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MILANO – L’Italia è da sempre un paese frammentato da storie millenarie racchiuse in territori molto piccoli, spesso più di singole regioni e determinate a dimostrare la propria superiorità specialmente fra grandi città.
Prendiamo l’esempio di Milano e Napoli: da un lato abbiamo la capitale economica della penisola…una città con pochi monumenti e spesso vista come tetra, dal clima freddo ma all’avanguardia dal punto di vista industriale; dall’altro abbiamo la capitale dei sogni…cucina fra le migliori a livello nazionale e mondiale unita a un clima molto accogliente e paesaggi o monumenti stupendi ma con meno sfruttamento delle proprie risorse.
Mercoledì 26/12/2018 andrà in onda il primo posticipo domenicale nella storia del primo “boxing day” italiano e vedrà come cornice Inter-Napoli: i nerazzurri e gli azzurri, biscioni e “ciucci”, padani e meridionali…una sfida dai connotati enormi oltre che dalle innumerevoli sfumature.
Questa gara risale agli anni ’20, quando il club partenopeo nacque dalla fusione fra le rappresentative già esistenti (FC Naples e US Internapoli) e iniziò a rappresentare la riscossa del centro-sud assieme alle romane contro i potenti del nord…tra cui i nerazzurri che vantavano 18 anni e 2 scudetti in più.
Fino agli anni 1980 la parte del leone la farà sempre l’Inter portando a casa un gran numero di trofei da Italia e fuori proporzionati alle sole 2 coppe nazionali alzate dal Napoli, che si limiterà a fare da matricola guasta-feste; la svolta arriva con le presidenze di Fraizzoli, Pellegrini e Ferlaino: i milanesi cercheranno di mantenere la tradizione della società continuando il lavoro della famiglia Moratti mentre il napoletano darà il via al primo e più lungo e importante ciclo di vittorie della sua compagine.
Sono questi gli anni dei grandi mister Trapattoni e Bianchi…di sponsor leggendari come “Misura” e “Buitoni”,”Mars”…dei duelli fra capitani Bergomi-Maradona…di fuoriclasse provenienti da tutto il mondo come Rummenigge, Diaz, Brehme-Matthaus-Klinsmann e Krol, Alemao-Careca…oltre a tutti gli uscenti dalle fucine nostrane (non solo dagli stessi settori giovanili) come Bordon, Zenga, Ferri, Berti, Serena, Altobelli opposti a Bruscolotti, Ferrara, Bagni, De Napoli, Giordano, Carnevale.
Anni magici quelli dal 1986 al 1991: Inter e Napoli arriveranno a monopolizzare questo sport meraviglioso assieme a Milan, Juventus, Sampdoria…a contendersi 2 tricolori (1986/87 vittoria degli azzurri e 1988/89 trionfo meneghino con “scudetto dei record”) oltre ad aggiudicarsi 1 Coppa Italia (1986/87 per Maradona&Co.), 2 Supercoppe di lega (1 per parte: 1989 al nord e 1990 al sud) ma le mire espansionistiche non si fermeranno solo al confine…infatti nel decennio 1988-1998 entrambe aquisiranno grossa dimestichezza anche con la Coppa UEFA portandola a casa 4 volte in 2 (1988/89 in riva al Volturno e 1990/91, 1993/94, 1997/98 all’ombra del duomo).
Nell’ultima decade del secolo scorso vedrà una forte instabilità degli interisti, capaci comunque di restare negli altipiani della graduatoria ma incapaci di arricchire la propria bacheca, sommata ad un crollo verticale nei bassifondi culminato con la doppia retrocessione del 1998 e 2001 dei napoletani che negherà lo spettacolo di questa splendida partita per 8 tornei permettendo comunque di vedere nomi degni di nota da ambo le parti tipo Ronaldo e Fonseca ma ormai la magia sembrava essere svanita come ogni sortilegio.
Solo nel 2007 ritornerà lo spettacolo di Inter-Napoli che vedrà per 5 anni l’egemonia lombarda sul nostro calcio fino al 2011 portando a casa 5 scudetti sommati a 5 fra coppe e supercoppe, 1 Champions, 1 Coppa Intercontinentale mentre da quel momento i campani si inseriranno prepotentemente nelle potenze maggiori assieme alla Roma (già rivale dei biscioni) e alla rediviva Juventus monopolizzando la lotta per il campionato da 7 anni ad oggi totalizzando 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa di lega e sembra proprio che non vogliano mollare la propria posizione tanto facilmente.
Nel giorno di Santo Stefano i protagonisti in panchina non saranno più Pesaola e Bersellini, Mancini e Reja, Mourinho e Mazzarri o Bigon con Ranieri ma Spalletti opposto ad Ancelotti…in campo, stavolta, la scena non verrà monopolizzata da Eto’o-Milito e Lavezzi-Cavani, Ibrahimovic e Quagliarella o da capitani come Zanetti-Paolo Cannavaro ma da Icardi-Hamsik, da confronti a livello di Perisic-Mertens o De Vrij-Koulibaly per terminare con Zhang con De Laurentiis in tribuna.
L’augurio è che questa sia solo un’ulteriore pagina da scrivere per aggiornare un libro lungo come quello di Inter-Napoli oltre ad iniziare la storia del “Santo Stefano in campo”: chi uscirà vincitore? Il denaro o la voglia di sognare? Sediamoci e aspettiamo di rispondere a tale domanda.

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