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Claudio Ranieri ha incontrato i giornalisti a Trigoria alla vigilia del retour match di domani all”Olimpico con il Porto.

Ha recuperato tutti i giocatori?
“Fino ad ora sì, ho recuperato tutti i giocatori e, come al solito, stasera domattina deciderò gli undici da mandare in campo”.

La Roma è realmente ciò che vale? Ha avuto notizie del reclamo alla UEFA?
“Allora, io non mi interesso di queste cose fuori dal calcio. L’arbitro è un enfant prodige francese, ha fatto la finale dell’Europeo, mi ha arbitrato, quando stavo in Ligue 1, due partite, per cui è un signor arbitro, bravissimo. Poi io avevo fatto 1.200 partite, 90 in UEFA, non ho mai detto niente sugli arbitri, per cui a me va sempre bene tutto, so che fanno un mestiere difficilissimo. Io dico sempre che ognuno alla fine ha quello che si merita. E dico sempre che i purosangue si vedono alla fine. Noi ancora abbiamo tanto da dire, tanto da lavorare, tanto da migliorare. Se io fossi arrivato prima, dopo, non conta. Conta quello che stanno facendo i ragazzi, come lo stanno facendo. Hanno recuperato autostima, si divertono, giocano, si aiutano l’uno con l’altro. Per me queste sono grandi cose. E credo che anche il nostro pubblico sia molto contento di questo”.

Lei ha alzato la guardia rispetto a quanto può essere difficile affrontare il Porto?
“Io la tengo sempre alzata contro qualsiasi avversario, perché il calcio è uno sport bellissimo, dove non c’è nulla di scritto prima, non è un altro sport dove normalmente il più forte vince. Ho detto alla fine della partita d’andata, ma anche prima è 50-50. Il Porto è una signora squadra, allenata da un giovane allenatore, ha fatto soltanto 5 partite e non ha mai perso. Andremo ad affrontare una buonissima squadra, molto giovane, con un tasso tecnico molto elevato, e sarà una gran bella partita”.

Su Dovbyk.
“Sta migliorando, sta migliorando e deve lavorare molto, perché il nostro punto di riferimento là davanti è l’uomo che è il nostro goleador principe. Per cui, alcune volte è un punto di riferimento importante, alcune volte non riusciamo noi a dargli la palla giusta. Per cui è un processo che va sempre di più migliorato. Però io sono positivo, soltanto con il lavoro si possono limare queste imperfezioni”.