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FIRENZE – Storicamente Firenze è stata una città spesso abituata a vedere grossi campioni, specie dagli anni ’50 in poi e soprattutto, dalle parti dell’Arno la maglia n.10 ha sempre avuto un significato particolare dai tempi di “Picchio” De Sisti…ma vi fu un uomo che riuscì a cucirsela addosso assieme alla fascia di capitano appena dopo il suo arrivo nella città del “Ponte Vecchio” e a non farsi dimenticare mai neanche dopo il passaggio di testimone a Baggio e Rui Costa:GIANCARLO ANTOGNONI, LA CLASSE FATTA PERSONA.

È il 1/4/1954: il pesce d’aprile, e il destino stava preparando uno scherzo bellissimo da fare al calcio italiano…a Marsciano (provincia di Perugia) nasce il nostro protagonista ed è proprio qui che inizia a farsi notare nel ruolo di mezz’ala di centrocampo; purtroppo le prime 2 parentesi con il Torino e l’Asti assieme all’ultima con il Losanna a fine carriera non gli riserveranno il palcoscenico tanto desiderato. Si sa, le sorprese si realizzano quando meno ce lo si aspetta e proprio nella provincia piemontese viene adocchiato da uno dei più grandi intenditori di calcio del secondo dopoguerra: Nils Liedholm, all’epoca allenatore della Fiorentina…che lo fa ingaggiare capendo subito di avere trovato, nella stessa terra e a non troppo tempo di distanza, un “nuovo Rivera” per tifo, classe e intelligenza tattica.

Inizia così la romantica storia d’amore fra Antognoni e i tifosi viola, un legame genuino che va oltre il campo di gioco e che durerà 15 fantastici anni…15 anni in cui il centrocampista frantumera’ ogni record di presenze con tale casacca (341 totali) vincendo 1 coppa Italia con 1 coppa Anglo-italiana nel 1975, e divenendo il primo giocatore gigliato per apparizioni con la nazionale: 73 gettoni comprendenti 1 europeo (4° posto in casa nel 1980) con 2 mondiali (4° posto nel 1978 e 1° posto nel 1982 assieme a Bearzot con la sola finale saltata ed un gol regolare annullato nel 5° match giocato dai nostri), regalerà magie a ripetizione illuminando ogni domenica gli occhi degli spettatori di tutta Italia ma conservando sempre un’enorme ammirazione da parte di tutti gli sportivi per l’onestà e la correttezza mostrate in ogni gara.

Neanche una lunga serie di sciagure come gravissimi infortuni tipo trauma cranico e rottura di tibia con perone o la perdita di 2 figli durante 2 gravidanze della moglie gli impedirà di dimostrare peretuamente il suo valore di centrocampista a tutto tondo capace tramutarsi da mezz’ala a mediano o regista in un secondo. Sarà sempre un giocatore completo e in grado di mantenere grossi standard di gol e assist ogni stagione: ottimo rigorista, eccellente sulle punizioni, chirurgico nei corner, oltre che abilissimo sulle normali azioni e distributore di gioco fra i più eccellenti visti nel nostro paese negli ultimi 40 anni.

Fra i suoi avversari preferiti troviamo sicuramente la Roma, a cui segnerà 9 gol in 15 stagioni fra campionato e coppa Italia di cui una doppietta, 2-3 rigori su 8 gol singoli.

Chissà che piega avrebbe preso la sua carriera se all’inizio degli anni ’80 avesse accettato di seguire il “Barone” alla Roma per giocare in un centrocampo con Di Bartolomei, Falcao, Ancelotti Cerezo, Conti…ma questa domanda non conoscerà mai risposta.

Un nome indelebile nella storia di Fiorentina-Roma, uno di quei fuoriclasse che si spera nascano ogni generazione: GIANCARLO ANTOGNONI, LA CLASSE FATTA PERSONA.

 

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