FIRENZE – Un disegno ben preciso o un arbitro troppo scarso? La Roma a Firenze si salva a 2’ dal termine grazie ad un gol di Florenzi, dopo aver dominato un primo tempo caratterizzato dai clamorosi errori di un sonnambulo Dzeko ed al rigore inventato da Banti per un calcio in faccia dato da Simeone ad Olsen che, grazie ad una uscita tempestiva, aveva costretto il mediocre attaccante argentino ad allungarsi la palla ed a tentare di ingannare un arbitro o in malafede o limitato e quindi impossibilitato a dirigere un match di serie A. Il regalo arbitrale ad una Fiorentina fino a quel punto inesistente viene trasformato da Veretout cui rimarrebbe di abbracciare chi ha concesso cotanta grazia ad una Viola molto poco incisiva. La Roma però come spesso accade, al primo soffio d’ali si disunisce perde le distanze e le idee e fa enorme fatica a riemergere. Nonostante ciò però, prima della fine del tempo Dzeko trova il tempo di sbagliare ancora e Lafont viene salvato dal palo su tentativo di autorete di Milenkovic. Nella ripresa ci si aspetta una Roma all’arma bianca ed una Fiorentina che sviluppa negli spazi contropiedi mortiferi guidati dai suoi velocissimi attaccanti. Invece niente: gli ospiti giochicchiano e sfiorano il gol con l’esordiente Zaniolo, fermato da un ottimo Lafont, che riscatta gli errori della settimana scorsa con una prova maiuscola specie dopo l’1-1, mentre la squadra di Pioli si divora il gol del 2-0 con Chiesa che tutto solo davanti ad Olsen prova a servire Simeone che si dimostra svagato e non arriva sul tocco al bacio del compagno. E così tra un cambio e l’altro si arriva all’88’ col gol di Florenzi colui che col suo retropassaggio, aveva generato il rigore-farsa del vantaggio viola. Alla fine è parità: la Roma si allontana dai primi 4 posti per buon viso del Palazzo e di chi ha disegnato un vertice di classifica ben definito. Dopo due anni di Var la Roma continua ad essere danneggiata nelle decisioni. Una domanda sorge spontanea: chi era l’addetto al Var al Franchi? Risposta esatta Orsato, l’antiromanista per eccellenza. È il brutto di un calcio che di interessante e genuino non ha più nulla, ma per chi comanda l’importante è che segni Cr7.
