
ROMA – Cambiano le squadre (Verona, Lecce e Lazio per l’uno, Atalanta e Roma per l’altro) ma il risultato è sempre lo stesso: Baroni ha trovato l’antidoto al Gasperismo. In questo primo dei due lunch match consecutivi la Roma offre la faccia più brutta di se stessa. Male a tratti malissimo almeno fino al gol del Torino nato da un contropiede al 59’ che peraltro la squadra di Gasperini aveva rintuzzato rientrando con Cristante che una volta recuperata la posizione, si è piantato inspiegabilmente permettendo ai giocatori granata di sviluppare l’azione che porta al gol del Cholito Simeone (primo con la nuova maglia). Nel primo tempo il tecnico giallorosso sorprende tutti con una formazione cervellotica che prevede Dybala falso nueve e El Aynaoui come sotto punta al fianco di Soulè. In 45’ più recupero i 2 portieri risultano inoperosi anche se la Roma tiene costantemente il pallino del gioco in mano, ma di tiri verso la porta del bravo Israel, nemmeno l’ombra. Nella ripresa Gasp toglie El Aynaoui e Dybala quest’ultimo acciaccato (da valutare le sue condizioni in vista del derby di domenica) e dentro a sorpresa Baldanzi e Ferguson (finalmente…). Nonostante questi accorgimenti la Roma continua a latitare e subisce il gol come già raccontato. Dal 60’ la Roma cresce e chiude il Toro nella propria metà campo (alla fine sarà il 70% di possesso palla a favore dei giallorossi) ma per vedere un intervento di Israel bisogna aspettare il recupero con un colpo di testa di Pisilli (dentro per un irriconoscibile Cristante) a botta sicura: la parata del neo portiere granata è da applausi. Dopo un’altra occasione macroscopica sprecata da Soulè, la gara si chiude con la squadra di Baroni che porta a casa il bottino pieno mentre i quasi 65 mila dell’Olimpico rimangono increduli a domandarsi il perché di questa improvvisa involuzione inaspettata dei propri beniamini, ad una settimana esatta dal derby.