
ROMA – Sorridete… siete su scherzi a parte. Questo è quello che speravamo ci dicessero dopo che la Roma a 10’ dal termine sbagliava per 3 volte (2 con Dovbyk e 1 con Soulè) lo stesso rigore, quando il risultato era fermo sullo 0-1. I fatti: dopo un calcio d’angolo battuto da destra da Soulè la palla deviata da Celik finiva sul braccio di Mandi difensore del Lille. Dopo la revisione al Var l’arbitro concedeva il penalty. Sul pallone Dovbyk che si vedeva respingere il tiro; il portiere però staccava entrambi i piedi dalla linea e quindi il tiro dagli undici metri era da ripetere. Sul pallone ancora Dovbyk, stesso angolo stessa conclusione: parato. Ma anche stavolta il portiere transalpino saltava in avanti. Si ripeteva di nuovo. Stavolta era Soulè a presentarsi sul dischetto ma il risultato non cambiava, parato. Il Lille portava così a casa il risultato col minimo sforzo. Sì perché il gol partita lo segnava Haraldson (sogno nemmeno tanto nascosto della Roma per il mercato di gennaio) dopo una gentile concessione di Tsimikas che perdeva un pallone sanguinoso ad un metro dall’area di rigore. Eravamo al 6’ e per la Roma c’era tutto il tempo per recuperare. Nel primo tempo però l’unica azione degna di nota era un batti e ribatti in area francese con El Aynaoui che toccava la palla dopo una corta respinta del portiere, ma ci pensava un difensore a salvare tutto sulla linea prima che il pallone entrasse. Nella ripresa la squadra di Gasp ci provava con più convinzione anche se lasciava il fianco alle ripartenze del Lille. Svilar come al solito salvava capra e cavoli su un paio di contropiedi e la Roma rimasta in partita, sfiorava il pari. Tutto ciò fino ad arrivare al minuto 80’ e al rigore farsa che vi abbiamo raccontato all’inizio (mai successo prima che un rigore venisse sbagliato per 3 volte).