
BILBAO – Metti un ritorno di un ottavo di Europa League in cui devi difendere uno striminzito 2-1 pieno di rimpianti, dopo che in casa hai sbagliato l’inverosimile davanti alla porta; metti che dopo 10’ uno dei giocatori più esperti che hai decide di regalare la palla all’attaccante avversario e di stenderlo facendosi espellere dall’arbitro; metti poi che il tuo allenatore, decide di lasciare in panchina 2 dei tuoi uomini più in forma (Kone e Saelemaekers) e per finire, metti che te la devi giocare con in attacco un fantasma ucraino e un uzbeko mediocre di suo. Risultato: sei fuori dalla coppa. La Roma ha fatto tutto questo. Ranieri dà fiducia a Dovbyk che in questo periodo non la struscia mai, lasciando tra l’altro a riposo Kone (al 60’ circa col risultato ancora in bilico e la squadra in 10, entra Pisilli, un ragazzino, in un ambiente simile) e Saelemaekers (il più in forma di tutti) per tutto il match. Già di per sè la partita è complicata: dopo 10’ poi Hummels lancia un avversario verso la porta di Svilar con un passaggio orizzontale degno di un dilettante e poi lo stende con fare da “dopolavorista” con conseguente rosso sventolato in faccia: Roma in inferiorità numerica e qualificazione subito compromessa. Dopo un clamoroso palo di Nico Williams, l’Atletich passa con l’altro Williams al 3’ di recupero del primo tempo. Nella ripresa la squadra giallorossa affoga con la collaborazione di Ranieri fin qui eroe della rinascita. Mentre la Roma si difende spazio a Pisilli (palloni toccati zero, persi 1. In un ambiente così caldo non si fa entrare un ragazzino) e Soulè un altro con esperienza pari allo zero col risultato che i padroni di casa dilagano (El Sharaawy entra quando la frittata è fatta, Kone e Saelemaekers non entrano mai…) e il rigore nel finale di Paredes serve solo per le statistiche. Finisce 3-1, la Roma è fuori, il Bilbao non può che ringraziare cotanti doni.