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ROMA – Nel gelido inverno del 2001 l’Italia sta avendo solo 2 pensieri: completare il percorso del Giubileo del 2000 e allestire le riunioni del “G8” che andranno in scena a Napoli nel mese di marzo per poi trasferirsi a Genova nel mese di luglio…intanto, però, la nostra economia sta rapidamente cambiando in vista della nuova valuta che entrerà in vigore dal 2002, l’Euro.

A testimonianza che i cambiamenti più importanti sono quelli che non si notano, vediamo un’Italia che si gode ancora un certo benessere, ma che nello stesso tempo vede al futuro con una forte incertezza; uno specchio di questa situazione, come sempre, lo possiamo trovare nel calcio, che in quel periodo sta chiudendo i suoi contatti con il passato che ci aveva visti protagonisti perenni ai massimi livelli pur mettendo in mostra club di valore assoluto: per la 16° giornata, la penultima del girone d’andata, troviamo, dunque, diversi match interessanti, come la sfida fra nobili decadute Verona-Parma 0-2 (la prima in lotta per non retrocedere e la seconda per le coppe) o Fiorentina-Lazio 1-4 (in cui i toscani sono ancora impantanati a centro-classifica con i laziali terzi a -6 dalla vetta), Juventus-Vicenza 4-0 (piemontesi a -3 dalla Roma capolista e veneti trattenuti nei bassifondi) per terminare con Roma-Napoli…tornata a giocarsi in massima lega 3 anni dopo la retrocessione vesuviana del 1997/98 (l’annata del peggior Napoli di sempre) ma con 2 contendenti agli antipodi, i giallorossi, infatti, comandano a quota 33 lunghezze mentre gli azzurri sono sedicesimi su 18 con il misero bottino di 14 punti ma si sono tolti lo sfizio di aver vinto una sola trasferta, proprio nella capitale, il 7/1 scorso per 1-2 dinanzi alla Lazio.

I presidenti Franco Sensi e Giorgio Corbelli, accompagnati, rispettivamente, da Rosella Sensi e Corrado Ferlaino (entrambi vice delle massime cariche), arrivano assieme, consolidando la loro alleanza contro il nord in sede federale (all’epoca Roma, Lazio, Fiorentina, Perugia, Napoli, Palermo erano le franchigie schierate in modo più chiaro contro il trio Juventus, Milan, Inter e le altre grandi del settentrione durante le riunioni federali) allo stadio, già pieno con oltre 60000 presenti, di cui 5000 napoletani arrivati, per la maggior parte, con il solo desiderio di creare disordini con la polizia nel ricordo dei violentissimi scontri di 3 settimane addietro sempre nella capitale…i romanisti, da parte loro, hanno lo stesso intento, visto che la giornata passata hanno ricevuto il peggior trattamento possibile dalle forze dell’ordine in occasione di Milan-Roma 3-2 (II sconfitta in campionato per loro dopo l’altra arrivata, a Milano, per 2-0 con l’Inter): si prospetta una domenica terribile per l’ordine pubblico, tanto più che le curve si odiano fra loro da quando era stato rotto il gemellaggio nella seconda metà degli anni ’80.

Facendo, invece, un discorso attinente il fattore tattico, vediamo una Roma allenata da Fabio Capello (al suo II anno nella capitale) che rinnova il suo 3-4-1-2 (poi diverrà 3-5-1-1 con l’entrata dell’esordiente Emerson) con quasi tutti i titolari disponibili dovendo rinunciare al difensore squalificato Aldair, agli infortunati Rinaldi/Assuncao/Di Francesco (il primo stopper di riserva, gli altri 2 rincalzi importanti a centrocampo) e ai 2 uomini d’eccezione D’Agostino/Balbo (rispettivamente regista della primavera e ultimo attaccante…fatti fuori per scelta tecnica visto l’esaurimento dei convocabili)

[Antonioli;

Zebina (34° Mangone)-Samuel-Zago;

Cafù-Tommasi-C.Zanetti-Candela;

Totti (cap.) (87° Nakata);

Delvecchio (56° Emerson)-Batistuta]

intanto che sulla panchina azzurra siede Emiliano Mondonico (ultimo tecnico capace di vincere qualcosa con il Torino: la Coppa Italia 1992/93 proprio in casa della Roma), arrivato per rimpiazzare Zdenek Zeman dopo 7 turni, ma costretto a dover schierare una formazione decisamente diversa rispetto alle previsioni causa l’infortunio del portiere titolare Fontana, del difensore Bocchetti, dei centrocampisti Matuzalem, Vidigal, Sesa e il tandem offensivo titolare Bellucci, Stellone…tutti sono infortunati e il 3-5-1-1 previsto ne risente pericolosamente

[Mancini (9° Mondini);

Troise-Fresi-Quiroga (52° Baccin);

Moriero (64° Floro Flores)-Magoni-Baldini-Husain-Saber;

Pecchia;

Amoruso].

I nazionali italiani che hanno raggiunto la finale dell’europeo 2000 sono ben 3: Antonioli, capitan Totti, Delvecchio, a cui si aggiungeranno Tommasi, Zanetti ai prossimi mondiali in Corea del Sud e Giappone nel 2002 intanto che Moriero aveva fatto parte della spedizione nel 1998 e Amoruso con Pecchia fanno parte del giro azzurro pur non entrando nelle gerarchie principali…facendo, invece, la conta degli stranieri, troviamo diverse “colonie”: quella brasiliana, composta da Zago, Emerson, Cafù o quella argentina, in cui figurano Samuel, Batistuta con Quiroga, Saber…il quadro, infine, si completa con il duo francese Zebina, Candela (il primo non fa parte della nazionale mentre il secondo ne é colonna inamovibile) oltre al giapponese Nakata o il marocchino Husain.

Entrambe hanno lasciato la Coppa Italia prima dell’inizio del campionato (cominciato a ottobre per non coincidere con le olimpiadi di Sidney, in programma a settembre): i romani sono stati sconfitti dagli altri neo-promossi dell’Atalanta (1-1 in casa e 4-2 fuori) agli ottavi intanto che i campani erano usciti dinanzi alla Sampdoria ad agosto (1-0 in Liguria e 0-0 in casa)…a questo punto i padroni di casa possono concentrarsi solo sulla corsa al tricolore, visto che l’impegno degli ottavi di Coppa Uefa con l’odiato Liverpool é previsto fra 2,5 settimane…

Con Antonioli di nuovo titolare dopo 8 partite (non accadeva da Verona-Roma 1-4 del 19/11/2000) e con un Napoli decisamente schierato in proiezione difensiva, inizia subito l’assedio dei romanisti, vogliosi di tornare alla vittoria in casa dopo la batosta di Milano e l’1-1 con il Bari…Totti ci prova subito 3 volte nei primi 5 minuti ma Mancini fa buona guardia quando la sfera non esce e poi Cafù spara a lato intanto che Mancini si infortuna alla coscia dovendo lasciare il campo a Mondini (alla II presenza in Serie A dopo Lazio-Napoli) come se già i problemi degli ospiti non fossero bastati; siamo al 18° quando l’assalto dei romani, fra i quali annotiamo l’ammonito Zanetti, dà i suoi primi frutti: Zebina riesce a servire Cafù sulla fascia destra e il terzino crossa molto alto per Delvecchio, che svetta su Troise e infila sull’altro palo lo spiovente sotto la sua curva realizzando il 1° gol in casa (2° se calcoliamo anche quello di Bergamo 21 giorni addietro…saranno 3 a fine annata e il 3° giungerà nel derby di ritorno, quello casalingo concluso 2-2, se escludiamo i 5 fatti in Coppa UEFA)…da qui vediamo un Napoli che crolla miseramente, malgrado il freddo meteo, sotto i colpi di un team giallorosso che va sulle ali dell’entusiasmo malgrado il rigore negato per fallo di mano di Troise su tiro di Delvecchio innescato dalla sponda di Zanetti su punizione battuta da Cafù per l’ammonizione rimediata da Pecchia causa un fallo su Tommasi. Zebina si fa male al 34° e lascia il posto a Mangone (lo stopper dovrà stare fuori almeno 2 settimane) ma gli avversari, a parte con una punizione dell’ammonito Moriero, andata fuori fra i fischi dei suoi ex tifosi, non si fa mai vedere e al 40° Totti, reduce da 3 timbri consecutivi nelle ultime 2 domeniche, riesce a rubare la palla a Quiroga al limite dell’area per realizzare di destro ad incrociare rasoterra il 2-0 (10° gol per lui…saranno 13 in campionato ma 17 in tutto a giugno) che chiude i conti fino all’intervallo intanto che la Juventus sta conducendo 3-0 e la Lazio 0-1.

Alla ripresa i lupi ripartono da dove si erano fermati: schiumano di rabbia e costringono gli avversari a sperare che tutto finisca il prima possibile: Mondini salva su bordata dai 20 metri di Tommasi, Baldini salva sulla linea l’incornata di Samuel da corner di Totti, Batistuta tira centrale di destro mentre Baccin rileva Quiroga poco prima che Emerson, rottosi il ginocchio appena arrivato l’estate precedente, possa fare il suo ingresso in campo per esordire in Serie A accolto da un’ovazione dello stadio con lo speaker Carlo Zampa a guidare l’accoglienza urlando <<LO ASPETTAVAMO DALL’INIZIO DELLA STAGIONE: ENTRA IN CAMPO, CON IL NUMERO 11, “IL PUMAAAAA”…!!>> lasciando che siano i supporters a gridare il nome di colui che, entrato in campo, si sistemerà come regista in mezzo a Tommasi e Zanetti rimpiazzando Delvecchio al 56° in modo tale che Totti debba agire alle spalle del solo Batistuta; da adesso lo show dei capitolini prosegue vedendo Mondini salvare prima in uscita su un pallonetto riuscito male a Totti e poi su un altro destro al volo molto bello del capitano di casa mentre Magoni cerca di impegnare Antonioli…l’esordiente Floro Flores entra per il fischiatissimo Moriero a poco più di 20 minuti dalla fine e poco dopo Husain, Baccin con lo stesso Mondini vengono segnati fra i cattivi per gioco falloso. Nel finale ci sta tempo per l’ennesima discesa di Cafù, che mette il traversone sul secondo palo permettendo a Batistuta di tuffarsi imperiosamente per mettere la sfera di cuoio fra le gambe del portiere dopo averla toccata con il tallone…il bomber torna al gol, così, dopo 5 sfide di campionato (non andava segno da Roma-Udinese 2-1 del 10/12/2000) e realizza, provvisoriamente, la sua XI firma: saranno 20, oltre a quello segnato nel 7-0 con il Nova Gorica nel ritorno del 1° turno di Coppa UEFA; anche se manca poco ci sta ancora spazio per l’innesto di Nakata al posto di Totti, l’infortunio di Saber (che lascia i suoi in 10 a cambi finiti) e per altri 3 miracoli di Mondini su Emerson, Cafù, ancora Batistuta.

Al fischio finale, mentre infuriano scontri violenti fra napoletani, romanisti e polizia sia dentro che fuori dallo stadio, si può dire che la Roma precede di 3 lunghezze la Juventus oltre alle 6 sulla Lazio (36-33-30) ed é campione d’inverno con un turno d’anticipo riuscendo ad ottenere la III vittoria consecutiva a danno dei partenopei (la I al 1° incontro dal loro ritorno ai livelli migliori) godendosi un tridente avanzato ritrovato e facendo ripartire con molta decisione la propria marcia verso il tanto sospirato tricolore che manca da 18 anni…gli azzurri si leccano le ferite e sperano in tempi migliori, ma l’infermeria stracolma e i limiti tattici non fanno sperare in nulla di buono in un torneo maledetto come quello del ritiro della maglia n.10 che fu di Maradona (revocata nell’ottobre 2000).

Il 17/6/2001 vedremo, finalmente, i conti fatti: la Roma vincerà il suo 3° scudetto (ad oggi l’ultimo) davanti alla Juventus per 75-73 (record di punti per l’epoca)…l’ultimo che non prenderà la via di Torino o Milano e che avrà un sapore ancora più dolce pensando al fatto di averlo conquistato dopo la Lazio “scucendolo” dal petto dei dirimpettai in modo da conquistare, il 19/8/2001, anche la I delle 2 Supercoppe Italia della propria storia (3-0 alla Fiorentina firmato da Candela, Montella, Totti) ma con il boccone amaro di essere stata cacciata fuori dal medesimo Liverpool, futuro vincitore di essa e di altre 4 competizioni su 6 a cui parteciparono i britannici, negli ottavi di Coppa UEFA: 0-2 a Roma con doppietta di Owen e 0-1 in Inghilterra firmato da Guigou fra le polemiche per il rigore dato ma poi cancellato dallo spagnolo Garcia Aranda quando ormai mancava poco alla fine…la conseguenza immediata saranno le squalifiche di Tommasi, Totti e dei diffidati in vista dell’avventura in Champions League; il Napoli retrocederà subito in Serie B arrivando 17° davanti al solo Bari e insieme a Reggina, Vicenza pur lanciando l’accusa, da parte del suo presidente, di una presunta gara “aggiustata” come Parma-Verona 1-2 del 10/6/2001, in cui tutte e 2 le società erano controllate dalla famiglia Tanzi (la prima come presidenti, la seconda come soci di maggioranza)…un’inchiesta del 2010 condotta dalla procura di Parma gli darà ragione pur venendo archiviata per prescrizione, ma ciò che interessa maggiormente, é sapere che dal 2001 seguiranno gli anni peggiori della storia napoletana: il 31/7/2004 si dichiarerà fallimento finendo in Serie C1 e solo nel biennio 2005-2007 si riuscirà a compiere il doppio salto che riporterà i campani in massima serie.

La storia di Roma-Napoli non é ancora finita…

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