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MILANO – Il calcio italiano è divenuto famoso in tutto il mondo attraversando periodi più o meno gloriosi oltre ad essere correlato, molto spesso, di comportamenti deprecabili come scontri fra fazioni opposte a causa di motivi non sempre attinenti col pallone; alcune volte, invece, questo sport ha sortito l’effetto contrario: ha unito ancora di più le tifoserie sia nel bene che nel male facendo leva su convergenze di ideologie politiche o su astio comune verso altri vessilli.

Per la V° giornata di campionato andrà in scena, forse, la sfida che, ad ora, conserva il gemellaggio più solido e duraturo del nostro paese: Inter-Lazio, l’amore che nacque dall’odio.

Questa sfida ha origini antichissime e, già alla sua genesi, pone i 2 contendenti in una posizione simile per ciò che ne concerne la nascita: la Lazio fu fondata il 9/1/1900 come polisportiva ma la sua sezione calcistica vedrà la realizzazione solo nel 1907 intanto che l’Inter nacque il 9/3/1908 da una costola di dissidenti del Milan che volevano definirsi “fratelli del mondo” e quindi darsi un tono internazionale riuscendo a resistere, entrambe, alle eventuali unioni con i rispettivi dirimpettai come avvenuto a Milano proprio nel 1908 o a Roma nel 1927 (quando la Roma venne creata cercando di riunire tutte le compagini capitoline esistenti allo scopo di impersonificare il ruolo di antagonista davanti ai club nordici).

Da subito queste tifoserie presero ad incarnare lo spirito più nobile delle popolazioni delle maggiori città del nostro paese oltre a divenire squadre di regime sotto il fascismo: da una parte i “baùscia” (gradassi) rappresentati dal biscione e dall’altra gli aquilotti…fino alla fine degli anni ’70, però, fra le 2 solo i milanesi riusciranno a vivere dei cicli vincenti vantando 11 tricolori oltre a 1 coppa nazionale (specialmente negli anni ’60 con “il mago” Herrera a condurli verso le prime 4 affermazioni internazionali: 2 Coppe dei Campioni con 2 Coppe Intercontinentali nel 1963/64 e 1964/65) mentre i romani riusciranno ad ottenere solo la Coppa Italia del 1957/58 e lo Scudetto del 1973/74 (sotto la guida di Maestrelli): è questo anche il periodo della rivalità fra i fratelli e figli d’arte Mazzola (il primogenito Alessandro fra i nerazzurri e il secondogenito Ferruccio fra i biancocelesti), dei presidenti Angelo Moratti e Umberto Lenzini in cui la sfida sarà sempre ricca di emozioni trascinando tanti spettatori sia in casa che in trasferta soprattutto per vedere scontri epici come Boninsegna-Chinaglia.

La svolta nella storia di questa partita arriverà verso il 1985: nel periodo più buio della storia dei laziali (6 anni su 10 in Serie B): fra le 2 curve, da sempre schierate ufficialmente su convergenze politiche di estrema destra tendente pure ad un deliberato neo-fascismo, si scelse di stipulare un gemellaggio che si contrapponesse all’amicizia Roma-Milan vigente all’epoca ed interrotta proprio nel secondo lustro di tale decade a causa della morte del giallorosso Antonio De Falchi per mano degli ultras rossoneri; da allora il rapporto sarà sempre maggiormente rinsaldato ad ogni scontro diretto soprattutto a partire dal 1988 (stagione in cui la Lazio tornò in massima lega senza retrocedere mai più).

Nel 1991 avverrà uno dei maggiori attestati di rispetto reciproco fra i gruppi quando, per le 2 finali di Coppa Uefa tra Inter e Roma, più di 1000 supporters capitolini appartenenti alla frangia degli “Irriducibili” vennero a dare man forte ai propri amici sia nell’andata in Lombardia l’8/5 che nella capitale il 22/5 per poi festeggiare assieme il ritorno al trionfo europeo dei nerazzurri dopo ben 26 annate. L’ultimo decennio del millennio passato (in cui avverranno molti scambi di giocatori fra cui Winter, Simeone, Mihajlovic, Stankovic) vedrà l’alleanza allargarsi anche al Verona sempre per motivi politici permettendo un migliore apporto da parte dei vessilli differenti nei tantissimi scontri nell’epoca d’oro del tifo organizzato nel nostro paese pure se gli episodi maggiormente significativi devono ancora arrivare…il 6/5/1998 si gioca a Parigi la finale di Coppa Uefa Inter-Lazio (I° finale europea dei romani e a causa della quale Marchegiani ancora si sogna Ronaldo la notte) che finirà 3-0 sul campo senza appello ma lo spettacolo sarà specialmente sugli spalti con coreografie, cori ed applausi per tutti a prescindere dal verdetto proprio come accadrà l’8/9/2000 (dopo che Lazio-Inter era già stata l’atto conclusivo di coppa nazionale con trionfo bianco e celeste nell’anno del loro II° tricolore) o l’8/8/2009 nelle Supercoppe di Lega che videro i laziali trionfare per 4-3 e 2-1 sui lombardi. Uno dei successivi momenti che si ricordano di più sarà il 5/5/2002 su tutti anche se si tratterà di una data assai complessa: mancano appena 90 minuti alla fine del campionato con Lazio-Inter ultimo match con il biscione che comanda la classifica a +1 sulla Juventus e a +2 sulla Roma, la Lazio ha 4 motivi per accettare l’eventuale sconfitta di buon grado:

1)il gemellaggio in essere;

2) l’ingresso Uefa già raggiunto e, dunque, un torneo già finito;

3)la rivalità comune con la Juve, rispettivamente, per gli attriti fra le presidenze ed il controverso passato bianconero;

4)la volontà di fare uno sgarro ai cugini giallorossi, acerrimi nemici anche dei milanesi per la superiorità dell’asse Roma-Milano in auge da sempre.

Tutti si aspettano una facile partita per gli ospiti ma, incredibilmente il risultato dirà 4-2 per la Lazio in uno stadio imbandierato quasi solo di nerazzurro con gol, oltretutto, dell’ex Simeone mentre molti esponenti dal doppio passato si trovavano in tribuna dando inizio ad un pomeriggio tra i più tragici della storia nerazzurra vista la vittorie contemporanee degli juventini a Udine e dei romanisti a Torino (che faranno scendere i meneghini dal I° al III° posto).

Quando, l’11/11/2007, il tifoso romano Gabriele Sandri, venne ucciso da un colpo di pistola di un poliziotto in autostrada proprio prima di un Inter-Lazio a seguito di una rissa con degli juventini in una stazione di servizio sulla Milano-Napoli tutto il mondo del pallone rimase sconvolto e venne ancora dalla Curva Nord milanese il segnale più grande di vicinanza con la coreografia esposta l’anno seguente nella data del 2/5/2009 allo scontro successivo fra le 2 parti in terra padana (I° volta che si giocava in casa degli interisti da quel tragico fatto).

L’ultimo avvenimento degno di nota che, però, non fece buona pubblicità all’ambiente delle aquile fu esattamente l’anno successivo: la sera del 2/5/2010 mancano 2 giornate alla fine della Serie A e Lazio-Inter può permettere ai milanesi di operare il sorpasso sulla rivale Roma: stavolta non vi sono imprevisti e finisce 0-2 con TUTTI I 60.000 PRESENTI ad esultare dopo aver minacciato in settimana, non solo verbalmente, i padroni di casa (compreso il presidente Lotito) di non fare scherzi che sarebbero potuti costare molto cari…

Ancora oggi Inter-Lazio viene considerata la “partita dell’amicizia” fra le più grandi metropoli della nostra penisola, forse unico punto d’incontro fra città che si sfidano da sempre su tutto senza remore.

Beh, che dire, auguriamoci che questo legame si continui a rinsaldare in modo da rendere sempre attuali le avversità con i club che affrontano tutti gli anni queste 2 compagini per la superiorità nello sport più popolare d’Italia.

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