, 21 reti successivamente ai 2 campionati primavera conquistati nel 1968 e 1970 sempre in maglia granata.
Le sue successive parentesi con Udinese e Fiorentina gli riserveranno solo 66 apparizioni con 8 reti in 3 stagioni (1982-1985) prima del ritiro.
Riprendendo il discorso della sua capacità di emergere, si possono fare 2 raffronti diversi: il conflitto con la nazionale e la confidenza con il derby di Torino.
Nel primo caso collezionera’ 19 miseri gettoni con 5 marcature non venendo mai impiegato in competizioni internazionali malgrado le convocazioni ai mondiali del ’74 e del ’78 in cui Valcareggi e Bearzot gli preferiranno Chinaglia con Anastasi prima e Bettega con Rossi poi mentre nel secondo caso resterà nella leggenda poiché ad oggi è il III° miglior marcatore nella storia del calcio torinese dietro ai soli Boniperti e Gabetto (il primo eroe juventino, il secondo leggenda torinista ma con un passato zebrato) con 9 gol segnati frutto anche di 2 doppiette che faranno spesso piangere i cugini nell’età dell’oro del “soccer” piemontese: Paolo Pulici, “puliciclone”.
