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ROMA – È ancora dicembre, è ancora la XII° giornata di Serie A, è ancora Roma-Juventus: sono passati 2 anni meno 3 settimane dallo 0-0 dell’ultima volta…Eminem è il cantante del momento mentre al cinema sta per uscire “Natale in India”, “StreamTv” con “Tele+” stanno concludendo le pratiche per fondersi in “Sky Italia” (I° piattaforma italiana unica che avvierà le sue trasmissioni il 31/7 successivo aprendo una nuova Era per la televisione a livello globale), i bambini si svegliano ogni giorno e vedono “Go-kart mattina” (il maggiormente gettonato “contenitore di programmi” in voga per i giovani) su RAI 2 mentre il pomeriggio si torna da scuola pensando alla maratona dei cartoni di Italia 1 successiva ai compiti.
In quel gelido inverno del 2002 ribadiamo che è sempre Roma-Juventus a tenere banco come posticipo domenicale delle 20,30: i giallorossi vengono da un inizio di campionato “thriller” fatto di gare molto “strane” dal punto di vista arbitrale che li ha fatti sprofondare letteralmente in zona retrocessione 2 annate dopo lo scudetto (oltre che in seguito alla mancata elezione del presidente Franco Sensi a massima carica federale l’estate precedente come avversario del noto schieramento del nord capeggiato da Moggi-Galliani-Moratti-Cragnotti il cui candidato era Calisto Tanzi) ed hanno rischiato di giocare questo big-match a porte chiuse (pena rinviata solo per motivi di marketing e burocrazia legati alla caratura della gara) causa una bomba-carta tirata in campo la settimana prima durante la trasferta di Parma dal settore dei tifosi romanisti prima dei duri scontri con la polizia sfociati nel post-gara causa il 3-0 subito sul terreno di gioco…i bianconeri, rivali storici della Roma in quegli anni a livello tanto sportivo quanto politico, si trovano invece in piena lotta scudetto a pari punti con le milanesi ma con 2 punti di ritardo sulla sorprendente Lazio a secco di titoli da 3 annate e spaventata dallo spettro del fallimento dopo l’effimero ciclo di Cragnotti.
Se il clima è gelido come ogni anno in quel periodo, a livello di presenze la situazione è bollente e la tensione si affetta con la mannaia: già 3 ore prima si registrano molti incidenti fra tifoseria di casa (stanca delle continue vessazioni subite dai palazzi del potere sia calcistico che ordinario oltre che in rivolta con la propria presidenza per risultati, fino a lì, molto deludenti) e celere fuori dallo stadio, 50 autobus di tifosi juventini vengono presi a sassate con conseguente carica di quest’ultimi ad indirizzo degli assalitori appena prima che un pullman targato Torino (TO) sia dato alle fiamme pure se non è riconducibile a gruppi di frange ospiti…il settore riservato ai bianconeri si riempie con circa 9000 occupanti intanto che i 75.000 padroni di casa hanno già gremito l’impianto ed è qui che si rischia di più: un petardo scoppia nella parte bassa della “Tribuna Montemario” molto vicino alla zona degli zebrati, vengono bruciate una maglietta e una sciarpa della Roma vicino alla “Curva Nord”…sono gravi provocazioni che rischiano di portare ad un ulteriore scontro fra tifoserie e le forze dell’ordine caricano sfruttando pure i vetri divisori con sorprendente, successivo nonché impensato lancio di oggetti, fumogeni, ulteriori tentativi reiterati di venire a contatto fra i 2 branchi.
È in questa atmosfera da guerriglia urbana che Sensi prende posto con tutti i suoi dirigenti in tribuna fra le autorità venendo accolto con tanti applausi ma molti fischi mentre la triade Moggi-Bettega-Giraudo, ancora a fare le veci di Chiusano oltre che degli Agnelli, viene accompagnata in una saletta riservata sotto i gradoni della “Tribuna Montemario”, presenziata da altri 500 agenti, a vedere la partita in TV per evitare problemi a loro e a chi gli stava intorno: intanto però si pensa anche al calcio giocato con Capello e Lippi che hanno il loro bel da fare nel venire a capo dei propri schieramenti mentre il direttore di gara nonché futuro internazionale Bertini spiega preventivamente ai capitani Totti-Del Piero come si devono comportare per eventuali rimostranze da fare.
Gli schieramenti parlano chiaro: 3-5-1-1 (poi 4-3-1) per i lupacchiotti rinunciando ad Aldair, Tommasi
{Antonioli;
Panucci-Samuel-Zebina;
Cafu’-Sartor (83° Guigou)-Emerson-Lima-Candela;
Totti [cap.];
Cassano (56° Batistuta)}
contro il 4-3-1-2 poi divenuto 3-4-3 (3-3-3 nel finale) delle zebre facenti a meno di Iuliano, Conte, Trezeguet
{Buffon;
Ferrara (65° Zambrotta)-Thuram-Montero-Birindelli;
Camoranesi (55° Zalayeta)-Tacchinardi-Davids;
Nedved;
Del Piero [cap.]-Di Vaio (74° Salas)}.
La schiera di nazionali italiani pone sotto i riflettori nomi di spicco come Panucci-Totti-Cassano opposti a Buffon-Camoranesi-Del Piero-Di Vaio mentre fra gli assi stranieri ci sono i brasiliani Cafu’-Emerson, l’argentino Samuel, i francesi Candela e Thuram con l’uruguagio Montero, l’olandese Davids, il ceco Nedved (futuro pallone d’oro a dicembre 2003).
Entrambi i team, provati dal turno infrasettimanale di Champions nel mercoledì precedente con Roma-Arsenal 1-3 e Deportivo La Coruna-Juventus 1-1 ma soprattutto in attesa degli ottavi d’andata di Coppa Italia da giocare la settimana seguente rispettivamente in casa di Triestina e Reggina, la giocano subito sull’agonismo forte senza togliere mai la gamba…succede così che la Roma prende maggiormente l’iniziativa girando il pallone veloce e portandosi in vantaggio per 1-0 al 12°: Lima riceve il pallone sulla sinistra e crossa per Totti sotto “Curva Nord” che arriva a rimorchio dal limite dell’area, anticipa prima di petto e poi di testa Montero per incrociare di sinistro senza speranza degli avversari; il gol accende la sfida con contrasti duri come fra Thuram-Cassano, a seguito di cui il barese si becca il giallo poco prima di Sartor, e sblocca la Juventus pure se di parate da parte di Antonioli se ne contano sulle dita di una sola mano oltre che tutte facili…i capitolini, dal canto loro, si difendono in maniera accorta per poi ripartire furbescamente pure se prima Thuram salva miracolosamente in scivolata un colpo di tacco a botta sicura di Emerson e poi Davids finisce fra i cattivi per aver ostacolato irregolarmente un ottimo Cafu’ (ammonito pure lui ma nel II° tempo); corre il 44° quando Emerson gioca in verticale ancora per Totti, tocco con il tacco volante di prima intenzione del capitano verso Cassano e difesa avversaria uccellata con una maestria da manuale: Cassano vince un Rimpallo con Buffon in uscita facendo 2-0 di sinistro mentre scivola su recupero di Ferrara a porta sguarnita…si pensa che sia finita la I° frazione? Ci si sbaglia di grosso: al 45°+1 su 2 minuti di recupero, Del Piero anticipa tutti incornando da corner di Camoranesi sul I° palo così da dimezzare la distanza appena prima del duplice fischio.

Quando si torna a giocare la Juve si getta all’assalto buttando dentro Zambrotta in modo da passare alla difesa a 3 e rinforzando il centrocampo prima di fare all-line con gli inserimenti di Zalayeta, Salas in favore dell’assetto a 3 punte completato dal capitano bianconero intanto che Batistuta rileva Cassano per tradurre tutto in un tandem romanista con una punta di peso ed un metronomo a tutto campo come il capitano…gli juventini creano poche occasioni e tutte fuori bersaglio con una di queste che nasce da un brutto fallo non fischiato del già ammonito Davids (che da regolamento sarebbe dovuto uscire anzitempo senza neanche pensarci) su Cassano costringendo la punta pugliese, appunto, alla sostituzione mentre a trascinare i padroni di casa ci pensano ancora Emerson, Totti, Batistuta stesso anche se Buffon fa buona guardia 3 volte su 3 e dove non arriva lui ci arriva la sorte facendo uscire la palla di poco al lato; ormai manca una manciata di minuti da giocare e all’85°, fra 1000 proteste dei padroni di casa per una direzione di gara decisamente orientata a favore degli ospiti sotto tutti i punti di vista, arriva il 2-2 di Nedved: Zambrotta va via sulla sinistra dopo un 1-2 con Camoranesi, cross basso deviato da Lima e legnata mancina del ceco sotto l’incrocio del I° palo che non ammette repliche con conseguente cartellino giallo per il biondo trequartista (nemico giurato dei romanisti fin dai tempi della Lazio) causa un’esultanza prolungata sotto al settore dei piemontesi oltre che irriguardosa nei confronti degli avversari. Siamo in zona recupero ma le emozioni (e le polemiche) non finiscono: sotto la “Tribuna Tevere” Birindelli entra in maniera orribile su Candela rischiando di fargli male sul serio e subendo la reazione del terzino transalpino con conseguente espulsione di ambo i coinvolti nel bel mezzo di un parapiglia difficilmente sedabile in cui spicca un Panucci arrabbiatissimo…Totti non ci sta e viene espulso pure lui dopo aver perorato la causa di Candela senza ricevere spiegazioni di alcun genere al prezzo di un cartellino apparentemente gratuito (sicuramente sarà volata qualche parola di troppo…ma la sanzione sembra veramente esagerata).
A fine partita i romani non ci stanno e accerchiano l’arbitro (Capello affermera’ in conferenza che <<GLI ALTRI, CONTRO LA MALASORTE, HANNO GLI ANTIDOTI: NOI NO…>>) mentre i piemontesi raccolgono l’osanna dei propri supporters appena prima che la bagarre riprenda sia nei tunnel degli spogliatoi oltre che sugli spalti: la Roma si fa scappare un’occasione d’oro per accorciare dalle zone alte con prospettive internazionali mentre la Juventus si tiene il punto guadagnato vedendo la vetta distante solo 1 altra lunghezza.
A fine anno la Roma verserà in condizioni terribili: VIII° posto e necessità immediata di trovare nuovi fondi per la ricapitalizzazione societaria conseguente ad anni di follie sul fronte degli acquisti dediti al rinforzo del club, finale di Coppa Italia strapersa per una doppia rimonta del Milan (1-4 a Roma da 1-0 all’intervallo e 2-2 a Milano da 0-2 a 20′ dalla chiusura: i rossoneri non avevano ancora vinto la coppa nazionale nella gestione Berlusconi poiché avevano perso sia nel 1990 contro la Juventus che contro la Lazio nel 1998…) anche se l’accesso a quest’ultimo atto consentirà ugualmente un, seppur misero, ingresso in Coppa Uefa dopo 2 annate di Champions, lasciata al II° girone dietro Valencia-Ajax-Arsenal (qualificazione decisamente buttata via dai lupacchiotti come l’anno precedente contro l’eterna rivale Liverpool)…la Juventus vincerà il suo XXVII° scudetto (il II° del nuovo millennio, II° consecutivo ed ultimo pre-Calciopoli) davanti all’Inter con 2 giornate d’anticipo frutto di 7 punti di distacco oltre alla IV° Supercoppa di lega ottenuta nell’agosto successivo contro il Milan ai rigori ma al prezzo 2 delusioni cocenti come l’eliminazione nei quarti di Coppa nazionale contro il Perugia il giorno dopo la morte dell’avvocato Agnelli (deceduto il 24/1/2003 ad 81 anni) e la finale di Champions League mollata ancora ai rigori nonché ancora contro il Milan a Manchester nella stagione dell’unico derby italiano al turno conclusivo della “coppa dalle grandi orecchie” pur rimanendo con il rimpianto di averla giocata senza Nedved (al top della carriera come si dimostrerà a dicembre seguente).
Il nostro viaggio nell’amarcord di Roma-Juventus non è ancora finito…appuntamento all’ultima fermata.

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