Condividi l'articolo

In conferenza stampa col tecnico si è presentato lo spagnolo Mario Hermoso.

A che punto ti senti?
“L’ambientamento procede, è un processo graduale per conoscere il gruppo e migliorare la condizioni fisica, condizione necessaria per competere ad alti livelli. Per un professionista, è quanto di più difficile recuperare al 100% la condizione. Sto migliorando e sto acquisendo sempre più fiducia”.

Come hai vissuto queste settimane? Sei arrivato con De Rossi, poi è successo di tutto.
“Una delle cose che mi piaceva era il progetto, mi aveva convinto, una rosa con grandi calciatori, un’ottima campagna acquisti. Dobbiamo imporci un livello di esigenza molto alto. Dobbiamo lottare, acquisire una mentalità di un certo tipo che spero di aiutare a trasmetterla. Quando si vince, aumenta lo status del club, della squadra, dobbiamo competere al livello più alto in tutte le competizioni. L’obiettivo è di essere sempre competitivi, crescere con le infrastrutture del club, che sono di un certo livello. De Rossi è stato una parte fondamentale per il mio arrivo qui, è stata la persona che mi ha teso la mano e lo ringrazierò sempre. La tifoseria è fantastica, simile all’Atletico, tifoseria di cuore che vive di calcio. Sarà un cammino fatto di bei momenti insieme”.

Hai affrontato molte volte l’Athletic Club. Juric ti ha chiesto qualche consiglio?
“Li ho affrontati parecchie volte. Hanno una struttura molto chiara, lineare, fanno della lotta e della dedizione le armi migliori. Loro sono bravi, un gruppo solido con giocatori che si conoscono da tanto tempo, non fanno tanti cambi. Lavorano sempre allo stesso modo, la filosofia è sempre la stessa. Lottano su ogni pallone fino all’ultimo. Hanno giocatori veloci e che vanno in verticale. Posso condividere ciò che conosco di loro con lo staff e i compagni, in merito ai punti di forza e vulnerabilità. Dovremo pareggiare il nostro livello di forza e determinazione, in modo tale che i nostri giocatori offensivi e di centrocampo possano risolvere la partita in qualsiasi momento”.

Questa Roma è già pronta e forte così per essere da Champions?
“La rosa ha un potenziale enorme. Sono stati presi giocatori non abituati a giocare ogni tre giorni in competizioni così importanti e quindi ci sarà bisogno di un  periodo di adattamento. Dovremo abituarci a competere ogni 3 giorni a livello altissimo, essendo noi stessi esigente. Con l’Atletico ho giocato la Champions, è speciale sul piano personale e ambientale. La gente aspetta con ansia quelle partite, dobbiamo porre in alto l’asticella, la rosa è in grado di competere a quel livello”.

Qualcuno della dirigenza ha chiesto a voi giocatori un parere su De Rossi prima dell’esonero?
“Sto da poco qui, non conosco bene la struttura dirigenziale e ciò che sta fuori dalla nostra quotidianità di giocatori. Non so risponderti quindi e io personalmente non ho avuto alcun contatto con la dirigenza su De Rossi. Non sono la persona indicata per farlo, ci sono altri giocatori incaricati di affrontare queste situazioni, i capitani che portano la fascia, che fanno da portavoce nel bene e nel male”.

Le differenza tra qui e la Spagna?
“Il divario fisico nei duelli, qui più forte. Tatticamente, qui c’è un’organizzazione differente. In Spagna, c’è una filosofia differente che ha preso piede da quando la Nazionale spagnola, con i successi raccolti, ha segnato la strada. Squadre più ampie in campo, circolazione della palla, possesso della palla, un calcio non diretto e verticale. Non si porta spesso palla, non si concentrano così tanti giocatori in mezzo al campo, qui ci vuole più concentrazione”.