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ROMA – Mancano solo 9 giorni all’entrata in vigore della primavera 1990 e mentre “La giocheria” diviene il più grande marchio di giocattoli venduti in Italia assieme alla “Clementoni”, la Scavolini Pesaro sta per vincere il suo 2° ed ultimo (ad oggi) scudetto di pallacanestro mentre Montezemolo presiede il comitato organizzatore di “Italia 1990”, l’Italia è nella “Top 5” dei paesi più ricchi d’Europa e Bruce Springsteen inizia a pianificare la sua prima tourneè nel nostro paese (pure se avverrà solo 3 anni dopo e con risultati molto al di sotto delle aspettative…).

Sappiamo anche che la Serie A (miglior campionato di calcio del mondo in quegli anni), sta vivendo già la 2° parte del girone di ritorno causa la chiusura obbligata ad aprile per finire di preparare i mondiali: alla 28° giornata i match di maggiore caratura (quando si rispettava la contemporaneità e tutti giocavano alle 15,00 con deroghe espressamente richieste al sabato nel medesimo orario solo nel caso particolare di chi era impegnato nelle competizioni internazionali o negli ultimi atti di coppa nazionale) sono Juventus-Milan e Roma-Sampdoria…i torinesi si stanno giocando il posto Uefa con i giallorossi, i blucerchiati, gli atalantini (ospitanti la Lazio) mentre i rossoneri sono in testa con 1 solo punto di vantaggio sul Napoli impegnato a Lecce per una domenica che si prospetta piena di incastri oltre che di emozioni per le notizie che potrebbero arrivare da una parte all’altra.

Per quanto riguarda l’atmosfera che si respira nella capitale, bisogna ricordare, innanzitutto, che lo stadio dei romanisti in tale annata non è l'”Olimpico”, bensì il “Flaminio”: un piccolo catino infernale di 30,000 posti totali ma che quel giorno conta solo 20,000 presenti a fronte di 1000 genovesi dislocati nella parte più alta della “Tribuna Tevere” e guardati a vista da massicci cordoni di steward assieme ai celerini poiché l’impianto risulta non completamente adeguato oltre che privo di un settore apposito per gli ospiti in un’epoca in cui gli scontri erano all’ordine del giorno in ogni confronto.

Fra gli spettatori troviamo i 2 presidenti, quasi certo, maggiormente amati nella storia delle rispettive tifoserie: Dino Viola (che ancora non lo sa, ma sta assistendo al suo ultimo incontro casalingo con i sampdoriani poiché se ne andrà il 19/1/1991 per un maledetto cancro all’intestino) e Paolo Mantovani (romano di fede laziale da sempre ma ormai totem del pubblico genovese a cui restano solo 3 anni davanti…)…entrambi sono molto curiosi di giudicare l’operato di un arbitro fra i più noti come il pesarese Stafoggia, giovane direttore di gara alla 1° designazione stagionale con ambo i team, intanto che i 2 allenatori Radice (arrivato in estate), Boskov (da 4 anni sulla stessa panchina nonché figura iconica di un calcio genuino che tutti rimpiangono ancora oggi assieme ad illustri colleghi come Nils Liedholm) si dannano per risolvere gli ingenti problemi di formazioni che si presentano dinanzi all’entrata in campo: il tecnico di casa deve fronteggiare l’indisponibilità di Cervone/Nela/Giannini/Desideri/Manfredonia (ormai ritiratosi causa l’incidente riguardante il cuore che aveva rischiato di costargli la vita il 30/12 durante Bologna-Roma)…metà del reparto titolare arretrato e 3/4 della zona nevralgica contando tutti al netto di un collega che deve far fronte alla contemporanea degenza di 3 elementi inamovibili a livello di capitan Pellegrini I°/Cerezo/Vialli (quasi tutta la “spina dorsale”) ma senza dimenticare anche il fatto che i suoi sono stati largamente prosciugati dall’impegno casalingo chiuso 2-0 con il Grasshoppers nell’andata dei quarti di Coppa delle Coppe il mercoledì antecedente ma con il ritorno da effettuare fra, appena, 3 giorni precisi in Svizzera…è evidente che le formazioni risentiranno di una stagione, fin lì, assai usurante (pure i padroni di casa hanno dovuto spremersi più del previsto durante la Coppa Italia contando su una rosa corta) ed è proprio per tale ragione che gli assetti ricalcano un atteggiamento molto prudente nonché devoto al controgioco sfruttando un pressing alto che impedisce all’avversario di giocare in serenità mantenendo i reparti compatti pur senza farsi schiacciare eccessivamente: da un lato abbiamo il 4-4-2 a uomo classico dei lupacchiotti (poi diventato 4-5-1 con l’ingresso del primavera Baldieri a fare l’ala sinistra mentre Gerolin andrà a fare l’altro mediano di copertura)

[Tancredi;

Tempestilli-Berthold-Comi-Pellegrini III°;

Gerolin-Piacentini-Di Mauro-Conti;

Rizzitelli (75° Baldieri)-Voller (cap.)]

intanto che, dall’altra parte, si nota in modo inequivocabile un 4-5-1 ibrido (in cui manca il claudicante Invernizzi, tenuto a riposo e in panca) che si traslerà verso il 5-4-1 più classico nella 2° parte (quando Lanna prenderà il posto dell’evanescente Munoz)

[Pagliuca;

Katanec-Mannini-Vierchowod-Carboni;

Lombardo-Munoz (46° Lanna)-Pari-Salsano-Dossena;

Mancini (cap.)].

Poco da dire sui nomi importanti visto che siamo nell’epoca dei 3 giocatori stranieri tesserabili per team con la Roma che ne annovera solo 2: i nazionali italiani (viste le assenze di capitan Giannini e Vialli) previsti ai prossimi campionati del mondo sono solo Pagliuca/Vierchowod (ex di turno)/capitan Mancini stesso al netto dei tedeschi occidentali Berthold-Voller (capitano di giornata) con lo spagnolo Munoz, lo jugoslavo Katanec (ci sarebbe dovuto essere pure il brasiliano Cerezo, ma non lo calcoliamo causa infortunio).

Sulle prime appare una partita molto semplice e senza acuti: Berthold guarda a vista Mancini facendoselo sfuggire solo in occasione di un colpo di testa finito fuori su cross dalla destra di Lombardo e i difensori centrali sampdoriani fanno ottima guardia sugli attaccanti capitolini specie per quanto riguarda un impeccabile Vierchowod che costringe Voller a girare lontano dall’area…si potrebbe pensare ad un confronto destinato a sbloccarsi solo per un episodio ma con il passare del tempo i padroni di casa si prendono la scena: Berthold, Di Mauro, Rizzitelli si vedono murare tutti la conclusione dall’estremo difensore avversario (così come farà Tancredi in uscita di piede a danno del capitano genovese quando scocca il 25°) poco prima che ancora Rizzitelli si veda annullare il vantaggio di testa causa fuorigioco da sponda di Tempestilli su mischia in area successiva ad un traversone ideato da Conti con il 30° sul cronometro; nel giro di un breve lasso di tempo sia Katanec che Carboni vengono ammoniti descrivendo al meglio la loro condizione psico-fisica al termine di una frazione in cui Conti con Gerolin li hanno fatti impazzire a suon di scatti o combinazioni veloci palla a terra senza mai andare a penetrare nell’imbuto centrale del campo…pensate che si arrivi così all’intervallo? Neanche per idea: corre il 34° quando Tempestilli converge verso l’area giocando di sponda su Conti (alla 300esima gara in massima lega) ed è un gioco da ragazzi, per l’ex del Genoa (desideroso di lasciare il segno contro gli ex dirimpettai), fulminare il 2° portiere dell’Italia con una rasoiata mancina spentasi a fil di palo sulla sinistra in seguito ad una traiettoria perfettamente incrociata a sancire l’1-0 con cui si va negli spogliatoi.

Boskov si rende conto che deve, paradossalmente, rinforzare il pacchetto arretrato per evitare di capitolare e mette subito dentro Lanna a fare il libero togliendo un inesistente Munoz in apertura di ripresa passando deliberatamente al 5-4-1 che sembra ammettere la superiorità romana…ma è solo un’illusione tattica: Mannini prende a uomo Rizzitelli con Vierchowod che continua a seguire Voller ovunque vada ma il reparto ci guadagna in tecnica oltre che in sostanza facendo in modo che il baricentro si alzi schiacciando i padroni di casa verso la propria porta vedendoli uscire unicamente per creare le migliori occasioni: la Samp tiene sempre il pallone ma è la Roma a impegnare il nemico con un’ulteriore bordata di Gerolin prima che con un altro tentativo sventato al neo-entrato Baldieri; siamo ormai giunti al 78° quando gli ospiti si procurano un corner battuto da Salsano sotto lo spicchio dei propri supporters: sfera tagliata sul dischetto, liscio di Mancini, svirgolata a prolungare di Katanec con puntata destra conclusiva di Vierchowod (proprio lui, il beniamino della difesa scudettata 7 stagioni addietro) che spiazza Tancredi (disorientato dai tanti che gli stavano davanti) infilandosi sotto l’incrocio sinistro in maniera davvero beffarda a sancire l’1-1…è incredibile ma le emozioni non finiscono finchè, all’86° Mancini non si vede annullare l’1-2 per un off-side piuttosto evidente fin dal fendente messo in mezzo da Lombardo.

A fine partita l’intero pubblico capisce e applaude rendendosi conto di aver visto dare il massimo da tutti (gli ultimi rintocchi vedono solo una lunga bagarre nella zona nevralgica) con la corsa all’Europa che può ripartire avendo rinnovato ottimismo…

A fine anno i conti saranno relativamente soddisfacenti per tutti e 2: la Roma arriverà 6° (tornando in tornei continentali dopo 24 mesi grazie ad un gruppo fra maggiormente amati nella storia giallorossa e ad un pubblico caldo come poche altre volte nel raccolto “Colosseo” del “Flaminio”) e la Sampdoria 5° dietro a Napoli/Milan/Inter/Juventus; in Coppa Italia sarà la Juventus a far piangere le compagini in questione estromettendo i doriani bicampioni in carica nel 2° girone (gruppo a 3) assieme al Pescara prima di far fuori pure i romanisti in seguito a 2 semifinali lunghissime oltre che emozionanti; per quanto concerne il fronte internazionale vedremo una Doria che vincerà la sua 1° e, finora, unica competizione europea schiantando l’Anderlecht per 2-0 tramite doppietta di Vialli nei supplementari a Göteborg in finale di Coppa delle Coppe pur dovendo poi soccombere al Milan in Supercoppa Europa nel dicembre successivo.

Roma-Sampdoria è una gara di enorme tradizione…auguriamoci che i prossimi protagonisti ce lo dimostrino una volta in più sul terreno di gioco.

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