
OPORTO – La Roma esce dal Do Dragao con un risultato assolutamente positivo in vista del ritorno allo stadio Olimpico di Roma. Il rammarico sta nel fatto che per buona parte della gara, la squadra di Ranieri è stata padrona del campo capace non solo di passare in vantaggio nel finale di primo tempo grazie ad un gol di Celik (botta sotto misura dopo una percussione in area), ma addirittura di creare i presupposti per andare all’intervallo con più gol di vantaggio (Pellegrini e Dovbyk sprecano occasioni importanti). Per onor di cronaca bisogna anche dire che difronte c’era il Porto probabilmente più scarso della storia che si è consegnato alla Roma senza reagire. Il tutto per 70’ mentre l’arbitro ammoniva qualsiasi cosa che si muovesse e che indossasse la maglia giallorossa (12 falli, 8 gialli e un rosso). E così ad un quarto d’ora dalla fine cambia il match: la Roma prende il solito gol da polli; su un doppio calcio d’angolo, il portiere direttamente da rimessa lancia il contropiede avversario e palla che finisce in porta dopo un rimpallo. La squadra giallorossa frena, il Porto ha un balzo d’orgoglio senza però impensierire mai Svilar. Cristante già ammonito commette un fallo sciocco sulla trequarti e prende il secondo giallo. Roma in dieci nel finale. Ci si aspetta l’assedio del Porto che prova a spingere senza mai centrare lo specchio della porta. Finisce con Ranieri imbufalito per l’arbitraggio, ma ragionando sul doppio confronto, serata che invita all’ottimismo sia per il rendimento interno della Roma in questi ultimi tempi, sia per la consistenza dell’avversario che in questa gara ha dimostrato limiti che una Roma in palla può tranquillamente superare.