
MILANO – Ci sono dei momenti in cui bisogna vedere in faccia alla realtà e rendersi conto di aver, quasi sicuramente, sbagliato su tutta la linea…un discorso come questo fa al caso di chi scrive proprio in questa serata dove Milan-Fiorentina ha fatto da posticipo domenicale della VI° giornata di Serie A traducendosi in una vittoria impietosa per 1-3 dei toscani che spedisce i diavoli, almeno per qualche ora, all’inferno: sembra uno strano cerchio magico pensare al diavolo che finisce negli inferi dopo aver perso contro coloro che provengono dalla città di Alighieri non come carnefici ma come vittime.
La dirigenza milanista era stata molto chiara nel pre-gara e aveva assicurato che, malgrado le 2 sconfitte consecutive in 6 partite di fronte a Inter, Torino la panchina di Giampaolo (uno dei tanti percui a Roma ci si è disperati del mancato arrivo la scorsa estate…cosa che alla luce dei fatti dovrebbe far meditare molti) sarebbe stata confermata soprattutto puntando ad un riscatto immediato che desse fiducia a tutto l’ambiente intanto che gli ospiti arrivavano a questa trasferta con una serie positiva di 3 match.
Giampaolo schiera i suoi con il suo “classico” 4-3-3 molto versatile a divenire un 4-1-4-1 in fase difensiva anche se l’espulsione di Musacchio costerà il mutamento più importante verso un chiaro 4-4-1:
[Donnarumma;
Calabria-Romagnoli (cap.)-Musacchio-Hernandez;
Kessie’ (46° Krunic)-Bennacer-Calhanoglu;
Suso (79° Castillejo)-Piatek (58° Duarte)-Leao]
intanto che Montella ripiega su un 3-5-2 ormai rodato:
[Dragowski;
Milenkovic-Pezzella (cap.)-Cáceres;
Lirola-Pulgar-Badelj-Castrovilli (79° Benassi)-Dalbert;
Chiesa (84° Boateng)-Ribery (89° Ghezzal)].
Il I° tempo vede un Milan pericolo appena una volta con Suso che costringe al miracolo Dragowski mentre Calabria, Romagnoli mancheranno di molto il bersaglio…basterebbe già questo per far capire l’andazzo della serata ma il disastro deve ancora consumarsi e al 14° Calhanoglu perde una palla sanguinosa in favore di Ribery sulla trequarti costringendo Donnarumma alla prodezza sul francese e Bennacer all’ammonizione per aver commesso fallo in area su Chiesa a seguito della respinta: dal dischetto Pulgar spiazza l’avversario aprendo il piatto destro e da lì si contano quasi solo azioni fuori dai pali del leggero ma fulmineo tandem offensivo fiorentino intanto che pure Milenkovic si fa ammonire per una totale ingenuità (seguito a inizio ripresa dal suo capitano).
All’intervallo lo stadio fischia sonoramente i propri giocatori sperando, in fondo, di scuoterli a cercare di avere un lampo d’orgoglio nella ripresa che potesse, in qualche modo, ridare un senso ad una stagione iniziata in modo radente il disastroso: sarà tutto inutile pure se l’allenatore cercherà di smuovere le acque buttando Krunic dentro per Kessiè e al 54° Giacomelli espelle Musacchio dopo aver visto al VAR un suo fallo criminale su Ribery (calcio sul ginocchio in scivolata con irruenza decisamente maggiore del dovuto) senza contare che la minoranza numerica obbliga al cambio Duarte-Piantek a rinsaldo del pacchetto arretrato anche se, ormai, la disputa è mentalmente chiusa…Castrovilli realizza lo 0-2 al 65° su respinta corta del portiere rossonero da cross di Chiesa inizando il bombardamento che porterà al II° rigore (fallo ancora di Bennacer su Castrovilli al 70° anche se l’arbitro sceglie di graziare l’autore e non lo butta fuori) grazie a cui Donnarumma si mette in mostra parando su Chiesa (sostituito a 6′ dal termine per far posto ad un ex beniamino di casa come Boateng); il momento che più descrive la situzione in casa milanese è sicuramente l’estremo difensore che, appena 120″ prima del tris di Ribery (al 77° e cambiato all’89° per godersi una strameritata standing-ovation da parte di un pubblico disperato ma davvero buongustaio se si tratta di campioni da ammirare) su assist di uno scatenato Chiesa in contropiede, supplica letteralmente i suoi compagni di non mollare. I cartellini gialli rimediati da Calabria e Lirola, Benassi nel finale fanno da contraltare alle sostituzioni sopracitate ed alla serpentina dell’unico beniamino salvato dal popolo meneghino: Leao, che al 79° fa 1-3 dando una pallida illusione mai rinsaldata nel tempo rimanente intanto che la curva di casa si svuota minacciando anche contestazioni violente nel prosieguo della notte, la dirigenza abbandona la tribuna prima del triplice fischio e i rimanenti non risparmiano nessuno al termine della contesa a parte Donnarumma, Romagnoli, Leao.
La rincorsa all’Europa della Fiorentina può ripartire con fiducia dopo un periodo di relativo assestamento coinciso con gli ultimi scampoli del calcio d’agosto mentre la crisi del Milan si fa sempre più profonda per una stagione che appare già fallimentare a fine settembre (6 partite ufficiali con 2 vittorie arrivate grazie a un contropiede ed un rigore, 4 sconfitte sommate a 4 gol fatti di cui 2 inutili contro 8 reti incassate sono numeri terrificanti e forse la guida tecnica ha dimostrato di essere già arrivata al capolinea).
Nelle prossime ore ne sapremo di più intanto che per tutta la settimana verremo accompagnati dall’ultima giornata pre-nazionali e da un nuovo turno di coppe europee: il calcio è divenuto come la movida…non dorme mai.
