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Sarà un cammino difficile, impervio, tormentato. Era chiaro ed è stato confermato dalla prima partita di campionato nella nuova, per la Virtus Roma, serie A 2. 57-64 il finale per Derthona, squadra che ambisce a piazzarsi in alto, con la gente presente che ha capito alla perfezione la situazione ed ha accompagnato l’uscita dal campo di questa pattuglia di bravi ragazzi senza grande talento con un applauso di incoraggiamento. Che non fa classifica ma fa capire che chi ha deciso di rimanere virtussino fino alla fine, a parte qualche rara eccezione, ha sposato la causa fatta di lacrime e sangue.

Il tempo delle ostriche e champagne è un ricordo in bianco e nero. Oggi si banchetta con quel che passa il convento, che consente di sedersi al tavolo e sfamarsi ma di non dare troppa soddifazione al palato. Un tempo erano Datome e Goss, Mbakwe e Baron, oggi sono Casagrande e Meini, Callahan e Voskuil.

C’è comunque qualcosa di buono nel gruppo di Saibene: la precisione balistica di Voskuil (15 punti al 20′, ma poi imbavagliato dalla difesa avversaria), la giovane spavalderia di Benetti, l’irruenza di Olasewere e l’esperienza di Maresca. Ma se la Virtus, di nuovo griffata Acea, non metterà più pericolosità dal perimetro (Meini troppo timoroso) e un pò di presenza nel pitturato (Callahan svagato, a tratti irritante) sarà impresa ardua raccogliere soddisfazioni.

Per 30′ la squadra di casa è rimasta in linea di galleggiamento. Prima grazie alla raffica di Voskuil, 5-7 da 3 per lui, poi con la voglia di Maresca, Olasewere e Benetti. Ma non è bastato. Non molto chiaro il motivo per cui Saibene nell’avvio pieno di buoni propositi abbia ruotato vorticosamente gli uomini e non cavalcato un quintetto che stava mettendo difficoltà all’avversaria. Che alla fine ha mostrato che anche giocando con soli 7 uomini si può portare a casa il risultato.

Ecco, questa Acea oggi ha bisogno di gerarchie chiare, senza pensare che allungare i cambi debba per forza produrre elementi positivi. Domenica c’è Ferentino. Missione impossibile contro una squadra che punta alla promozione e che nei soli contratti di Gigli e Bulleri spende quasi mezzo budget rispetto al club di Toti.

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