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TORINO – Storicamente si dice che il miglior luogo dove imparare a giocare a calcio sia la strada, che gli osservatori imparino lì e nei campetti di provincia a trovare i talenti migliori da trasferire nei club di grosso nome.

Oggi andiamo a parlare di uno di questi ragazzi baciati dal destino a cui cambiò la vita per un colpo di fortuna: Moreno Torricelli, il “Geppetto” della fascia.
Nasce a Erba, nel comasco, il 23/1/1970  e viene pescato in tenera età dalla formazione pulcini della Folgore Verano per poi approdare al Como (con cui vince un campionato allievi) ma non convince e torna alla base riuscendo ad arrivare in I° squadra nel 1987/88.
La stagione seguente (1988/89) viene trasferito all’Oggiono e disputa il campionato lombardo di Promozione per 2 anni facendo ammontare a 49 le presenze ma senza gol.
L’estate dopo i mondiali in Italia del 1990 la Caratese lo tessera in Serie D permettendogli di realizzare 57 gettoni con 3 marcature intanto che lavora come falegname prendendo il calcio solo come passatempo…narra la leggenda che avesse un fratello pure più bravo che non ebbe la sua stessa buona sorte dal punto di vista sportivo.
La svolta arriva dopo un’amichevole fra il suo team e la Juventus: nella primavera del 1992 le zebre lo prendono in prova a seguito della quale Trapattoni (alla sua 2° esperienza a Vinovo) non ha remore facendolo comprare per 50 milioni di lire. Esordisce in Serie A il 13/9/1992 in Juventus-Atalanta 4-1 e diviene subito terzino sinistro inamovibile vincendo la Coppa Uefa in quella stessa annata (Roberto Baggio lo ribattezzerà immediatamente “Geppetto” non solo per il suo passato, ma specialmente per la sua rudezza in allenamento) oltre a segnare il suo I° gol fra i professionisti ma le sue stagioni migliori saranno il 1994/95 (otterrà Scudetto, il 1° dopo 9 anni, Coppa Italia, la 1° dopo 5 anni, Supercoppa Italia, la 1° dei bianconeri, e perderà la finale di Coppa Uefa al I° anno con Lippi in panchina) rischiando però di infortunare gravemente i portieri Bucci, Cervone in neanche una settimana (6/1-12/1) oltre ad avere compagni a livello di Peruzzi, Ferrara, Di Livio, Deschamps, Sousa, Roberto Baggio stesso, Del Piero…e 1995/96 (sua migliore stagione realizzativa in Piemonte con 2 segnature) in cui si aggiudicherà la 2° Coppa dei Campioni della storia juventina, Supercoppa Europa, ancora la 2° della società, la 1° Coppa Intercontinentale di sempre oltre ad arrivare II° in campionato; gli ultimi 2 anni in maglia torinese gli riserveranno gli scudetti del 1996/97 e 1997/98 e le 2 finali perse di Champions nei relativi anni dinanzi a Borussia Dortmund, Real Madrid ma quella stessa estate sarà ceduto con un bottino di 230 apparizioni unite a 3 timbri dimostrandosi un ottimo terzino ambidestro nel 4-3-3, nel 3-4-3, nel 3-5-2 sapendo agire indifferentemente da marcatore o da fluidificante di retroguardia a seconda del caso pur non avendo ottimi piedi per impostare ma solo per crossare.
Trascorrerà 4 annate alla Fiorentina, e decisivo per il suo arrivo sarà il suo scopritore di 6 anni addietro, Trapattoni, arrivato in contemporanea alla corte di Cecchi Gori: in maglia viola vincerà la Coppa Italia 2000/01 (ad oggi ultimo trofeo ottenuto dai viola) perdendo la Supercoppa di lega 2 mesi dopo oltre a totalizzare 126 partite in cui segnerà appena 3 volte come a Torino; se ne andrà nel 2002, dopo aver ritrovato l’ex compagno Di Livio ed avergli lasciato il testimone di “balia dello spogliatoio”, quando i toscani falliscono.
Nel suo ultimo biennio raggiungerà quota 34 presenze in 2 stagioni con l’Espanyol (dopo un anno senza contratto) nel 2003-04 e 26 gare+1 rete con l’Arezzo in Serie B prima di ritirarsi nell’estate 2005 per dedicarsi alla moglie, conosciuta ai tempi della Juve per sposarla proprio nel 1995 (per distacco un “anno d’oro”) nonché morta nel 2010 causa la leucemia. 
Tra il 1996-1999 totalizzerà, infine, 21 convocazioni in nazionale ma scenderà in campo appena 10 volte (di cui la I° fu il 24/1/96 contro il Galles e l’ultima il 10/2/99 contro la Norvegia) giocando solo Italia-Germania 0-0 ad “Euro 1996” (disputa decisiva per la nostra eliminazione poiché ci avrebbe salvato solo la vittoria) con Sacchi ma non scendendo mai in campo, poi, a “Francia 1998” con Cesare Maldini.
Intraprenderà la carriera di allenatore per la Pistoiese e per il Figline oltre che per gli esordienti della Fiorentina ma negli ultimi anni è divenuto chiaro che il meglio lo dà dietro ai microfoni di “Juventus Tv” come opinionista proprio nello stesso modo con cui combatteva su entrambe le fasce senza mai tirare via la gamba sopperendo alla scarsa classe con agonismo e tenacia: Moreno Torricelli, il “Geppetto” della fascia.

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