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TORINO – L’Italia è un paese strano…sintetizzabile in modo molto semplice con un’affermazione usata da Winston Churchill all’indomani del II° dopoguerra: «GLI ITALIANI PERDONO GUERRE COME SE FOSSERO PARTITE DI CALCIO E PERDONO PARTITE DI CALCIO COME SE FOSSERO GUERRE».
Mai affermazione fu più vera pensando alla passionalità che questo sport trasmette a un popolo intero portando dentro gli stadi sentimenti e comportamenti che vanno ben oltre il rettangolo di gioco…sabato 22/12/2018 alle 20,30 andrà in scena una delle partite che ha fatto maggiormente la storia del calcio recente nella nostra penisola, ovvero Torino contro Roma, i bianconeri contro i giallorossi, le zebre contro i lupi, il Po contro il Tevere: Juventus-Roma.
Questa gara deve i suoi albori alla stagione 1927/1928, quando nacquero capitolini che andarono a porsi come team emergente nelle gerarchie del “soccer” nazionale mentre i torinesi erano già una corazzata riconosciuta dalla bacheca in precoce arricchimento; fino agli anni ’70 il match ha avuto un significato di “maturi contro matricole” e del grande nord industriale sabaudo avverso alla città eterna desiderosa di riprendersi il posto come centro del mondo tentando di fare il colpo negli scontri diretti con i potenti ma non ha mai contato per lo scudetto apparte 3 occasioni negli anni ’30-’40 (vi saranno anche 2 occasioni in cui Roma-Juve significherà vincere il tricolore per i settentrionali nella capitale: 1972/73 e 1977/78).
La disputa vivrà un periodo di relativo abbassamento finché non vi saranno 4 campionati negli anni’80 (1980/81, 1982/83, 1983/84, 1985/86) con Viola e Boniperti presidenti in cui il duello per la vetta renderà incandescenti i rapporti con battute molto sibilline da parte proprio d’avvocato Agnelli e proprio dell’ingegner Viola soprattutto con episodi controversi tipo «il gol di Turone» del 1980/81 (causa della famosa questione dei “centimetri”, essendo molto specializzati in materie edili tutti e 3: avvocato, geometra e ingegnere) ma 3 volte lo scudetto apparterrà agli juventini e solo una volta ai romanisti (1982/1983).
Da metà anni ’80 a metà anni ’90 l’odio continuerà solo negli confronti diretti a causa del declassamento dei 2 club in zone più basse della classifica oltre a trofei sempre più sporadici ma con dinamiche strane pure sul mercato legate a trattative precedenti come Boniek, Haessler e successive tipo Buffon, Cannavaro, Thuram già comprati dalla Roma ma soffiati dalla Juventus all’ultimo o viceversa come nel caso di Rizzitelli.
La svolta determinante nella storia di questa disputa avverrà nell’estate del 1994, quando inizia l’Era della “triade” zebrata formata da Moggi-Bettega-Giraudo da un lato con la presidenza Sensi dall’altro e da allora l’acredine si farà sempre più palpabile anche nelle gare di accaparramento dei diritti televisivi, nei salotti politici della Federcalcio assieme agli studi medici dell’antidoping per 11 stagioni (1994-2006) in cui i lupacchiotti avranno spesso di cui lamentarsi malgrado Juve-Roma non sia stata la gara dello scudetto fino alla soglia III° millennio (2000/01 e 2001/02, tornei vinti prima dalla Roma e poi dalla Juve): chi ha vissuto quel periodo non potrà mai dimenticare«Il fallo laterale di Aldair», «il rigore di Deschamps su Gautieri», «il tuffo di Nedved», «il non-rigore di Dellas su Zalayeta», il cambio repentino di casacca da parte di Capello, Zebina, Emerson…nel giugno 2006 scoppia lo scandalo “Calciopoli” e la “vecchia signora” viene retrocessa d’ufficio in Serie B per la prima/unica volta nella sua storia (pareggiando la sola retrocessione della “magica” nel 1950/51) subendo una gogna mediatica mai vista assieme al Milan e tanti diranno di aver sempre saputo del sistema di potere così radicato nella federazione da parte dei piemontesi ma dimenticheranno una cosa: solo una società si oppose sempre all’egemonia torinese, e quella era la Roma di Franco Sensi.
Da allora le zebre dovranno aspettare il 2012 per tornare a riempire la propria bacheca mentre i lupi lotteranno con tutte le loro forze con chi sostituì i vecchi nemici come squadra più potente d’Italia (l’Inter) non riuscendo però a spodestarla quasi mai nel periodo 2005-2011 fra campionato e coppe nazionali.
Negli scorsi 7 tornei questa è tornata una partita di vertice ma con un netto predominio piemontese, al contrario degli scorsi 3 decenni in cui il bilancio fu pari negli anni ’80 e 2000 ma ancora maggiormente favorevole ai sabaudi nell’ultima decade dello scorso secolo.
La leggenda di Juventus-Roma incarna lo spirito di 2 città oltre a contendere ai romani il titolo di tifoseria più numerosa del Lazio visto il grande seguito dei torinesi come club più supportato del paese (dunque anche nel centro/sud-Italia) ma è soprattutto legata ai nomi di chi ne ha scritto ogni pagina: presidenti come gli Agnelli opposti ad Anzalone, Viola, i Sensi…promotori di società a livello di “FIAT” e”ITALPETROLI”…allenatori tipo Carcano, Vycpalek, Trapattoni, Lippi, Conte, Allegri da un lato e Liedholm, Spalletti, Ranieri dall’altro…dualismi mitici legati fra capitani come Boniperti e Losi, Scirea e Di Bartolomei, Del Piero e Totti…fuoriclasse nazionali a livello di Zoff, Cabrini, Gentile, Tardelli, Rossi, Buffon, Cannavaro con Conti, De Rossi, Perrotta, Toni…campioni provenienti da tutto il mondo paragonabili a Sivori, Platini, Zidane, Nedved, Trezeguet, Davids ma anche Ghiggia, Falcao, Voller, Balbo, Paulo Sergio, Batistuta…per terminare con i doppi ex come Spinosi-Capello-Landini, Charles, Boniek, Manfredonia, Haessler.
L’augurio è che Juventus-Roma possa, a partire dalla prossima volta, tornare a essere uno spot per il calcio mondiale eliminando tutto il corredo di comportamenti inaccettabili fatto di scontri fra le curve, odio fuori dal calcio, polemiche a non finire dopo il fischio di chiusura se non strettamente necessarie…allora sediamoci e valutiamo qualunque sia il risultato finale.

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