
All’Olimpico apre il francese su rigore, poi raddoppia il bosniaco. Per gli scaligeri inutile gol nella ripresa di Pessina
ROMA – La Roma completa il tris: batte (2-1) anche il Verona, dopo Parma e Brescia, e consolida il 5° posto tenendo soprattutto a distanza di 4 punti il Milan nella corsa all’Europa League. Una vittoria sofferta, simile a quella con il Parma, a causa anche delle tante occasioni sprecate dai giallorossi per chiudere anzitempo i conti nella ripresa.
Fonseca comunque ha buoni motivi per sorridere: Ibanez sta conquistando la leadership in difesa, parecchi giocatori (Veretout, Diawara, Pellegrini, Bruno Peres e Mkhitaryan) sono in crescita di condizione. Il Verona ha disputato la solita, generosa partita. Gli è mancata solo la capacità di rendersi maggiormente pericoloso in attacco complici troppi errori in fase di ultimo passaggio.
FONSECA LANCIA KOLAROV CENTRALE, JURIC CON VERRE CENTRAVANTI – Perso per infortunio anche Fazio, dopo Smalling, Fonseca ha deciso di non riproporre Cristante nel ruolo di libero. Ha confermato Ibanez piazzando a fare il terzo centrale Kolarov con Spinazzola riproposto sulla fascia sinistra. Poi ha restituito una maglia ai rientranti Pau Lopez e Mkhitaryan e ha deciso di chiedere gli straordinari a Veretout e Pellegrini. Sul fronte opposto Juric ha rinunciato a un centravanti di ruolo: si è portato con sé in panchina Di Carmine e Stepinski, lasciando l’ingrato compito a Verre, sostenuto da Pessina e Zaccagni. In difesa, quindi, ha preferito Empereur a Rrahmani mentre a sinistra ha confermato Lazovic facendo riposare Dimarco.
RIGORE CONTESTATO: ROSSO A JURIC, VERETOUT A SEGNO – La gara, veloce in avvio, ha subito presentato non poche difficoltà per l’arbitro Maresca che prima ha giudicato regolare un’uscita avventata, ma sul pallone, di Lopez su Zaccagni lanciato a rete e poi, 1′ dopo, invece, da rigore un contatto tra Empereur e Pellegrini. Il fischio ha mandato su tutte le furie Juric che, per pesanti ingiurie pesanti, è stato cacciato dal campo dal direttore di gara. Di Bello al Var, nel frattempo, ha confermato il tocco in anticipo sul pallone del centrocampista giallorosso e ha consentito a Veretout di sbloccare al 10′ il risultato dal dischetto.
KUMBULLA KO, DZEKO FA 105 IN GIALLOROSSO – Il Verona ha sfiorato il pari di testa con Pessina ma poi ha rischiato il 2-0 su un destro di Spinazzola che ha sfiorato l’incrocio dopo una deviazione di Gunter. Al 18′ i gialloblu hanno perso Kumbulla per un problema al flessore della coscia destra e allora si sono ridisposti in campo con Faraoni in difesa, Lazovic a destra e Dimarco inserito a sinistra a centrocampo. Il Var è tornato in azione al 26′ per giudicare un tocco di braccio di Dzeko su un tiro di Pessina: Maresca e Di Bello lo hanno valutato attaccato al corpo e hanno fatto proseguire. La Roma si è difesa con attenzione e, dopo un palo colpito da Mkhitaryan, ha raddoppiato in pieno recupero (49′) con un colpo di testa di Dzeko, al 105° gol in giallorosso, su cross dalla sinistra di Spinazzola.
ROMA, QUANTI ERRORI PER CHIUDERE ANZITEMPO I CONTI – Il Verona non si è abbattuto e, alla prima azione della ripresa, è tornato in partita: Zaccagni è andato via in area sulla sinistra a Mancini e ha crossato basso per Pessina che di tacco ha infilato Lopez. I gialloblù hanno insistito ma la Roma non ha tremato, chiudendo bene le linee di passaggio. Neppure i cambi di uomini (Eysseric, Salcedo e poi Stepinski) e, infine, di modulo (3-4-1-2) sono riusciti ad incrementare l’indice di pericolosità degli scaligeri che, anzi di rimessa, sono stati a più riprese graziati dagli avversari. La Roma si è divorata il 3-1 in almeno tre occasioni con Mkhitaryan a porta vuota e poi per due volte con Dzeko, servito a tu per tu con Silvestri. In vista del rush finale di campionato e dell’imminente sfida con il Siviglia i giallorossi faranno bene ad esercitarsi per correggere la mira.