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FIRENZE – È la primavera del 1991: Mediaset ha monopolizzato il mercato delle tv commerciali italiane, gli “Stadio” impazzano con “Generazione di fenomeni”, Maradona è stato appena squalificato per doping, al cinema esce “Il muro di gomma” con protagonista Corso Salani.

In questo scenario si inserisce la 28° giornata di Serie A e le 2 gare più note sono Fiorentina-Juventus, anticipata alle 15 del sabato (toscani a centro-classifica con i bianconeri impegnati in Europa 3 giorni dopo e nelle zone alte ma entrambe speranzose di ottenere un posto uefa) e Roma-Lazio (giallorossi in lotta su 2 coppe e la zona uefa, biancocelesti vogliosi di salvarsi il prima possibile).

Questa è una data molto particolare poiché non è solo da giocare una partita sentitissima da entrambe le città, ma ci sta anche da vivere il primo ritorno di Roberto Baggio a Firenze dopo la cessione della stagione precedente che determinò tutto il putiferio che si scatenò in riva all’Arno.

I presidenti e gli allenatori sono nuovi: Cecchi Gori con Chiusano in tribuna e Lazaroni affiancato da Maifredi in panchina mentre in campo i capitani sono Dunga opposto a Tacconi e fra i 22 in campo gli stranieri sono Kubik e JulioCesar, Haessler oltre ad alcuni nazionali italiani: De Agostini, Marocchi, Schillaci (tutti reduci  da “Italia 1990” come i capitani stessi).

Da subito si comprende che è una gara particolare: la coreografia della “Fiesole”, esponente tutti i monumenti cittadini, e gli scontri fra tifosi fuori dall’impianto mettono i brividi ma poco dopo anche dal campo arriva un’altalena di emozioni…i padroni di casa prendono subito il comando delle operazioni specialmente con Kubik, Fuser in ottima giornata e l’estremo difensore zebrato a dover fare gli straordinari ma, se da un lato i centrocampisti viola dominano la scena, dall’altro il tridente offensivo ospite (Baggio-Schillaci-Casiraghi) non riesce a incidere complice soprattutto il “divin codino” che sembra in giornata no; Fortunato e JulioCesar sono i primi a finire sulla lista nera di Lo Bello seguiti poi da Pioli e Salvatori ma i momenti chiave della partita devono ancora venire: è il 41° e sotto la “Curva Ferrovia” viene fischiata una punizione che Fuser realizza con una traiettoria meravigliosa a giro dietro alla barriera, si schianta sui 2 montanti della porta prima di entrare…1-0 e nel primo tempo non accade altro.

Nella seconda frazione la Juve sa di non poter perdere punti se non vuole allontanarsi troppo dal suo obiettivo di campionato e inizia a forzare il blocco: corre il 5° giro di orologio e Salvatori trattiene il 10 nemico all’ingresso in area venendo punito con il penalty ma al momento della battuta tutto lo stadio resta senza fiato…sul dischetto ci sta De Agostini…Baggio non tira e sugli spalti si diffonde una domanda, «Perché?», una risposta la darà mister Maifredi dopo la gara dicendo che lo stesso giocatore gli aveva confidato che Mareggini lo conosceva bene, dunque non voleva rischiare pure se questa versione dei fatti convincerà pochissimi lasciando a molti la certezza che il giovane di Caldogno fosse ancora troppo legato alla sua vecchia curva e quando un quarto d’ora dopo Alessio prenderà il suo posto in campo tutti capiranno la verità vedendo Baggio che raccoglie una sciarpa viola lanciata dalla tribuna mentre va a salutare gli ex tifosi prendendosi una bellissima standing-ovation. Ma tornando alla partita va detto che De Agostini tirerà malissimo il rigore ergendo il portiere avverso a eroe di giornata e da quel momento il risultato non cambia più malgrado un affannoso assedio sabaudo…le note più importanti verranno dall’ingresso di Corini e Iachini, Nappi proprio per De Agostini e Salvatori, Borgonovo nel finale di match.

Al fischio finale il “Comunale” è in delirio mentre gli ospiti tornano mestamente negli spogliatoi sapendo di aver perso punti su dirette concorrenti come Roma, Genoa ma avendone guadagnati su Parma, Napoli.

A fine anno i fiorentini si renderanno conto di aver fallito in coppa nazionale oltre a doversi accontentare di un misero XII° posto e con la convinzione di dover dimenticare quell’annata il prima possibile mentre a Vinovo si vivrà la prima stagione dopo 29 anni senza qualificazione in Europa a causa del VII° piazzamento, chiusa nei quarti di coppa Italia, nobilitata solo solo in piccolissima parte dalla semifinale persa in coppa delle Coppe: tutte variabili che porteranno al licenziamento del mister oltre che alla rivalutazione dell’organico…per gigliati e zebre arriveranno tempi più gloriosi.

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