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LECCE – Che non fosse una trasferta facile lo si era capito dal trattamento ricevuto al Via del Mare dalle altre squadre grandi del nostro campionato: solo l’Inter alla prima giornata era riuscita a fare bottino pieno e con un gol nel finale. Se poi ci mettiamo il gol subìto in avvio su calcio d’angolo (rete di Baschirotto che la Lega ha erroneamente considerato autogol di Ibanez) e un arbitro (Aureliano, il nemico dichiarato di Mourinho) accondiscendente oltre i limiti con i giocatori del Lecce, (Strefezza e Hojlund avrebbero dovuto essere espulsi) il quadro è completo. La Roma invece prima la riprende con un calcio di rigore di Dybala fischiato a punire un fallo di mano di Strefezza, poi prova a vincerla con Abraham che avvia una sfida col portiere avversario Falcone, che gli nega il gol in almeno 4 occasioni. Il limite di questa squadra sta nella clamorosa differenza tra titolari e panchinari, con Mourinho costretto a spremere oltremodo gli undici in campo dall’inizio. Da notare il ritorno in campo, nel finale, di Gini Wijnaldum che rimette piede su un campo di calcio, dopo quel maledetto giorno in cui un infortunio grave lo tolse dalla disponibilità del mister per tutto il girone di andata. Proprio l’olandese potrebbe diventare l’arma in più per la squadra giallorossa, in chiave qualificazione alla prossima Champions League.

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