
NAPOLI – Gli anni ’50 hanno rappresentato un decennio dal duplice
significato per l’Italia: il paese prostrato dalla guerra nella prima metà e la
voglia di risorgere nella seconda.
Siamo a Roma nell’agosto del 1956 e un’umile famiglia del rione popolare di
Trastevere, i Giordano, ha appena avuto un figlio…quel bambino si chiama
Bruno ed entrerà di diritto nella storia del calcio nazionale anni ’80.
Cresce giocando in strada con i suoi coetanei ma già a 13 anni viene reclutato
nelle giovanili della Lazio tramite un ex giocatore, Enrique Flamini, che vede
in lui un perfetto mix: tecnica e classe da trequartista, fiuto del gol da
bomber puro (el “Pibe de Oro” dirà che il suo compagno straniero più
forte fu Careca…ma l’europeo più sudamericano di tutti fu proprio “Bruno
Jordao da Trasteverao”) ottenendo subito 2 campionati di categoria: scudetto
under-23 nel 1973-74, stesso anno del I° tricolore biancoceleste nella storia
della Serie A, scudetto primavera nel 1975-76, I° volta per il club, assieme a
futuri compagni in I° squadra come Agostinelli, Manfredonia, Di Chiara.
Il 5/10/1975 riesce anche ad esordire in Serie A con mister Corsini (segnando,
peraltro, il gol decisivo all’89° contro la Sampdoria su assist di Chinaglia
oltre a ereditarne la maglia n.9 a fine stagione causa il trasferimento al NY
Cosmos del partner) arrivando a vincere solo 4 anni dopo la classifica
cannonieri con 19 gol ma gli imprevisti sono dietro l’angolo…
Il 23/3/1980 viene arrestato assieme ai compagni Cacciatori, Wilson,
Manfredonia nel post-match di Pescara-Lazio con l’accusa di calcio scommesse
proprio mentre la sua carriera stava per decollare anche livello di nazionale:
la Lazio retrocedera’ in Serie B dopo circa un decennio e al centravanti
verranno dati 3,5 anni di squalifica che saranno condonati a 1,5 dopo la
vittoria mondiale azzurra del 1982. Tornato in campo nel 1982-83 trascinerà i
suoi al ritorno in massima serie dopo 3 tornei con 18 marcature regalandosi un
nuovo titolo di capocannoniere ma le ultime 2 esperienze non gli riserveranno
un addio tranquillo: il 31/12/1983, si rompe tibia e perone per un fallo
durissimo e gratuito del difensore Bogoni nella trasferta di Ascoli (in
quell’occasione, su sua ammissione, gli arriverà un telegramma
d’incoraggiamento a rimettersi da Barcellona da parte di un nome piuttosto
noto: Diego Armando Maradona, forse come preludio al triennio seguente…)
iniziando pure ad avere forti attriti con il neo-presidente ed ex compagno
Chinaglia nonostante si riveli ugualmente decisivo per la salvezza dei suoi.
Nel 1984-85 il cammino degli aquilotti termina con la retrocessione all’ultimo
posto della graduatoria ma per il IV° miglior goleador della storia del club
(autore di 203 presenze e 86 reti dietro solo a Piola, Chinaglia, Signori) il
tempo è ormai scaduto: a luglio viene ceduto al Napoli per 5 miliardi.
Il triennio 1985-1988 è il più glorioso per il nostro protagonista…con il
presidente Ferlaino e mister Bianchi in panchina diverrà uno dei punti fermi
del team partenopeo facendo parte di 2 tridenti fenomenali:
Maradona-Giordano-Carnevale prima e Maradona-Giordano-Careca poi (dal secondo
nascerà l’acronimo di “Napoli Ma.Gi.Ca”
proprio a seguito di un’altra trasferta ad Ascoli nell’autunno 1987: si vede
che la società marchigiana era nel destino del bomber capitolino). In maglia
partenopea farà 3 stagioni arrivando sempre sul podio con III° posto nel
1985-86 e II° nel 1987-88 (esordio per tutti in Coppa dei Campioni pure se con
eliminazione al I° turno dinanzi al Real Madrid) ma la stagione benedetta è
certamente il 1986-87: vittoria del I° scudetto e della II° coppa nazionale
sotto il Vesuvio, I° scarpa d’oro di coppa nazionale (10 timbri) oltre a
garanzia di un’ottima condizione fisica ed una media annuale di 8 segnature
malgrado i 30 anni ormai superati.
Divorzierà dal Napoli solo nell’estate degli europei in Germania Ovest a causa
di un finale di campionato bollente: si parla di fattori interni ed esterni
alla società che spinsero i giocatori a perdere il torneo di proposito a favore
del Milan capeggiato da Sacchi e addirittura vi fu chi incolpo’ Giordano di
essere stato leader di un ammutinamento contro il tecnico assieme a Garella,
Ferrario, Bagni…solo una cosa è certa: il soggiorno del centravanti a
Fuorigrotta è concluso al netto di 78 apparizioni unite a 23 realizzazioni.
Chiuderà la carriera nel 1992 all’Ascoli (ormai una costante nella sua vita e
con cui segnerà il 100° gol in Serie A oltre a totalizzare 63 presenze unite a
13 timbri in altre 3 annate) con un intermezzo al Bologna nel 1989-90 fatto di
33 gettoni e 7 reti.
La carriera con l’Italia gli regalerà 13 ingressi conditi da 1 marcatura
(5/10/1983 Italia-Grecia), esattamente 8 anni dopo l’esordio fra i
professionisti mentre la I° occasione di vestire azzurro e tricolore è datata
Italia-Spagna 1-0 del 21/12/1978 da sostituto di Graziani e in coppia con
Rossi…che piega avrebbe preso il suo cammino a Coverciano se non si fosse
invischiato nello scandalo del 1980? Non lo sapremo mai.
Da allenatore ha avuto solo esperienze finite male con piccole squadre ma
forse, dopo che avrà chiuso la sua esperienza di direttore del Gragnano in
Serie D, tornerà in qualche città del passato per finire ciò che iniziò da
giocatore: Bruno Giordano, colui che viaggiò da Trastevere a Fuorigrotta
restando leggenda.