
ROMA – La piovosa primavera del 1999, 13 giorni dopo l’ultima Pasqua del 2° millennio, preannuncia un futuro alquanto bizzarro oltre che sibillino per il mondo intero: mancano appena 8 mesi all’inizio del 2000 e mentre la “Disney” è la miglior casa produttrice di film oltre che di cartoni per ragazzi, la città Varese festeggerà fra 3 settimane l’ultimo (ad oggi) suo scudetto di basket dal 1978 venendo trascinata da un quintetto che fa invidia alla tradizione biancorossa risalente agli anni ’70: De Pol-Galanda-Mrsic-Meneghin-Pozzecco, quasi tutti gli italiani (tranne proprio il “Poz”) poi convocati dalla nazionale italiana di Tanjevic che trionferà il 3/7/1999 nella finale degli europei (la 2° di sempre) dinanzi alla Spagna nel palazzetto di Parigi…fra meno di 60 giorni Marco Pantani verrà squalificato per doping dopo la tappa del giro d’Italia a Madonna di Campiglio proprio nello stesso periodo in cui i San Antonio Spurs, guidati da Tim Duncan, si aggiudicano il loro 1° trionfo in NBA.
Intanto, però, il benessere e la vita al di sopra delle proprie possibilità continuano a imperversare nel tessuto sociale italiano: la metafora migliore di quest’ostentazione sono proprio gli apparati sportivi…campioni strapagati a prezzi assurdi e segnali di cedimento nascosti sotto le macerie mostrano specialmente un calcio in cui tante pretendenti si candidano alle vittorie di vari trofei; per la 29° giornata di Serie A la sfida di maggiore interesse è certamente, assieme a Parma-Sampdoria con Bologna-Fiorentina (entrambe le emiliane attese dall’andata delle semifinali di Coppa Uefa dinanzi ad Atletico Madrid e Marsiglia) l’anticipo del sabato pomeriggio alle 18,00 Lazio-Juventus…i biancocelesti comandano la classifica a +4 sul Milan (impegnato domenica in trasferta a Udine ma vincitore per 1-5) avendo sprecato 2 match-point piuttosto importanti negli ultimi 14 giorni (pareggio a reti bianche con i rossoneri in casa avvelenato dalle polemiche per un gol regolare di Vieri in apertura e sconfitta per 3-1 nel derby 7 giorni addietro finendo in 9vs10…un doppio passo falso che ha portato i meneghini ad accorciare dai -7 di 2 settimane prima) mentre i bianconeri stanno giocandosi la zona UEFA assieme a Roma/Udinese/Bologna/Inter avendo da sfatare la maledizione di mancanza di vittorie in trasferta da 1 mese e 10 giorni da sommare al digiuno dell’intera posta in palio conquistata da 3 turni (2 pareggi con 1 sconfitta).
Ormai stiamo parlando di una sfida che non riguarda più solo la rivalità fra le tifoserie ma tutto il sistema calcio sia dentro che fuori dal rettangolo di gioco: in quegli anni il patron laziale Cragnotti faceva parte dello schieramento del centro-sud assieme a Sensi e Cecchi Gori mentre la triade juventina Moggi-Bettega-Giraudo comandava, assieme al direttore sportivo del Milan Galliani, la confederazione del nord in sede federale senza contare il duopolio fra “Stream Tv” (piattaforma che faceva vedere le sfide casalinghe dei capitolini) con “Tele+” (emittente di copertura piemontese)…tutti i dirigenti più noti sono presenti allo stadio, compresi l’avvocato Agnelli e notabili del mondo della politica, tutti smaniosi di ammirare 2 corazzate che fra soli 3 giorni torneranno in campo per le coppe come Parma e Bologna: la Lazio ospiterà, giovedì, la Lokomotiv Mosca per il ritorno delle semifinali di Coppa delle Coppe forte del pareggio per 1-1 maturato in Russia (era la 1° partecipazione delle aquile a tale torneo) mentre la Juventus deve ricevere mercoledì, in casa, il Manchester United affidandosi all’altro 1-1 ottenuto in terra inglese nell’andata della semifinale di Coppa dei Campioni…si prospetta un finale di stagione al cardiopalma pure se entrambe sono già fuori dalla coppa nazionale; gli allenatori sono 2 abilissimi strateghi con un passato nella Roma ben 15 anni prima: il mister della Lazio Eriksson (arrivato nell’esatte 1997) fu tecnico di Ancelotti (subentrato a Lippi dopo 21° turni) nel triennio 1984-87 ma adesso sono pronti a darsi battaglia…il tecnico svedese, purtroppo, deve fare a meno di tutta la sua difesa titolare poichè nella stracittadina di domenica 11/4/1999 i centrali Mihajlovic con capitan Nesta (rimpiazzato dall’infortunato Favalli per l’occasione…che doveva stare fuori anche lui ma ciò non è possibile) sono stati espulsi (il serbo in seguito ad una schermaglia con Paulo Sergio e lo stopper della nazionale per aver commesso fallo da ultimo uomo su Di Francesco lanciato in contropiede a tu per tu con Marchegiani) e i 2 terzini Negro con Pancaro hanno rimediato l’ammonizione essendo diffidati oltre alla beffa della sconfitta per 3-1 (i biancocelesti non perdevano un confronto con i cugini dal 27/11/1994, quando finì 0-3 per i romanisti) ma questo non impedisce di mettere su un 4-4-2 a rombo (poi divenuto 4-3-3 e 3-4-3 ad eventi in corso) che ricalchi il bel gioco espresso fino a lì malgrado le assenze, pure, degli infortunati Venturin/Boksic (infortunati gravemente, soprattutto il bomber croato) obbligando, quindi, Lombardo con Okon (rispettivamente ala e mediano) a schierarsi da terzino e stopper sacrificando la regia nelle mani di Almeyda
[Marchegiani;
Lombardo-Couto-Okon (72° Lombardi)-Favalli (cap.);
Almeyda;
Conceicao (46° Mancini)-Nedved;
Stankovic (68° De La Pena);
Salas-Vieri]
intanto che il mister ospite ha il problema opposto: l’infortunio gravissimo al crociato occorso a capitan Del Piero in ottobre (sostituito da Conte) e la lunga degenza di Zidane da circa 1 mese, senza contare i problemi del libero Montero con il centravanti Fonseca, lo privano di 2/3 del suo attacco basilare oltre che della prima riserva offensiva sommata pure alla mancanza del suo leader arretrato…il suo 4-4-2 viene ugualmente schierato (divenendo poi 4-4-2 in linea vero e proprio) ma l’abominio di mettere Henry a fare l’ala sinistra con Conte sull’altra fascia verrà ricordata per sempre come un affronto da parte di tutti gli appassionati (non solo dall’ambiente sabaudo)
[Peruzzi;
Di Livio-Ferrara-Iuliano-Mirkovic;
Conte (cap.) (90° Birindelli)-Tacchinardi (78° Deschamps)-Davids-Henry;
Amoruso-F.Inzaghi (59° Esnaider)].
I campioni italiani in orbita nazionale non sono molti: Marchegiani/Lombardo/Mancini sono già usciti dal giro come Peruzzi, Favalli o Tacchinardi/Amoruso non vi sono mai entrati mentre Negro/Nesta o Del Piero (futuri rappresentanti agli europei del 2000) non sono del match al contrario di Vieri, opposto a Ferrara/Iuliano/Di Livio/Conte/Inzaghi (al netto della mancanza di Del Piero o della panchina di Pessotto)…ma il talento straniero abbonda e come: i portoghesi Couto/Conceicao, il ceco Nedved, il serbo Stankovic, lo spagnolo De La Pena, l’australiano Okon, l’argentino Almeyda, il cileno Salas da contrapporre all’altro serbo Mirkovic, all’olandese Davids, al duo francese Deschamps-Henry (colleghi e campioni del mondo l’estate addietro insieme a Zidane), l’altro argentino Esnaider (mai realmente preso in considerazione dal suo paese…bisogna dirlo).
La giornata è meteorologicamente pessima: piove molto, il terreno è pesante e l’ambiente si fa incandescente solo a livello di tifo con molti scontri sugli spalti nella zona della “Curva Sud” poichè i 10.000 juventini arrivati da tutte le parti del paese si fanno sentire non solo a livello di cori mentre i 56000 incitano dal fischio d’inizio dell’arbitro Bazzoli i propri beniamini…chi scrive non esagera quando dice che questa sarà una partita stregata per laziali, che dall’inizio attaccano senza sosta vedendo l’ex Vieri che colpisce un palo interno a Peruzzi battuto, si vede annullare un gol per fuorigioco netto su respinta del portiere juventino in seguito ad una bordata di Nedved, si mangia un pallonetto comodo faccia a faccia con l’estremo difensore nemico spedendo fuori la sfera intanto che Favalli, Stankovic, Almeyda mancano il bersaglio con tiri da lontano ottimi sulla potenza ma pessimi riguardo alla precisione; la Juventus si difende con affanno non rendendosi mai pericolosa al netto di un Mirkovic ed un davids che si fanno ammonire per gioco scorretto mentre Conte rimedia il giallo per proteste (cosa piuttosto normale)…è il 34° quando gli zebrati mettono la testa fuori dalla metà campo per la prima volta ed è Henry a prendere il comando delle operazioni facendo 0-1 (1° rete nel nostro campionato per il fuoriclasse francofono) grazie ad un destro sporco, facile ma che inganna Marchegiani (riscattatosi parzialmente con 2 miracoli inutili su Davids/Inzaghi dopo) sul suo palo rimbalzando in maniera balorda prima di finire in rete…lo stesso Peruzzi fa muro su punizione di Conceicao al 45° e nel recupero, al 47°, Di Livio avvia con un fallo laterale l’azione decisiva su cui il tandem Davids-Tacchinardi battaglia vittoriosamente a danno del danno Almeyda-Nedved con il mediano italiano che alza la sfera in direzione di Amoruso (in quasi sicuro fuorigioco), che non ci pensa prima di stoppare col sinistro per realizzare lo 0-2 di fine frazione con un bel piattone di destro in anticipo su Marchegiani in uscita (sarà l’ultima di 3 segnature dell’annata per il marcatore).
Alla ripresa Eriksson passa al tridente mettendo Mancini a destra con Salas a sinistra e Vieri a fare l’ariete di sfondamento per tentare la disperata rimonta intanto che Lombardo viene alzato per cambiare verso un massiccio 3-4-3 ma la Juve controlla abbastanza agevolmente il doppio margine limitando le avanzate nemiche finchè, al 56°, proprio Mancini pizzica di testa sul primo palo un corner di Stankovic (ammonito poco dopo) facendo 1-2 per un confronto che sembra avere ancora molto da dire…finchè Nedved (alla sua ultima presenza in campionato pure se non lo sa) non commette, al 64°, un fallo d’ammonizione su Amoruso al limite dell’area propria: Davids scarica un violento sinistro rasoterra su cui Marchegiani riesce appena a respingere corto vedendo realizzare l’1-3 (il 2° in 6 giorni fra le mura amiche) a porta sguarnita, in probabilissimo off-side, di Henry (2° gol su 3 totali che saranno, 1° e unica doppietta in Italia); il finale vede la giostra delle sostituzioni far avvicendare riserve d’eccezione come i centrocampisti De La Pena (pericoloso con un bel destro bloccato da Peruzzi) o Deschamps in un convulso finale in cui Vieri colpisce anche una traversa interna con i suoi compagni che sbagliano perennemente mira ad ogni tentativo e Bazzoli che fischia la la chiusura sguinzagliando i fantasmi della rimonta sulle teste dei laziali, sapendo che 24 ore dopo il Milan arriverà a -1 riaprendo tutti i giochi e gettando un altro bagliore d’incertezza sulla zona coppe.
Con il ritorno negli spogliatoi le colpe sono molte, oltre che tante da spartire: gli errori arbitrali grossolani delle ultime 3 settimane a discapito della Lazio (non saranno gli ultimi ne i più gravi), le formazioni errate di Eriksson e la poca freddezza dei giocatori bilanciata con il cinismo o la voglia di rivalsa di una Juventus che non vuole mollare senza lottare pur non avendo rispettato le attese ma riuscendo ad allungare a 4 gli anni senza sconfitte nella tana dei romani (3 vittorie in campionato ed un pari in coppa nazionale nell’inverno 1998)…di fatto, con il senno di poi sarà questa la disputa che segnerà il tracollo degli uomini di Eriksson.
A fine anno la Lazio festeggerà la sua 1° e unica Coppa delle Coppe a discapito della matricola Maiorca (ultima edizione del torneo prima dell’annessione alla Coppa Uefa) per 2-1, un trionfo da sommare con la Supercoppa Italia 1998 ottenuta in casa ancora della Juventus ad agosto per 1-2 (1° affermazione aquilotta) e con la Supercoppa Europa ad agosto 1999 grazie allo 0-1 rimediato sulla pelle del Manchester United campione continentale (unica affermazione delle aquile pure qui) oltre che carnefice della Juventus in semifinale di Champions League (1-1 in Inghilterra seguito dalla rimonta per 2-3 da 2-0 a Torino), 1° stagione dopo senza finale internazionale dopo 4 anni di ultimi atti per i piemontesi (finale di Uefa nel 1995 e 3 battaglie consecutive in Champions)…comune il dolore in Coppa Italia: estromesse ambo le parti nei quarti, da Inter e Bologna…atroce l’esito del campionato: la Lazio verrà sorpassata alla penultima settimana dal Milan causa un pareggio contestatissimo per 1-1 a Firenze (un rigore netto negato a Salas per fallo di Mirri, gol regolare annullato a Vieri e una gestione di match altamente rivedibile) per poi vedergli festeggiare il suo 16° tricolore (70-69 al conteggio) a 3 giorni dalla gioia di Birmingham, un finale che ancora oggi brucia nell’animo dei tifosi laziali per uno scudetto (sarebbe stato il 2° dei capitolini, a 25 tornei dal primo) definito “scippato” o “rubato” dalla banda di Zaccheroni ma che in futuro verrà accantonato parzialmente al netto di una Juventus finita 7° e qualificata solo alla Coppa Intertoto in seguito ad un doppio pari con l’Udinese (0-0 in Friuli e 1-1 in rimonta a Torino): la stagione dei rimpianti, per tutti e 2 senza remore.
Fine del “ritorno al passato” di Lazio-Juventus…che inizi la battaglia!!